La prossima stagione dell’Ambrì Piotta è ancora piuttosto lontana, con la prima amichevole in programma il 6 agosto, mentre il debutto in campionato è fissato poco più di un mese dopo a Zurigo. La fase di preparazione atletica è però già iniziata da qualche settimana, anche se i biancoblù sono ancora un cantiere aperto ed alcuni giocatori – Zurkirchen e Berthon – hanno appena archiviato l’annata agonistica passata.
Guardare al passato rimane un passaggio fondamentale per cercare di capire quale sarà la squadra del futuro, dove potrà arrivare e che tipo di Ambrì Piotta possiamo aspettarci per la stagione targata 2016/17. Proprio con questo intento abbiamo analizzato più a fondo quanto fatto dai leventinesi lo scorso anno, recuperando alcuni dati interessanti che permettono di guardare in maniera più strutturata al futuro.
(La grande maggioranza dei grafici presenti nell’articolo sono interattivi. Con il passaggio del mouse è possibile rivelare i dati numerici di riferimento, mentre alcuni richiedono un “click” per visualizzare diversi tipi di dati. Per una visualizzazione ottimale è consigliata la lettura su computer e non tramite smartphone)
La mancanza di continuità di risultati utili evidenziata dall’Ambrì Piotta nella scorsa stagione appare subito evidente osservando il grafico sopra, che organizza vittorie e sconfitte dividendole tra casalinghe e in trasferta (colori diversi) e distingue i risultati nei 60 minuti da quelli arrivati all’overtime oppure dopo i rigori.
La tendenza sino all’esonero di Pelletier era molto da “bianco o nero”, con sconfitte nette o vittorie piene che non lasciavano spazio a risultati intermedi. Il problema era chiaramente rappresentato da tutti quei KO nei tempi regolamentari, che non portavano alla classifica biancoblù alcun punto. Con l’arrivo di Kossmann si è passati ad un approccio sicuramente più concreto, tant’è che nelle prime 18 partite con il nuovo coach, solamente in quattro occasioni non si è fatto almeno un punto. Fondamentali per le aspirazioni biancoblù il passaggio dalla partita numero 28 alla 35, con quella serie di otto risultati utili consecutivi che aveva dato ampio ossigeno alla classifica dell’Ambrì Piotta. Era l’8 gennaio, e in quel momento l’Ambrì era sopra la linea.
Nelle 15 partite restanti, però, sono arrivate solamente tre vittorie piene – di cui una inutile, l’ultima nel derby – ed anche se i risultati utili sono stati otto, non sono bastati per raggiungere l’obiettivo dei playoff. Il fardello di un inizio di stagione decisamente negativo (6 risultati utili nelle prime 17 partite, solo 17 punti sui 51 disponibili) è stato troppo pesante, così come quella serie di 13 partite consecutive con una sola vittoria piena e caratterizzata da otto uscite concluse senza ottenere alcun punto. Cosa è successo, dunque?
Nonostante in Svizzera l’analisi tramite statistiche avanzate sia resa quasi impossibile dalla mancanza di dati in questo senso, anche alle nostre latitudini è possibile scavare un po’ più a fondo rispetto a ciò che normalmente si prende in considerazione.
Di particolare interesse nel valutare le prestazioni di una squadra vi è una statistica denominata “PDO”, la quale combina la % di parate dei propri portieri e la % al tiro dei giocatori di movimento. Il PDO è l’unica statistica che ambisce ad identificare la “fortuna” di una squadra, partendo dall’assunzione che la somma dei due valori considerati tenda sul lungo periodo al 100%.
Più il valore ottenuto eccede il 100%, maggiore è la probabilità di ritrovarsi confrontati con una squadra in una “hot streak”, che sta presumibilmente giocando oltre le sue reali possibilità e che verosimilmente presto sperimenterà un calo. D’altro canto, più il valore è inferiore, più è verosimile trovarsi di fronte ad una squadra che sta passando un momento negativo, e si può presumere che le prestazioni presto miglioreranno. Di seguito i dati relativi alla regular season 2015/16.
Con il senno di poi è interessante verificare come, durante la regular season, gli ZSC Lions abbiano dominato la classifica grazie a delle prestazioni decisamente sopra la media (PDO di oltre il 104%!), e si poteva dunque presumere che le loro prestazioni sarebbero presto calate.
