KLOTEN – LUGANO
5-4
(2-0, 3-2, 0-2)
Note: Swiss Arena, 4’801 spettatori. Arbitri Eichmann, Koch; Borga, Kohler
Penalità: Kloten 3×2′, Lugano 3×2′
KLOTEN – Questa partita il Lugano l’ha persa solo perché il Kloten era superiore ai bianconeri. Non è vero, il Kloten ha vinto perché per il Lugano questa vittoria era meno importante. Dove sta la verità? Probabilmente nel mezzo, come sempre.
È vero che l’esito di questa partita aveva delle ripercussioni decisamente diverse per le due contendenti, e sicuramente pesavano molto di più per gli aviatori. Con questi tre punti, infatti, gli uomini di Simpson fanno un passo deciso verso i playoff, mentre il Lugano vede “solo” sfumare il quarto posto.
È che per i due obiettivi diversi delle squadre in pista lo sforzo, inconsciamente o di proposito, ha un’intensità diversa, perché se è vero che a parole Shedden e giocatori volevano il quarto posto a tutti i costi, bisogna poi vedere come si reagisce in partita quando si va sotto per 2-0 e 5-2 in poco tempo, e allora ci si chiede se il santo vale la candela.
Non si dice niente di nuovo con questo, è inutile nasconderlo, ed è assodato che all’ingaggio d’inizio c’erano un Kloten che doveva gettare il cuore oltre il famoso ostacolo e un Lugano che anche in caso di sconfitta – come è stato – non avrebbe fatto drammi eccessivi, dato che le top 4 erano sfuggite più che altro prima dell’ultima pausa.
Comunque va detto, prima che ci si scagli, il Lugano ha denotato l’atteggiamento giusto dal primo ingaggio, trovando anche alcune buone occasioni fermate dall’eccellente Boltshauser, prima di subire un micidiale uno-due firmato Bieber e Guggisberg sulle prime incursioni degli aviatori. Due gol evitabili, il primo da Merzlikins, il secondo per un mal posizionamento sull’entrata nel terzo del Kloten in power play, e Kloten esaltatissimo.
Un Lugano diventato leggero, almeno molto più di un Kloten che giustamente, vista la situazione, non ha mollato di un millimetro, e Shedden ha dato molto spazio al terzo e al quarto blocco, risparmiando il fiato soprattutto agli svedesi. Svedesi che oltretutto sono sembrati una volta di più meno efficaci senza Martensson al loro centro, con uno Stapleton che in pista acciaccato non ha certo brillato.
E i terzetti da checker lines hanno approfittato dello spazio concesso, trovando 3 reti su 4 – con doppietta e decimo centro stagionale per Sannitz! – e molto lavoro fisico, dovendo faticare per contenere degli scatenati aviatori. Hollenstein e compagni hanno potuto amministrare la partita, dopo aver ritrovato il doppio e poi il triplo vantaggio praticamente a metà partita.
Essere arrivati sin sul 5-4 è stato poi un risultato semplicemente estetico, dato che il quarto gol di Lapierre è arrivato senza che il Lugano stesse facendo uno sforzo particolarmente convinto per rincorrere l’avversario.
Va detto, oltre ad averci messo un attitudine più rinunciataria il Lugano ha commesso diversi errori sulle reti subite, concedendo il proprio fianco destro alle veloci sovrapposizioni degli attaccanti di casa – prime due reti dixit – e ha peccato di marcature sugli attaccanti di un Kloten schierato molto alto nei primi due blocchi, che si è preso molti rischi ma che ha trovato pure le reti giuste al momento giusto.
Anche Merzlikins non è sembrato esente da colpe su almeno 2 gol dei padroni di casa, a differenza del suo dirimpettaio Boltshauser, autore di una partita a dir poco splendida, nonostante le 4 reti subite. Sì perché comunque il Lugano ha tirato molto in porta avversaria, spesso in maniera pericolosa, ma il giovane portiere zurighese ha spesso fatto la parte della Star della partita, e qualcuno ha voluto invece cercare la rete bella più che pratica.
Non a caso 3 reti su 4 sono arrivate con il traffico e il lavoro sulla porta, mentre le incursioni più ariose hanno avuto esito meno fortunato. Come si diceva, le verità tra due opposti stanno nel mezzo, e allora anche il Lugano dovrà ritrovare un certo equilibrio, perché 5 reti in mezz’ora sembrano davvero troppe, anche contro un Kloten affamato più che mai.
DIFFERENZA DI ATTITUDINE: Il Kloten ha trovato le reti decisive spingendo con forza e prendendosi anche dei rischi con una squadra spesso sbilanciata ma decisamente efficace.
Il Lugano i gol li ha trovati soprattutto quando ormai era tardi, e se non lo era ci ha pensato la concentrazione più bassa a rendere difficile le cose, come sul 4-2 di Casutt.
Per il Lugano vincere contava qualcosa, per il Kloten vincere era vitale. Ecco perché poi con attitudini così diverse è facile esaltarsi da una parte e deconcentrarsi dall’altra. I patatrac nascono così.