LUGANO – BERNA
4-3
(2-2, 1-1, 1-0)
Note: Resega, 5’789 spettatori. Arbitri Koch, Vinnerborg; Gnemmi, Kaderli
Penalità: Lugano 7×2′ + 1×10 (Wilson), Berna 6×2′
LUGANO – Quando alla Resega arriva il Berna si può star certi che non è mai una partita normale, e non solo perché solo pochi mesi fa bianconeri e orsi si sono sfidati per il titolo, è una questione di dna. Lugano e Berna non sanno risparmiarsi quando sono una di fronte all’altra e si può scommettere che chi ne esce vincitore ha sempre fatto il possibile e anche qualcosa in più per raggiungere l’obiettivo.
Quel qualcosa in più sabato lo ha messo il Lugano, terminando così un week end da 5 punti, che paradossalmente costa il posto tra le prime otto ma, cosa molto più importante, consegna a Shedden una squadra finalmente in grande crescita, mentale e tecnica, nonostante il difficile momento di contingente.
Infatti, oltre alle “solite” lunghe assenze, nel fine settimana anche Ronchetti ha preso camera in infermeria, costringendo il Lugano a giostrare con soli 6 difensori, con Fontana richiamato tra i titolari. E contro il Berna, in una bellissima partita, la cosa ha rischiato di precipitare ulteriormente quando Wilson, in preda a un attacco di orgoglio e voglia di marcare il territorio, ha fatto a botte con Krueger, privando del suo apporto la squadra per un quarto d’ora a causa delle penalità.
Ma quella bagarre forse non è stata innescata per caso, il Berna stava conducendo per 2-1, e il Lugano aveva bisogno di un’ulteriore scossa per accendersi contro la fisicità degli orsi. Pochi minuti dopo la scazzottata del canadese, a rispondere presente è stato il solito Bürgler, impressionante per regolarità di rendimento, su un’azione imbastita da Brunner, e il Lugano ha cambiato faccia.
Infatti quei due gol del Berna, presi così a freddo, hanno rischiato di risultare due sberle micidiali, ma stavolta il Lugano non si è sciolto, ha lottato, ha fatto squadra e stretto i denti, giostrando anche forzatamente a 5 difensori, e la rimonta si è compiuta nel secondo tempo.
I bianconeri sono cresciuti, impedendo al Berna di installarsi nel terzo, nonostante Arcobello e compagni hanno dato l’impressione di colpire in qualsiasi momento, e con una deviazione di Gardner in power play hanno trovato il primo vantaggio della serata. Un po’ peccato il fatto che durante tutto il periodo centrale i ragazzi di Shedden hanno sprecato moltissime occasioni (incredibile quello che si mangiato in due occasioni Hofmann) e come nel più classico dei copioni si è andati alla seconda pausa sul 3-3 per il gol “di rapina” di Reichert.
Questa è ancora una lacuna di Furrer e compagni, incapaci di chiudere l’incontro definitivamente o di prendere il largo necessario a gestire il vantaggio, e anche nel terzo tempo, tra Hofmann, Reuille, Bertaggia e Brunner le occasioni per i tre punti sono fioccate a intervalli regolari.
A crescere mano a mano che passavano i minuti però è stato Zackrisson, che dopo una metà partita diligente ha alzato il livello, mostrando intelligenza e lettura del gioco e alla fine ha trovato anche il game winning gol nel supplementare.
Un’iniezione di fiducia per lui e tutta la squadra, in quella che si può tranquillamente definire la miglior partita del Lugano di questo campionato, coincisa con il rientro di Merzlikins, subito apparso più attivo e “unito” al gioco dei difensori, che hanno giovato delle sue capacità di giocare il disco d’anticipo.
In un match in cui Ulmer si è eretto a vero e proprio straniero della difesa (3 assist e tanta, tanta qualità) la difesa decimata ha retto l’urto degli orsi, giocando con intelligenza e continuità, pur peccando ancora in errori di uscita dal terzo e di qualche incomprensione tra i reparti.
Il Lugano cresce, ma in un week end non si è trasformato in una squadra perfetta e di lavoro ce n’è ancora moltissimo per vedere la squadra di Shedden limare errori e automatismi incompiuti, ma per ciò che si è visto nel fine settimana, si può lavorare con grande serenità.
CONCENTRAZIONE, FINO ALLA FINE: È vero, un paio di “buchi” il Lugano li ha avuti ancora, in particolare all’inizio e sul terzo gol, ma stavolta i bianconeri hanno impedito che il loro grosso lavoro venisse rovinato dai soliti black out.
Quando nel finale il cronometro andava a favore degli ospiti, i bianconeri sono stati quelli che hanno cercato di più la vittoria, senza paura e concentrati, tenendo gli occhi sull’obiettivo nonostante le occasioni sprecate.
E così ha fatto pure Patrik Zackrisson, che ha lavorato giorno dopo giorno per trovare le migliori sensazioni, e quando c’è stato bisogno di lui ha finalmente risposto presente.
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