Ciò è avvenuto già nel primo turno contro il Berna, con “l’equilibrio delle cose” che è stato agevolato dal PDO decisamente basso degli orsi, che per tutta la regular season hanno sotto-performato ma che prima o poi erano destinati ad esprimere il loro potenziale. Visto il grande potenziale degli orsi, unito al PDO più basso del campionato (Bienne a parte), dal punto di vista statistico l’impresa del Berna che li ha visti passare dall’ottavo posto al titolo appare meno sorprendente ed imprevedibile di quanto non possa sembrare.
L’Ambrì Piotta con il suo 100.68% in questo senso appare come una squadra che si è espressa in generale sui propri livelli, grazie a delle prestazioni solide di Zurkirchen ma anche ad una percentuale al tiro di buon livello, superiore addirittura a quella dello Zugo e significativamente migliore alle altre tre squadre che hanno partecipato ai playout. Considerando il livello di talento medio-basso presente tra i biancoblù, un po’ di buona sorte potrebbe in questo senso averli aiutati.
Utile per capire meglio l’andamento della stagione è osservare l’andamento del PDO su base mensile, come da grafico sopra. La partenza falsa appare anche qui evidente, così come un mese di dicembre a livelli altissimi e che aveva visto l’Ambrì andare a punti in tutte le partite giocate tranne una – a Langnau – ed ottenere addirittura 16 dei 21 punti in palio.
Il vero problema è però il modo in cui l’Ambrì ha totalizzato questi numeri, in generale buoni in rapporto al potenziale della squadra. Osservando il PDO delle singole partite si riscontra infatti un andamento talmente irregolare dall’essere vertiginoso, con partite contraddistinte da valori altissimi bilanciate da altre con numeri incredibilmente bassi.
I leventinesi sono dunque riusciti a far quadrare i conti sul lungo periodo, ma hanno pagato a carissimo prezzo questa grande irregolarità, sovra-performando in maniera netta in alcune occasioni, e deludendo pesantemente per efficacia in altre. I dati relativi all’intera regular season sono consultabili cliccando qui, e riassunti nel grafico seguente.
Questa irregolarità è sicuramente uno degli elementi che rende l’Ambrì Piotta difficile da valutare e decifrare, con i vari risultati che spesso si sono contraddetti oppure “compensati” tra loro. Una costante c’è però stata, ovvero l’inabilità di creare di più dei propri avversari, con i biancoblù che sono stati superati in materia di tiri effettuati per la grande maggioranza delle partite giocate.
Il grafico seguente mostra questa pericolosa tendenza, con le aree rosse che rappresentano le partite i cui gli avversari hanno effettuato un numero maggiore di tiri, mentre quelle blu raffigurano i match in cui sono stati i biancoblù a scagliare un numero maggiore di conclusioni. La percentuale di tiri a favore (SF%) è dunque stata spesso e volentieri al di sotto del 50%, come visivamente riassunto nel secondo grafico di seguito.
L’Ambrì Piotta ha effettuato il maggior numero di tiri nel corso dei periodi centrali (559, media 9.98), seguiti dal primo tempo (537, media 9.59) ed infine nella terza frazione (530, media 9.46).
In nessuno dei periodi di gioco i biancoblù sono però riusciti ad avere la meglio sugli avversari, venendo in particolar modo battuti nei primi tempi (98 tiri di deficit, in media 1,75), seguiti dai terzi tempi (81, -1,45) e quelli centrali (73, -1,30).
Anche qui, i dati medi evidenziano la capacità dell’Ambrì di controbilanciare i propri momenti di vuoto, ma i troppi alti e bassi nascondono sempre il rischio di essere fatali, soprattutto per squadre dotate di limitati giocatori di talento.
Per cercare di generare un maggior numero di occasioni offensive, i biancoblù non hanno nemmeno potuto usare con la necessaria frequenza l’arma del powerplay, risultando la seconda peggior squadra nell’esercizio di indurre al fallo gli avversari. 175 le opportunità in superiorità per i biancoblù – peggio ha fatto solo il Kloten – per un totale di 277 minuti con l’uomo in più sull’arco di tutto il campionato, oltre due tempi in meno del Berna, miglior squadra in questo senso.
Il fatto di sfruttare al meglio le proprie opportunità è dunque stato di vitale importanza per i biancoblù, anche se alcuni giocatori chiave si sono resi protagonisti di una stagione statisticamente “troppo positiva”, rischiando di non riuscire a ripetersi il prossimo anno e di andare così ad aumentare i problemi offensivi dell’Ambrì. Ma andiamo con ordine.
