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Interviste

Shedden: ‘Il fattore pista non conta, ma non possiamo avere 9 avversari’

LUGANO  – Riportarsi sul 2-2 e con la possibilità di andare ad un passo dal titolo martedì sera, oppure tornare in Ticino con le spalle al muro e sotto 3-1. Sono questi i due scenari che si pongono di fronte al Lugano sabato sera, quando la sfida della PostFinance Arena darà importanti indicazioni su dove sta andando a parare questa finale.

“Il fattore pista oramai non conta più – ha spiegato Shedden venerdì prima di salire sul bus con la squadra e partire verso al Capitale – potremmo anche giocare in Alaska a questo punto, non cambierebbe nulla. Ognuna delle due squadre sta facendo capo ad ogni risorsa per arrivare alla Coppa, ora dobbiamo andare a Berna per vincere. Siamo usciti vittoriosi per tre volte dalla pista di Ginevra, che è molto più difficile di quella bernese, anche se in casa gli orsi vengono favoriti da qualche decisione arbitrale discutibile di tanto in tanto”.

Una delle cose più importanti, però, sarà proprio quella di lasciarsi alle spalle le frustrazioni derivanti dalle ultime due partite, per evitare di perdere quella fondamentale concentrazione necessaria per uscire vivi dalla bolgia della PostFinance Arena. Shedden, però, qualche ultimo appunto ha voluto farlo:

“Giovedì a volte sembrava di ritrovarsi in una scena del famoso film ‘Slapshot’, oppure in una di quelle partite che ho giocato ad inizio anni Ottanta… Non c’era più alcuna regola. Questo ci sta fino ad un certo punto, ma quando c’è così tanto in gioco non va bene, e c’è da chiedersi quanto onesta sia l’affermazione di un arbitro che mi viene a dire che non ha visto il fallo su Brunner. È già difficile giocare contro cinque avversari, figuriamoci se diventano nove!”.

Anche sul gol decisivo di Schwerey il coach del Lugano ha visto un episodio che non gli è piaciuto:Il linesman che ha eseguito l’ingaggio non è stato fermo come dovrebbe, ma è indietreggiato impedendo a Kparghai di chiudere su Scherwey… È una situazione stupida che risolve una partita. Tutto si decide su questi dettagli, ed ora dobbiamo iniziare a crearci la nostra fortuna ed i nostri rimbalzi favorevoli”.

Cioè che è certo, è che il Lugano non potrà scendere in pista sabato sera come ha fatto martedì: “Non mi aspetto una partita come Gara 2, semplicemente perchè quella non l’abbiamo giocata – ha spiegato Sheddense giocheremo ancora così torneremo a casa sotto per 3-1. Dobbiamo dare tutto, ed i nostri migliori giocatori devono segnare altrimenti non andremo da nessuna parte. Elvis sta giocando alla grande, i difensori danno tutto per giocare duro, ma abbiamo bisogno dei nostri scorer”.

La terza sfida della serie, pur persa, ha comunque dato indicazioni positive a Shedden, il quale ha ammesso di aver “visto la reazione che volevo… Se non avessimo reagito così, avrei dovuto controllare il battito cardiaco dei miei giocatori per assicurarmi che fossero ancora vivi. Ora dobbiamo dimostrare al Berna di poter giocare anche noi quel gioco fisico che loro vogliono fare in casa”.

A differenza di quanto successo nella prima trasferta, il Lugano ha scelto di recarsi a Berna con un giorno d’anticipo, partendo già venerdì “È per far sì che tutti siano concentrati sull’hockey, lontano dalla famiglia… Non che i propri cari abbiano un’influenza negativa, ma isolarci un po’ permette di concentrarci completamente sulla sfida di sabato senza distrazioni. Io stesso ho la mia famiglia che mi è venuta a trovare dagli Stati Uniti, ma ora dobbiamo partire e pensare solo alla partita”.

Tra poche ore si vedrà se il tutto avrà sortito l’effetto desiderato, magari con qualche cambiamento alla formazione in pista, eventualità che Shedden ha lasciato intendere di considerare molto da vicino. Non da escludere, dunque, che possa rivedersi Stapleton.

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