FRIBORGO – LUGANO
3-1
(0-0, 2-1, 1-0)
Note: BCF Arena, 6’221 spettatori. Arbitri Prugger, Wehrli; Fluri, Progin
Penalità: Friborgo 4×2′, Lugano 9×2′
FRIBORGO – Si arresta di fronte all’ormai non più sorprendente Friborgo Gottéron la mini serie positiva del Lugano, sconfitto in terra burgunda per 3-1 da Bykov e soci in un match altamente spettacolare e ricco di emozioni.
Ci si attendeva una partita difficile per i bianconeri, e così effettivamente è stato, ma a parte un primo tempo un po’ sofferto, la squadra di Shedden ha per diversi tratti dominato i padroni di casa, non riuscendo però a trarre profitto dalle numerosissime occasioni da rete prodotte.
Sempre privo di Steinmann ma con di nuovo Ulmer, il Lugano la sua partita l’ha cominciata effettivamente alla rete di del vantaggio di Klasen, dopo un delle fasi in cui era stato occupato a lasciar “sfogare” la verve di un infiammato Friborgo.
La rete dello svedese, che sta tornando ai livelli per cui è conosciuto, ha dato coraggio ai bianconeri, che hanno sviluppato un enorme mole di gioco, mettendo alle corde i burgundi per diverse fasi del periodo centrale arrivando a giocare dei veri e propri power play a 5 contro 5.
Forechecking, difesa della propria linea blu e transizioni immediate hanno portato uno dopo l’altro numerosi attaccanti dalle parti di Conz, ma l’imperizia sotto porta è uno dei problemi su cui lavorare. Incredibile il numero di occasioni mancate, non sempre per bravura di Conz, e la beffa pareva già nell’aria. Beffa verificatasi nel giro di pochi secondi, quando Sprunger e Abplanalp hanno girato la contesa nel primo momento in cui il Friborgo ha messo fuori la testa.
Un colpo duro da digerire, ma come contro Losanna e Kloten, Brunner e compagni hanno continuato a lavorare, faticando però a trovare lo spazio davanti al portiere ospite, con un power play funzionato solo a tratti e commettendo troppi falli – ci sarebbe da discutere sulla linea arbitrale, ma tant’è… – che hanno spezzato il ritmo, permettendo a Salminen e banda di continuare a rendere la sfida un appassionante e spettacolare montagna russa con grandi occasioni sui due fronti.
In fondo il Lugano avrebbe avuto tutte le occasioni e le capacità di pareggiare la sfida, ma il Friborgo è stato più bravo a sfruttare i momenti buoni, soprattutto con il 3-1 finale in power play – chiamata arbitrale quantomeno dubbia su Furrer – che ha spezzato le ali dei ticinesi quando si stavano preparando all’assalto finale che parevano in grado di concretizzare nonostante un calo di lucidità negli ultimi minuti.
A spuntarla è stato così il Friborgo, al termine di un match spettacolare e intensissimo, nel quale entrambe le squadre si sono affrontate a viso aperto e con pochi tatticismi. Le due formazioni hanno sfruttato a fasi alterne il proprio forechecking per indurre in errore di transizione l’avversario e causare turn over a centro ghiaccio, ciò che ha reso la sfida velocissima e appassionante.
Il Lugano ha commesso l’errore di non sfruttare le occasioni, ma ha tenuto benissimo finché ha potuto in box play, segnale di una squadra che diviene solida ma che ha ancora qualche black out soprattutto a 5 contro 5, come d’altronde è capitato anche ai padroni di casa.
Nonostante la sconfitta, i bianconeri da una lato continuano pian piano con la loro crescita, dimostrando di saper imporre il loro gioco anche in casa di avversari come il Gottéron, ma fanno un passo indietro alla voce “shooting” e concentrazione, necessari per chiudere gli incontri o perlomeno indirizzarli su binari favorevoli quando è il momento di farlo.
Da non sottovalutare il numero di falli commessi – certo, qualcuno decisamente opinabile – sintomo di indisciplina ma a volte anche di troppa foga, confusa con la grinta, oltre che figli anche di qualche errore di troppo col disco. Insomma, il Lugano deve farsi crescere anche la mano fredda al posto del braccino.
LA CAPACITÀ REALIZZATIVA NEI MOMENTI CHIAVE: Già contro il Kloten il Lugano ha giocato un favoloso secondo tempo, creandosi una decina di occasioni nitide, ma sfruttandone solo una. A Friborgo la cosa si è ripetuta, in un periodo centrale dominato in buona parte dai bianconeri, ma che ha fruttato un solo gol a favore e paradossalmente due dell’avversario.
Il Gottéron ha sfruttato le occasioni quando ha dovuto farlo, il Lugano invece – aldilà del blackout costato il 2 a 1 – ha litigato con la mira e la mancanza di freddezza quando avrebbe potuto rientrare benissimo in partita. Stavolta, a differenza della sera precedente, il risultato finale ha punito la squadra di Shedden.