Data la tipologia di rosa a disposizione, è facile capire come l’Ambrì abbia badato soprattutto alla sostanza, segnando la stragrande maggioranza dei propri gol da distanza ravvicinata e dallo slot, mentre i gol da lontano e dai lati sono stati praticamente una rarità. La situazione è ben riassunta dalle “heat map” seguenti, che raffigurano con diversi tipi di visualizzazioni i dati relativi alle zone da cui sono arrivate le reti.
Interessante e particolare notare come i gol siano arrivati in maggior numero dal lato destro della pista (prospettiva del portiere). Vista la quasi assenza di giocatori “right” in squadra – solamente Duca, Grassi e Hall tra gli attaccanti, escludendo il poco impiegato Stucki – si arriva a dedurre come i tiri al volo siano un’arma poco sfruttata dall’Ambrì, anche in seguito ad una poca flessibilità in questo senso.
Il fatto di aver segnato così tanto da distanza ravvicinata – spesso risolvendo anche situazioni piuttosto concitate – ha permesso di ovviare al tasso tecnico che separava l’Ambrì da buona parte delle avversarie, contribuendo probabilmente nel permettere di avere sorprendentemente la sesta efficacia al tiro di tutta la NLA con il 9,71%. D’obbligo però l’utilizzo del condizionale, visto che non si hanno a disposizione i dati completi in merito alle zone da cui sono stati tentati ed effettuati tutti i tiri.
L’Ambrì ha cercato di fare di necessità virtù, ed è sopravvissuto grazie ad un’alta percentuale realizzativa e a delle serate particolarmente ispirate di Zurkirchen. I dati in questo senso sono chiari: tutte (!) le 20 vittorie dell’Ambrì Piotta – tranne quella alla seconda giornata contro gli ZSC Lions ai rigori – sono arrivate al termine di partite in cui il PDO è stato eccezionalmente alto (oltre il 102%, soglia che determina delle prestazioni oltre le proprie potenzialità).
I vantaggi sono però stati gestiti con sapienza dall’Ambrì. In 29 partite di regular season i biancoblù hanno segnato per primi, ed in 21 di queste hanno saputo ottenere un risultato positivo. In 19 occasioni erano invece in vantaggio dopo due periodi di gioco e, quando questo è successo, solamente una volta non è stato ottenuto alcun punto. In tutte le altre 18 circostanze l’Ambrì è riuscito a portare a casa un risultato utile.
Interessanti anche i dati relativi alla posizione da cui sono stati subiti i gol, anche se per un’analisi completa andrebbero correlati con i dati – purtroppo non disponibili – delle posizioni da cui sono partiti tutti i tiri fronteggiati da Zurkirchen e Wolf durante l’ultimo campionato. Il fatto di aver subito la grande maggioranza di reti dallo slot rientra nella logica delle cose, anche se l’alta percentuale evidenziata dall’Ambrì fa suonare un campanello d’allarme.
Poche infatti le reti incassate dalla distanza e dai lati, mentre l’altissimo numero di gol da pochi metri è un problema che andrà sicuramente risolto in vista del prossimo anno, e che chiama in causa concentrazione, senso della posizione, organizzazione tra gli effettivi in pista ed anche una maggior componente fisica. In questo senso il reparto difensivo dell’Ambrì del prossimo anno peserà in media tre chili in più (da 85,22 kg a 88,11) e sarà un paio di centimetri più alto (da 181 a 183).
L’Ambrì della prossima stagione
Per completare la squadra che affronterà il campionato 2016/17 ai biancoblù mancano ancora almeno due pedine, ovvero uno straniero – idealmente un “right” – ed il portiere di riserva. In un mondo perfetto si potrebbe pensare anche all’arrivo un attaccante svizzero che possa giocare nella top-six, così da alleviare un po’ di pressione ad un Lhotak che sarà comunque chiamato a rivestire un ruolo fondamentale il prossimo campionato.
Il fatto di avere la grande maggioranza di giocatori “left” rimarrà comunque un limite con cui Kossmann dovrà tornare a convivere, con praticamente solo Duca, Hall e verosimilmente lo straniero mancante che saranno “right”. Hall gioca però al centro ed il suo impatto è limitato in questo senso, mentre gli altri due right in squadra, Kostner e Stucki, sono giocatori complementari. In difesa il solo Fora è right.
Per cercare di capire come costruire la formazione del prossimo anno questo è dunque un elemento centrale da tenere in considerazione. Con soli tre arrivi sul fronte offensivo (calcolando lo straniero mancante) ed altrettante partenze, è inoltre importante tenere conto delle sinergie sviluppatesi nel corso dell’ultimo campionato, che possono rappresentare un buon punto di partenza per avere sin da subito una rosa stabile. Kossmann dal suo arrivo ha provato tantissime combinazioni diverse, che hanno prodotto quanto segue.
