Ci sono i regolamenti, e poi c’è il buonsenso. In un mondo ideale questi due concetti potrebbero e dovrebbero coesistere, andando a regolamentare uno sport come quello dell’hockey che non è fatto solamente di voci e capoversi, ma anche e soprattutto di velocità, emozioni, giocate imprevedibili ed una miriade di situazioni diverse, che ben difficilmente possono essere giudicate con la necessaria correttezza semplicemente interpretando un documento, pur completo che sia.
Dopo una regular season in cui le decisioni disciplinari prese dalla Lega hanno fatto raramente l’unanimità, quasi a suonare un campanello d’allarme sono arrivati gli episodi degli ultimi giorni, che hanno messo a nudo i difetti di un’organizzazione che ha ancora tanto da lavorare, per permettere al campionato svizzero di elevare davvero il suo livello. Situazioni queste venutesi a creare per aver interpretato il regolamento alla lettera, senza lasciare spazio nella valutazione di quanto successo sul ghiaccio ad un minimo di flessibilità, buonsenso oppure all’intervento della tecnologia.
Si pensi al rigore di Fredrik Pettersson, accordato dagli arbitri nonostante un’esecuzione chiaramente irregolare, che non ha preso di sorpresa solamente Tobias Stephan, ma probabilmente anche gli occhi dei direttori di gara, ritrovatisi a decidere il da farsi senza poter rivedere quanto avvenuto al monitor. Con quattro arbitri a guardare un solo giocatore, si resta sorpresi di come nessuno si sia fatto avanti per prendersi la responsabilità di segnalare l’irregolarità, ma è altrettanto vero che non poter andare a riguardare l’esecuzione è un limite altrettanto cervellotico. Lo Zugo si è fatto sentire con un ricorso, la Lega l’ha rimandato al mittente allegando probabilmente una lettera di scuse, e tutto è finito qui.
Dove invece la tecnologia può intervenire, il tasto “play” dovrebbe essere premuto con buonsenso. Ne è stato un esempio lampante il caso che ha visto protagonista Gregory Hofmann, reo di aver infranto la regola “Don’t touch the ref”, toccando – nemmeno spingendo! – Andreas Fischer nel penultimo turno di regular season. Lo “zebrato” era poi caduto facendo un po’ di scena, conferendo all’episodio più importanza di quella che probabilmente avrebbe dovuto ricevere.
Dopo l’apertura della procedura ordinaria, la visione del video ha sì confermato la sbadataggine dell’attaccante bianconero, ma ne ha anche resa palese la non intenzionalità. Hofmann si era scusato, sia sul ghiaccio che nei corridoi della Resega a fine partita, e tutti avevano archiviato la questione con un bel “sono cose che capitano”. La Lega si è però presa il suo tempo – troppo! – e mentre Hofmann ha potuto giocare il derby, il Lugano si è poi ritrovato senza uno dei suoi giocatori più esplosivi ad un amen dall’inizio dei playoff. Due partite per aver “toccato” un arbitro. Beh…
La situazione era sicuramente diversa nel caso di Marco Maurer, che si è scontrato con l’arbitro in maniera decisamente più energica, nel tentativo di raggiungere un disco nel match contro l’Ambrì. Giusto in questo senso mandare un messaggio, poco sensato farlo con 11 partite di squalifica, quando un check alla testa, da tergo, bastonate o altri interventi pericolosi vengono di norma puniti con 2-6 partite di squalifica. Se un segnale deve essere mandato, che contenga perlomeno il messaggio giusto.
Di questioni in sospeso ce ne sono però ancora diverse, con Collenberg che aspetta di sapere l’entità della sua squalifica per il brutto intervento su Alexandre Picard, mentre per Sprunger non è nemmeno stata aperta una procedura ordinaria per il suo intervento su Rubin (la procedura si sarebe aperta automaticamente all’invio del video da parte del Ginevra, cosa che non è avvenuta… Non sorprendiamoci se arriverà una vendetta sul ghiaccio). Il grigionese è un gladiatore e ha stretto i denti per giocare gara 2, mentre il ginevrino passerà parecchio tempo all’ospedale.
Ci sono poi le varie bastonate di Holden a Lapierre e Klasen in gara 2, con lo svedese che non si è più visto sul ghiaccio nel finale di partita… Conseguenze che siamo sicuri sono ben più serie di quelle riportate dall’arbitro spintonato da Maurer, ma allo stato attuale delle cose non è escluso che possa prendere più partite Louhivaara, che alla Valascia sabato ha sgambettato inavvertitamente un arbitro.
Sto ancora aspettando l’apertura di una procedura contro #Holden…#HCL #EVZ@OfficialHCL @SwissIceHockey pic.twitter.com/u71dQ8wppj
— Dominick von Burg (@Lord_Burg) 6 marzo 2016
Un certo imbarazzo c’è infine stato anche nella seconda sfida tra Berna e ZSC Lions, con Rundblad che si è visto annullare il gol dell’ipotetico 2-2 in seguito al disturbo di Schäppi nei confronti del portiere Stepanek.
La decisione lascia increduli, soprattutto sapendo che gli arbitri hanno potuto riguardare il tutto al video, con episodi del genere che non fanno altro che alimentare il malcontento degli appassionati. Questa situazione da settembre potrà essere analizzata una seconda volta grazie al challenge, ma il tutto deve essere supportato da un sistema decisionale più credibile. Se si vuole imitare la NHL, allora che lo si faccia sino in fondo.
Insomma, uno dei migliori campionati d’Europa è entrato nella sua fase più spettacolare, ma non tutte le parti in gioco sembrano essere arrivate in forma all’appuntamento.
Don’t touch the ref.