LOSANNA – AMBRÌ
4-1
(0-0, 1-1, 3-0)
Note: Malley, 5’605 spettatori. Arbitri Dipietro, Fischer; Gnemmi, Küng
Penalità: Losanna 2×2′, Ambrì 5×2′ + 1’10 (Fora) + 1×20′ (Kossmann)
LOSANNA – Uno Zurkirchen nuovamente in forma strepitosa questa volta non è bastato e, alla luce di quanto messo in pista dall’Ambrì Piotta sull’arco della sfida di Losanna, è oggettivamente giusto così. Il portiere biancoblù ha fatto il possibile e l’impossibile per tenere in partita i suoi, superando indenne una prima mezz’ora in cui i vodesi hanno fatto tutto quello che hanno voluto, ma i suoi compagni hanno prodotto troppo poco per poter pretendere di andare a punti.
Serve dunque a poco scatenare tutta la propria frustrazione distruggendo una lavagnetta ed imprecando contro gli arbitri nel finale di partita, pur essendo forse nel giusto nelle proprie proteste. La partita l’ha persa l’Ambrì come squadra, Kossmann compreso, ed è finita ben prima di quell’ingaggio offensivo negato a due minuti dal termine, che avrebbe sì potuto portare ad un nuovo pareggio, ma che non avrebbe comunque ristabilito degli equilibri che sull’arco del match sono stati nettamente in favore del Losanna.
In passato ai biancoblù è andata bene, stavolta no, e questo deve suonare come un campanello d’allarme, perchè a Malley si è visto un Ambrì che meritava di perdere, e lo meritava nettamente. Basti pensare alla prestazione degli stranieri, completamente impalpabili a partire da un Mäenpää praticamente invisibile, sino ad arrivare ad un D’Agostini che ha mancato due grandissime occasioni da gol nel primo tempo, prima di rimediare la penalità che ha portato all’1-1 locale.
Il canadese si è poi scontrato con il ticinese Nodari nel finale di periodo centrale, è rientrato per un cambio poco dopo ma dalla ripresa del gioco nel terzo tempo non si è più rivisto. La stessa sorte è toccata al difensore e sulle condizioni dei due si aspettano notizie dai rispettivi club.
Ad ogni modo, paradossalmente questa partita l’Ambrì avrebbe potuto anche vincerla. La prima metà del match è stata infatti dominata completamente da un Losanna praticamente trasferitosi stabilmente nel terzo offensivo, ma che di tanto in tanto ha anche prestato il fianco a delle veloci ripartenze biancoblù, che gli ospiti sono stati bravi ad innescare.
È però mancato quel killer instinct che avrebbe permesso ai leventinesi di colpire il Losanna nel morale proprio nei momenti in cui avrebbe fatto più male. Il già citato D’Agostini ha mancato due ottime opportunità – e la sua frustrazione in panchina testimonia la bontà delle chance – mentre Lauper e Lhotak nel periodo centrale non sono riusciti a loro volta a fare secco Huet una volta arrivati al suo cospetto.
Occasioni ghiottissime, praticamente dei regali perchè arrivate nonostante l’incapacità dei biancoblù di creare gioco, ma la mancanza di concretezza e la poca decisione degli uomini chiave – oltre agli stranieri mettiamoci anche l’evanescente Guggisberg – hanno condannato l’Ambrì.
Di positivo c’è la sesta (!) segnatura del campionato firmata da Jason Fuchs, che con un appoggio velenoso ha superato Huet, portato l’Ambrì in vantaggio contro l’andamento del gioco e dando anche una certa stabilità alla partita. Paradossalmente questa stabilità non ha poi fatto tanto bene all’Ambrì, che se quando subiva la pressione del Losanna riusciva a pungere in contropiede, nel momento in cui il gioco si è assestato non ha più trovato nessuna occasione da rete. Questo praticamente sino alla terza sirena.
Nonostante i cambiamenti negli effettivi – dentro Mäenpää, Kamber, Kostner e Berthon, fuori Pesonen, Bastl, Zgraggen e Berger – nell’unica occasione avuta si è confermato da incubo il powerplay, incapace di installarsi e ad un nulla dall’incassare un nuovo gol in shorthand. Mieville in quel frangente ha mancato l’appuntamento con il gol, salvo trovarlo poco dopo con una deviazione su tiro di Trutmann.
Le uniche due linee capaci di produrre qualcosa sono poi state le due confermate – quelle di Hall e Fuchs – mentre l’esperimento di portare Lhotak in prima linea con Emmerton e Guggisberg è risultato nell’anonimato dei tre. L’infortunio di D’Agostini ha poi costretto Kossmann a rivedere le unità nel terzo tempo, con Guggisberg spostato con Hall e Lauper, mentre Monnet è passato in prima linea. Il posto del numero 7 è stato preso a tratti da Berthon, sino a quel punto praticamente non impiegato.
Al 52’39 il destino ha però compiuto il suo corso. Froidevaux ha trovato il pertugio giusto per battere Zurkirchen con una deviazione, trovando quel vantaggio che il Losanna meritava da lungo tempo. Significativo che sulla panchina dei penalizzati ci fosse Fora, che ancora non riesce a scrollarsi di dosso un inizio di stagione al di sotto delle sue potenzialità.
La partita è in sostanza finita su quell’episodio. L’Ambrì ha però di fatto mancato un’occasione, sia per aver lasciato per strada tante nette occasioni da gol, sia per non essere riuscito a girare il momentum a suo favore dopo il gol di Fuchs, arrivato dopo una prima parte di gara in cui ha giocato solamente Zurkirchen. I biancoblù avrebbero però dovuto iniziare a pattinare di più e a rigirare le difficoltà di inizio gara a loro favore, ma non ne hanno avuto le capacità.
Dello show finale di Kossmann si è già detto, nato da una protesta riuscita di Ratushny che aveva persuaso gli arbitri ad effettuare un ingaggio al di fuori della zona di difesa vodese, al posto che davanti ad Huet come i biancoblù ritenevano corretto. A quel punto mancavano oltre due minuti, ma la penalità rimediata dallo stesso coach ha definitivamente messo KO l’Ambrì, che ha poi incassato altre due reti praticamente insignificanti.
Che la sfuriata di Kossmann non distolga però da quanto successo nei 57 minuti precedenti. L’Ambrì è da tempo che commette gli stessi errori, e per poco Zurkirchen e Fuchs non riuscivano anche martedì a farla fare franca ai biancoblù. Stavolta però non è bastato e, se la sconfitta fungerà da doccia fredda, probabilmente è meglio così…
LA LOGICA DELLE COSE: Il Losanna è stata la miglior squadra in pista, il Losanna ha vinto. La verità è tutta qui, e riassume una sfida in cui i vodesi sono stati superiori ai biancoblù per lunghissimi tratti, commettendo però l’errore di scoprirsi in maniera potenzialmente letale in diverse circostanze.
Questo Ambrì non ha però i suoi uomini chiave nella forma necessaria per vantare il necessario killer instinct, di conseguenza la sorpresa non c’è stata. Nel recente passato i leventinesi sono stati trascinati da pochi protagonisti, ma era solo questione di tempo prima che si reclamasse ai biancoblù uno sforzo corale per poter davvero giustificare i propri successi.