Per valutare l’intesa tra un giocatore ed in suoi compagni di squadra, può essere utilizzata una statistica avanzata molto interessante chiamata “WOWY” (acronimo di “With Or Without You”), che stabilisce con quali compagni un determinato giocatore evidenzia le prestazioni migliori. In questo senso l’approccio ideale è quello di basarsi sul CORSI (differenziale dei tiri provati quando determinati giocatori sono sul ghiaccio), ma vista l’assenza di questi dati in Svizzera, abbiamo cercato un’alternativa.
Per arrivare ai grafici WOWY dei giocatori dell’Ambrì Piotta ci si può basare sui dati relativi ai compagni con cui i vari giocatori hanno ottenuto i propri punti nella passata stagione. Si ottiene una tabella che va ad indicare con chi un determinato giocatore ha ottenuto i suoi punti, evidenziando delle intese interessanti. Da questi dati è poi possibile costruire le tabelle WOWY di ogni elemento, mettendo in una forma grafica più leggibile i seguenti dati numerici.
La situazione al centro è piuttosto chiara, con Emmerton a guidare la prima linea, Hall a fare da perno ad un blocco più fisico e Fuchs che dovrebbe essere rivestito di un ruolo maggiore dopo la scorsa stagione, buona ma che ha mancato di esprimere le vere potenzialità del giovane. Resta Kamber, che nel quarto blocco e in powerplay potrebbe trovare la sua dimensione.
Dai dati WOWY della passata stagione, il compagno “preferito” di Emmerton in attacco (tra quelli ancora in squadra) è stato Lhotak, a cui sicuramente verrà riservato un ruolo importante. Il legame è ricambiato dallo stesso ceco, che ha messo a segno il maggior numero di punti la scorsa stagione in combutta con Emmerton e Monnet. Nella logica di avere almeno un giocatore right nel primo blocco – lo straniero mancante – è presumibile che Monnet verrà impiegato in un altro terzetto.
Uno dei legami più forti instaurati nel corso della passata stagione è però stato quello tra Adam Hall ed Adrien Lauper, i quali hanno ottenuto l’uno con l’altro il maggior numero di punti. Spesso e volentieri la loro linea è stata una delle poche non toccate da Kossmann, a cui veniva spesso affiancato Monnet. Quest’ultimo non ha però evidenziato un feeling particolare con gli altri due, ottenendo solo un punto con Hall e nessuno con Lauper.
Chi invece si è inteso meglio con i due, pur giocando meno, è stato Bastl, giocatore che se si vorrà sopperire alle importanti partenze dovrà essere recuperato. Il giocatore “preferito” dell’ex ZSC Lions era stato proprio Lauper (5 punti con lui), mentre il secondo Hall (4). Potrebbe dunque essere interessante vederli assieme, in una linea “pesante”, capace di giocare fisico ed andare dritta sulla porta.
Il blocco mantiene inoltre la caratteristica di poter essere schierato contro le migliori linee avversarie ed in occasione di ingaggi in zona di difesa, risultando per tipologia di gioco una classica terza linea.
Considerando la buona intesa tra Kamber, Duca e Bianchi, si può immaginare una terza linea con Fuchs al centro di Monnet e del nuovo arrivato Berthon, giocatore tutto da scoprire e che dovrebbe ricordare vagamente il tipo di contributo che sapeva dare Daniele Grassi. Questa sarebbe l’unica linea composta interamente da left.
Rimane così una quarta linea che vanta una buona intesa tra Kamber e Duca, che lo scorso anno hanno ottenuto la maggioranza dei loro punti uno con l’altro.
L’ultimo posto disponibile sarà poi da conquistare tra Elias Bianchi e Dario Kostner, con l’ex bianconero che ha il vantaggio di essere un right, ma avendo già Duca questa caratteristica, il tutto potrebbe avere poca influenza. Bianchi ha inoltre messo a segno qualche punto con Kamber lo scorso anno (5), suo compagno preferito unicamente a Grassi.
Ne scaturisce così un lineup che vedrebbe probabilmente Diego Kostner come 13esimo attaccante, mentre Christian Stucki potrebbe partire come ultima pedina nella gerarchia delle squadra.
