SAN PIETROBURGO – Al suo ritorno nell’élite mondiale dell’hockey dopo 7 anni, l’Ungheria di Rick Chernomaz (assistito da Diego Scandella) ha affrontato nella gara di mezzogiorno la Slovacchia allo Yubileum.
Contro una delle (ex) grandissime dell’hockey mondiale, gli ungheresi, tra le cui fila c’è anche Frank Bahnam, ex conoscenza svizzera, non ha affatto sfigurato, nonostante gli evidenti limiti tecnici. Principali indiziati alla relegazione, Vas e compagni hanno saputo tenere sul chi vive gli uomini di Ciger fino al terzo tempo, resistendo grazie alla grinta e alla voglia di ben figurare. Alla rete di apertura di Tomas Marcinko ha infatti risposto lo stesso Frank Bahnam, che pareggiando al 13’30” ha trovato anche la sua prima rete alla prima partita di un mondiale A, il tutto alla “veneranda” età di 41 anni.
La Slovacchia ha però trovato il game winning gol al 17’43” grazie a Jurco, andando con il decisivo vantaggio alla prima pausa. L’Ungheria ha giocato una gara coraggiosa e piena d’orgoglio, ma agli slovacchi è bastato giocare una gara disciplinata per incamerare i primi 3 punti del torneo, legittimati con le reti di Sekera al 35’09” e di Lusnak al 57’43” a porta sguarnita, per il 4 a 1 finale.
MOSCA – Il primo scontro fra nordiche è andato alla Danimarca, che ha battuto con un secco 3 a 0 la Norvegia di Mats Zuccarello. Una squadra poco esperta ma decisamente talentuosa quella allenata da Jan Karlsson, che può annoverare tra le proprie fila i vai Lars Eller, Nikolaj Ehlers, Niklas Jensen, Patrick Björkstrand e Jannick Hansen.
Proprio Jensen, attaccante in forza ai Wolf Pack di Hartford è stato il principale mattatore della serata, chiusa con una doppietta tra cui un gran gol a tu per tu con il portiere norvegese Haugen.
Inutile e infruttuoso il forcing finale della Norvegia, anche in 6 uomini contro 5, che ha invece prodotto il definitivo 3 a 0 ad opera del citato Niklas Jensen, che ha arrotondato il punteggio dopo il raddoppio del suo omonimo Jesper Jensen.
La Norvegia ha fatto più gioco durante il match, ha tirato di più, ma la maggior disciplina e la capacità di far male a quasi ogni ripartenza sono sfociate nella gara quasi perfetta per i danesi, che vanno ad incassare 3 preziosissimi punti contro un avversario diretto.
SAN PIETROBURGO – Il “derby” tra Francia e Germania è andato ai bleus di Cristobal Huet, che in Russia sta disputando il suo 12esimo mondiale di gruppo A. L’esperto portiere del Losanna è stato supportato dai compagni, conto dei tedeschi sempre ostici da affrontare per la fisicità messa in pista ma che stanno perdendo anno dopo anno i pezzi (o le generazioni) più talentuosi della propria nazione.
Ai vari Draislaitl, Rieder e Holzer, con l’esperto Erhoff, hanno fatto da contraltare giocatori forse meno in vista ma altrettanto interessanti, come il più conosciuto Bellemare o, tra gli altri, Tim Bozon, Damien Fleury, Yohann Auvitu e Teddy da Costa, fratello del più celebre Stephane, non presente a questi mondiali.
Partita dura, fisica e correlata da diverse penalità, non certo uno sponsor del bel gioco, e alla fine l’equilibrio l’ha fatto da padrone. Tempi regolamentari finiti sul 2 a 2 per effetto delle reti di Raux, Rieder, Schütz e Claireux, e overtime senza ne vincitori ne vinti. Ai rigori l’ha così spuntata la Francia, grazie alla sola rete di Fleury, mentre Huet ha stoppato tutti i tentativi dei tedeschi, e anche per Marco Sturm è già in salita.