AMBRÌ – ZUGO
3-2
(0-0, 0-2, 2-0; 1-0)
Note: Valascia, 3’772 spettatori. Arbitri Eichmann, Prugger; Bürgi, Wüst
Penalità: Ambrì 2×2′, Zugo 4×2′
AMBRÌ – L’Ambrì vuole i playoff e, dopo quattro sconfitte consecutive ed un doppio svantaggio contro lo Zugo dopo due periodi di gioco, ha dimostrato di voler continuare a lottare. Semplice, infatti, sarebbe stato uscire scornati da quel secondo tempo, che aveva visto gli ospiti colpire cinicamente una compagine biancoblù più propositiva ma estremamente sprecona. La squadra di Kossmann non ha invece voluto arrendersi, ed ha trovato il modo di scaldare una gelida Valascia con un terzo tempo di grande carattere.
Sì, perché all’Ambrì per battere l’unica avversaria di NLA che sinora non aveva mai piegato – quattro sconfitte prima di martedì – ci è voluta una grande determinazione, un po’ di fortuna ed un marcato spirito di squadra, che ha permesso ai biancoblù di compattarsi e reagire dopo il disastroso ultimo weekend.
I leventinesi hanno però giocato a lungo con il fuoco, mancando l’appuntamento con il gol in maniera sin troppo frequente al cospetto di un avversario come lo Zugo, capace alla minima occasione di punire gli avversari. Questo è esattamente quanto successo a metà partita, quando un contropiede imbastito da Suri e concluso dall’immancabile Martschini ha cancellato un primo tempo che aveva visto un Ambrì sicuramente più pericoloso ma, proprio per questo, colpevole di non aver trovato il vantaggio.
Due le nette occasioni da rete lasciate “per strada” dell’Ambrì nella prima frazione, ovvero un contropiede del tandem Giroux–Pestoni, ed un tiro di Emmerton da ottima posizione con conseguente appetitoso rebound non sfruttato sul bastone (o meglio, sul pattino) di Lhotak. A tutto questo si aggiungono addirittura quattro powerplay – uno a metà, a cavallo dei due periodi – che non hanno però saputo nemmeno produrre un momentum favorevole, figuriamoci una rete.
Di positivo c’è sicuramente il fatto di aver costretto lo Zugo a giocare praticamente tutta la seconda metà di primo tempo in quattro uomini, perché è anche vero che se il powerplay non ha assolutamente funzionato, il fatto di aver guadagnato così tante superiorità è comunque sintomo di un periodo giocato in maniera particolarmente attiva. Certo, magra consolazione, ma dopo la passività dell’ultimo fine settimana, la prima cosa che si chiedeva all’Ambrì era quello di tornare a portare energia in pista. Da questo punto di vista, nulla da eccepire.
Con Adam Hall sempre assente perché ammalato – così come Gautschi – ed il conseguente inserimento di Nordlund, coach Kossmann ha forzatamente modificato le linee di powerplay, che hanno però avuto una netta difficoltà anche solamente nell’entrare nel terzo. Una volta installati i tiri sono poi stati poco frequenti, ed hanno lasciato spazio al proverbiale passaggio di troppo, quando in un periodo di “magra” degli special teams, sarebbe forse più saggio cercare una rete sporca spedendo qualche puck in più nello slot.
Il match è comunque proseguito su dei binari piuttosto confusi e per certi versi inusuali per lo Zugo, solito a proporre un gioco più lineare e con uscite dal terzo ed impostazioni ben più pulite di quanto ammirato alla Valascia. Nessuna sbavatura si è però verificata nel gol d’apertura di Martschini e nel raddoppio in powerplay di Sondell, bravissimo con un movimento del corpo ad eludere la copertura di Bastl e a fulminare Zurkichen di polso.
Autore di 39 parate, il portiere biancoblù merita sicuramente una nota di merito, sia per aver reagito ottimamente dopo l’incubo vissuto all’Hallenstadion, sia per aver di fatto salvato i suoi in diverse circostanze, pur venendo anche aiutato dal palo su quell’azione potenzialmente letale di Bürgler nel terzo tempo.
Terzo tempo che è stato prevalentemente a tinte biancoblù, anche se dopo il primo gol di Kamber i leventinesi non hanno saputo sfruttare lo slancio per operare una reale pressione su Tobias Stephan. Era però evidente a tutti che l’Ambrì non avesse alcuna intenzione di mollare – ma questo lo si era già visto anche nei precedenti 40 minuti – e da un errore di Morant è arrivato il gol di Lhotak, alimentato da un suggerimento perfetto di Emmerton.
Il canadese, criticato negli scorsi giorni oggettivamente a giusta ragione, ha risposto martedì con una grande prestazione, contraddistinta finalmente dal pattinaggio e dall’intensità che ci era solito mostrare in passato. Non a caso, infatti, è stato lui a firmare il gol che all’overtime ha interrotto la serie negativa dell’Ambrì e riportato i suoi sopra linea, facendo dunque sperare nell’ottica di una sua ripresa di continuità.
Sul gol decisivo va inoltre dato atto a Giroux di aver svolto un importante compito, sfiorando a ripetizione il gol e permettendo poi a Mäenpää di mettere in mezzo il puck che Emmerton ha spedito in rete. Il numero 10 ha giocato una partita migliore – probabilmente la sua migliore del 2016 – pattinando di più e costruendosi una bella dose di occasioni da rete. Se da un lato questo è un primo passo nella giusta direzione, dall’altro è evidente che il suo compito rimane quello di segnare, e di conseguenza ci si aspetta che già dal prossimo weekend Giroux torni su tabellino.
È però a livello di squadra e di carattere che l’Ambrì ha costruito questa vittoria, arrivata più grazie alla determinazione del gruppo che alla precisione dei singoli. Il successo dà sicuramente fiducia e calma all’ambiente, soprattutto in vista della difficile trasferta di Ginevra e del match casalingo contro il rognoso Langnau. Preparasi per il prossimo weekend sarà però un po’ più semplice, guardandosi allo specchio e sapendo di essere all’ottavo posto.
CREDERCI, CONTRO OGNI PRONOSTICO: Rimontare è un esercizio che in alcuni frangenti della stagione era riuscito particolarmente bene all’Ambrì, ma dopo quattro sconfitte consecutive ed un ultimo weekend da incubo, credere nei propri mezzi con due reti da recuperare in 20 minuti allo Zugo non era evidente.
Duca e compagni hanno però avuto il merito di non mollare e, forse sorprendendo lo Zugo, hanno giocato un terzo tempo con il coltello tra i denti, ridando vita ad una serata che sembrava destinata a restare gelida. Ma si sa, alla Valascia il potere delle emozioni può fare magie.
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