L’icona a “lucchetto” indica un forte legame tra un giocatore e l’altro (maggioranza di punti ottenuti la scorsa stagione con quel compagno), il tutto nella direzione della freccia (esempio: Lhotak ha fatto registrare la maggioranza dei suoi punti in combutta con Emmerton, ma non viceversa).
Con le partenze di Pestoni, Giroux e Grassi ci saranno un totale di 92 punti da compensare sull’arco delle 50 partite di regular season, questo “semplicemente” per mantenere gli equilibri inalterati senza l’ambizione di migliorarsi. Il tutto dovrà essere raggiunto tramite la conferma da parte di alcuni giocatori di quanto mostrato la passata stagione, di ulteriori passi avanti che altri dovranno fare, e tramite una difesa che dovrà concedere meno realizzazioni sotto porta.
Cory Emmerton lo scorso anno ha ottenuto un buon bottino di 36 punti (15 gol) in 49 partite, pur disputando una prima parte di stagione di livello sicuramente maggiore rispetto alla seconda. La mancanza di continuità è stata un problema: il canadese non è mai riuscito a segnare per due partite di fila, e nelle ultime 20 partite ha ottenuto solamente tre gol. È andato a punti in metà delle partite disputate (25/49) ed uscito con un bilancio positivo da 17 sfide, in negativo da 18.
Una possibile fonte di preoccupazione nei confronti di Emmerton può essere rappresentata dalla sua alta percentuale al tiro – ben il 14.42% – sulla carta difficile da mantenere sul lungo periodo. La storia recente del giocatore è però dalla sua parte, visto che nei tre anni precedenti ha saputo tirare rispettivamente con il 17.3% (KHL), 14.54% (AHL) e 9.1% (NHL).
Di vitale importanza per la stagione dell’Ambrì Piotta sarà la capacità di confermarsi e progredire di Lukas Lhotak. Il 23enne ceco ha avuto l’attesa stagione della svolta nell’ultimo anno – 50 partite, 13 gol e 9 assist – e per la prima volta ha saputo realmente imporsi in NLA dopo quelle due stagioni con gli élite estremamente promettenti (106 punti in 91 incontri ma che necessitavano conferma, visto che i numeri non sono tutto).
Difficile fare una previsione nel suo caso, anche se è chiaro che con la partenza di Inti Pestoni, il ruolo di Lhotak sarà quello di giostrare nella top-six ed in powerplay. Rispetto alla stagione precedente (2014/15), lo scorso anno Lhotak ha praticamente raddoppiato la sua efficacia al tiro, passando da una percentuale realizzativa del 6,67% ad un ottimo 12,75. Non è dunque da escludere un calo in questo senso, che potrebbe però essere compensato dal fatto di giocare in un ruolo più importante, avere più ghiaccio e giocare con regolarità le fasi in superiorità. Lhotak lo scorso anno ha scagliato 102 tiri, verosimile credere che questo numero sia destinato a crescere.
Cruciale sarà anche il fatto che Monnet sappia ripetersi. 13 gol e 13 assist in 48 partite sono state un buon bottino per il 34enne, ottenute però con un’alta percentuale realizzativa del 15,66%, la più alta di tutta la squadra alle spalle solamente di Adam Hall (17,46). Negli ultimi anni Monnet si è sempre espresso sopra il 10%, ma solamente nel 2012/13 aveva saputo trovare la rete con così tanta efficacia (16.82), di conseguenza rimane tutt’altro che scontata una sua conferma.
Importante vedere come reagirà anche Hall, che giocherà verosimilmente la sua ultima stagione ad Ambrì e forse l’ultima della carriera. L’americano ha avuto la percentuale realizzativa più alta della squadra (11 gol segnati con 63 tiri, 17,46%), ma ha effettuato ben 46 tiri in meno della stagione precedente (106). Hall ha sì giocato 10 incontri in meno, ma la sua media di conclusioni è passata da 2,12 a 1,58. La sua bravura agli ingaggi ed il suo fisico possente lo hanno però “condannato” a giocare spesso contro le migliori linee avversarie e ad iniziare con frequenza le sue azioni con ingaggi difensivi, ed è possibile che questa strategia continui. Si può presumere che il suo bottino di punti per il prossimo anno difficilmente aumenterà.
Hall è uscito in negativo solamente da 11 partite (mai con un bilancio peggiore di -1, a parte un’occasione con un -2) ed in positivo in 15 occasioni. Ha ottenuto almeno un punto in 18 delle 40 partite giocate, ma ad inizio stagione ha avuto 13 partite consecutive senza un gol, mentre nelle ultime 15 ha ottenuto solamente due reti. Rimane un giocatore prezioso e di sostanza, ma forse un “lusso” per le sue caratteristiche in rapporto alla licenza straniera.
