LOSANNA – LUGANO
3-4
(2-1, 0-2, 1-0; 0-1)
Note: Malley, 6’282 spettatori. Arbitri Koch, Stricker; Fluri, Mauron
Penalità: Losanna 4×2′, Lugano 4×2′
LOSANNA – Alzi la mano chi, fino al 19’55” non era seriamente preoccupato. Pochi presumo, i più ottimisti, ma anche chi vive di sano realismo. Fino alla rete di Brunner il Lugano visto all’opera a Malley è stato qualcosa di tragico, come hanno testimoniato non solo le due reti del Losanna, ma anche dal time out chiamato da Fischer già dopo soli nove minuti nove.
I bianconeri, presentatisi nel canton Vaud con Romanenghi al posto di Reuille e Merzlikins in porta, hanno sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare. Timing dei cambi, uscite dal terzo, duelli alle assi, passaggi e ingaggi. Il prevedibile fore checking degli uomini di Ehlers nella loro prima partita davanti al proprio pubblico ha sorpreso i ticinesi – anche se non avrebbe dovuto – e ha prodotto le prime reti di Pesonen e Herren, oltre a altre occasioni per i padroni di casa.
Fortuna vuole che in questo inizio di campionato Brunner sembri già in forma straripante e a soli 5” dalla prima sirena sia riuscito a infilare la prima e importantissima rete dei bianconeri al secondo tiro in porta della serata.
Questa rete ha svegliato i bianconeri, scesi in pista nel secondo tempo con perlomeno più ordine e attenzione, maggiormente attenti al gioco senza disco e girando la pressione del fore checking sulle spalle losannesi.
La maggior calma e il lavoro più costruttivo hanno portato tranquillità nelle fila bianconere e a guadagnarci maggiormente è stato Pettersson, che nel volgere di 4’ scarsi ha trovato il modo di girare la frittata con una doppietta tipica del suo repertorio. Con la partita incanalatasi su binari equilibrati e maggiormente tranquilli, il Lugano ha continuato a lavorare, commettendo sì ancora errori, ma dimostrando comunque di aver saputo reagire a quei disastrosi primi 20’.
Purtroppo un altro errore individuale grossolano, stavolta di Klasen – poi lasciato in panchina da Fischer – ha permesso a Froidevaux di trovare il 3-3 al 44’, rimettendo la sfida sul risultato di parità e ridandole slancio. I bianconeri avrebbero avuto anche delle belle occasioni da sfruttare ancora nel terzo tempo, ma uno sfortunato Bertaggia, l’indiavolato Brunner e Pettersson non sono più riusciti a bucare Huet. Questo fino al 42” di overtime, quando Furrer ha fulminato il portierone losannese dallo slot, ma grande merito di questa rete va a Chiesa, autore di un lavoro preparatorio insistito e intelligente.
Dopo aver visto il primo tempo era difficile prevedere un finale del genere, ma in difficoltà con gli schemi e gli automatismi, Filppula e compagni sono riusciti a cambiare almeno l’attitudine e la grinta, lavorando maggiormente e con più calma, lasciando poi che il maggior tasso tecnico facesse la differenza con un cinismo finalmente invidiabile.
La citata grinta rivista in pista tra le fila bianconere non a caso è accresciuta maggiormente dopo la doppietta di Pettersson e l’entrata in pista di Morini, quest’ultimo protagonista di molti cambi ad altissimo ritmo.
Quelli della Malley sono due punti importantissimi per sbloccare la stagione, ma anche per guadagnare morale in vista del grande lavoro che attende lo staff tecnico. Lavoro che dovrà puntare sulla concentrazione e sulla prontezza in entrata di partita e periodi, problema che purtroppo sembra non volersi staccare da ormai diverse stagioni.
LE RETI NEI MOMENTI CALDI: Se il Lugano è rimasto in partita dopo il primo tempo è grazie alla rete di Brunner al 19’55”. Oltre a quello del topscorer anche l’altro gol a fil di sirena di Pettersson al 39’05” ha lasciato il segno sulla partita, anche se poi i bianconeri hanno subito il pareggio nel terzo tempo.
Se poi dopo 42” di overtime Furrer trova la rete decisiva, ci si rallegra della capacità dei leader bianconeri di trovare i gol nei momenti caldi nonostante le difficoltà.