LUGANO – Si sta velocemente avvicinando l’inizio del campionato anche per il Lugano che, grazie agli impegni di CHL, ha già da tempo assaportato il gusto di scendere sul ghiaccio per delle partite che contano, ottenendo di recente una significativa vittoria a Tampere ed un KO nella seguente amichevole di Helsinki.
“Credo che la prova che abbiamo fornito contro il Tappara sia stata abbastanza buona – ci ha spiegato Alessio Bertaggia – ci sono state diverse cose positive, anche se chiaramente ci sono sempre dei dettagli in cui possiamo migliorare. D’altronde sono proprio queste le partite di cui abbiamo bisogno per affinare le diverse tattiche in vista dell’inizio del campionato. La partita contro l’HIFK è andata un po’ così così, ma si è trattato di un incontro abbastanza difficile e fisico, in cui era difficile esprimere al meglio il proprio gioco”.
Alessio Bertaggia, affrontare in CHL avversari di un certo calibro vi aiuta a sentirvi più avanti rispetto agli altri anni, quando si affrontavano magari squadre di NLB o poco conosciute?
“Si tratta indubbiamente di test più che buoni, perchè cercare di confrontarsi con altre squadre europee è un obiettivo della società ed anche di noi giocatori, e sono queste occasioni che ci spingono a migliorare. Può succedere di non vincere le partite, ma scendendo in pista contro certi avversari si capisce a quale livello ci si trova, e questa è sempre una cosa positiva. Così facendo impariamo molto”.
Sinora eri in linea con Gardner e Fazzini, mentre mercoledì in allenamento eri con Zackrisson… Cambiano i compagni ma non il lavoro da fare sul ghiaccio…
“Esatto, ed inoltre tutti devono essere in grado di giocare con qualsiasi compagno di squadra. Credo che con Gardner e Fazzini si stava andando nella giusta direzione, ora c’è stato un cambiamento e a me va benissimo, dato che sono abituato a scendere in pista con tutti. Il mio obiettivo è quello di mantenere il mio stile di gioco, cercando di pattinare tanto e dare energia alla squadra”.
Sembra inoltre esserci un bell’ambiente in squadra, si sente parlare italiano come non si sentiva da tanti anni…
“Sicuramente, ed il fatto di poter parlare italiano è una cosa che mi fa molto piacere. Ogni tanto lo si fa anche con compagni che non lo parlano bene… Ho di fianco a me Brunner in spogliatoio e spesso gli chiedo ad esempio cosa ha fatto il giorno prima in italiano, ed anche lui si impegna molto per cercare di esprimersi. Sicuramente è bello arrivare al mattino in spogliatoio e sentire anche qualche voce che parla italiano”.
Lo scorso anno hai disputato la tua miglior stagione, pensi alla Nazionale?
“Onestamente non tanto. Credo che l’obiettivo principale sia quello con il proprio club, mentre la Nazionale è un obiettivo successivo. Se viene svolto bene il lavoro che si è chiamati a fare con la propria squadra, automaticamente si può avere una chance di entrare in una selezione in futuro”.