La difesa sarà ancora guidata da Mikko Mäenpää, autore di una buona prima stagione in NLA, con le sue prestazioni personali che hanno però rispecchiato l’andamento altalenante della squadra.
Il finlandese è stato il miglior marcatore della passata stagione tra i giocatori rimasti in squadra, grazie soprattutto ad un ottimo bottino di assist (31, anche se ben 18 erano in seconda). Mäenpää è andato a punti in oltre metà delle occasioni (24 partite su 46), ed è uscito in positivo da 21 ed in negativo da 18.
A livello di reti il suo contributo si è fermato a sei, ed in questo senso l’Ambrì avrà probabilmente bisogno di un Mäenpää capace di trovare la rete un po’ più frequentemente, soprattutto considerando quel periodo di addirittura 24 partite consecutive senza segnare. Non che non ci abbia provato, visto che nelle 46 partite disputate solamente in cinque non ha effettuato nemmeno una conclusione, con una buona media di 2.33 tiri a partita.
In powerplay è stato il miglior assist-man con nove passaggi decisivi (con Giroux ed Emmerton), ma il suo pericoloso slapshot ha prodotto solamente tre gol… Se vedremo un Mäenpää più produttivo in materia di reti, sarà probabilmente in questo settore che si vedrà la differenza.
Il giocatore più importante per l’Ambrì Piotta rimane però Sandro Zurkirchen, capace di fare un deciso passo avanti la scorsa stagione, la prima da titolare incontrastato. In pista per la prima volta praticamente per tutto il campionato – 48 partite disputate – è riuscito a mantenere una media di 2.89 reti incassate a partita, la stessa totalizzata un anno prima con soli 25 match giocati.
Evidente a tutti quanto l’apporto di Zurkirchen sia stato fondamentale, ma diventa lampante quando si vanno ad analizzare i numeri. Nelle partite in cui l’Ambrì è andato a punti (28), il portiere ha stabilito un’ottima media di parate del 93,63%, superando ben in 13 occasioni il 94% e giocando solamente in tre al di sotto del 90%. In 19 occasioni ha parato con oltre il 92%.
Nelle partite terminate senza un risultato utile (20) Zurkirchen ha invece stabilito una media dell’86,39% di parate. In occasione delle sconfitte ha sempre parato al di sotto del 90% tranne in cinque circostanze, mentre sono state quattro le partite in cui una prestazione di oltre il 93% è stata “sprecata” senza ottenere alcun punto. La correlazione tra punti ottenuti e buone prestazioni del portiere è dunque molto forte, soprattutto considerando come l’Ambrì sia stato spesso e volentieri superato in materia di tiri effettuati.
In definitiva, l’Ambrì è chiamato ad affrontare una stagione 2016/17 in cui dovrà essere estremamente disciplinato e concreto. La regolarità dei risultati e la capacità di evitare un inizio contraddistinto da diverse sconfitte da zero punti sarà determinante, così come la capacità di proporre un tipo di gioco che eviti di essere nuovamente protagonisti di vertiginosi alti e bassi.
Trovare il modo di passare più tempo in fase offensiva sarà uno dei difficili compiti di Kossmann, che deve evitare che l’Ambrì basi troppo spesso i propri successi su delle alte percentuali di parate di Zurkirchen unite a delle alte medie realizzative dei propri attaccanti. Un andamento del genere permette di fare alcuni punti, ma sul lungo periodo non consente di raggiungere i propri obiettivi.
Come normale che sia, però, saranno anche le prestazioni individuali a fare la differenza. Lukas Lhotak dovrà dimostrare di poter ulteriormente progredire ed assumere un ruolo importante, mentre Cory Emmerton sarà chiamato ad essere quello del 2015 per tutto il corso della stagione. Scontata l’importanza di non sbagliare l’ultimo ingaggio straniero, così come quella di una conferma sugli stessi livelli di Monnet.
Indipendentemente dal nome del secondo portiere, Zurkirchen sarà nuovamente chiamato a giocare un gran numero di partite e a garantire una certa solidità, imprescindibile se l’Ambrì vorrà avere successo. Sarà però a livello di collettivo ed organizzazione di squadra che i leventinesi dovranno fare dei passi avanti, per ridurre al minimo gli errori evidenziati nel corso dell’ultima stagione.