LUGANO – Finalmente ci siamo, dopo l’intenso periodo di preparazione, il grande lavoro, i dubbi, le certezze e gli entusiasmi, manca veramente poco al debutto del Lugano nella stagione 2015/16. Patrick Fischer – freschissimo di rinnovo – sembra aver sciolto quasi tutti i dubbi sulla formazione “tipo” che scenderà in pista alla Resega venerdì, questo soprattutto dopo le due amichevoli contro il Kloten.
La novità principale – che in realtà non lo è ma era già un’opzione – è quella che vede Brunner portato in prima linea con Klasen e Martensson, per una scelta che potrebbe sorprendere, ma che alla fine ha la possibilità di rivelarsi pagante, viste le caratteristiche estremamente offensive del numero 98. A far storcere un po’ più il naso semmai è la conseguente “relegazione” di Pettersson nella linea di Hofmann e Filppula, ma il top scorer dell’ultima stagione è un giocatore intelligente che sa adattarsi a qualsiasi ruolo e compagno, e farà di tutto per trovare la giusta collocazione.
D’altra parte si sta parlando di giocatori esperti e anche di leader e, nel caso le cose non funzionassero, tornare nel vecchio blocco sia per Brunner che per Pettersson non rappresenterebbe alcun problema. D’altra parte non ci sarebbe da stupirsi per questi cambiamenti, indolori all’interno del blocco, dato che come affermato dallo stesso Fischer, il line up offensivo sarà sempre composto da coppie fisse ala/centro, mentre il terminale più offensivo potrebbe venir scambiato di linea in linea senza per forza dover stravolgere gli equilibri che partono soprattutto da ogni centro.
Martensson avrà appunto il compito di trovare questo equilibrio in un blocco che risulterà comunque estremamente offensivo, e dalle amichevoli sono giunti segnali incoraggianti. Oltre ad aver trovato spesso la via della rete, il numero 9 ha mostrato di saper lavorare in maniera intelligente e di portare ordine in pista, ma dovrà anche aumentare la % di ingaggi vinti.
Il suo “dirimpettaio” Filppula è sembrato piuttosto in ombra in questo preseason, ma anche lui ha dovuto fare i conti con una linea praticamente nuova, con un Hofmann motivatissimo e ottimo scorer, e un Pettersson affiancatosi al finnico solo nelle ultime settimane.
Nel bottom six sembra delinearsi un disegno già più preciso soprattutto per ciò che concerne la terza linea. Steinmann, Walker e Reuille sembrano aver trovato la giusta miscela di lavoro fisico, velocità e acume, formando una checker line di assoluto livello che dispone anche di un discreto potenziale offensivo, nonostante non vi sia più l’apporto di Bertaggia.
Il figlio d’arte, uno dei più in forma in questi ultimi periodi estivi, ha mostrato il suo innato fiuto del gol, ma in una checker line non sa ancora portare il giusto mix di backchecking e movimento senza disco, risultando spesso sbilanciato. Il numero 13 andrà così a comporre un interessante quarta linea assieme a Fazzini – provato anche al centro, chissà che non lo si reinventi…- Kostner, Romanenghi e Morini, con i quali andrà ad alternarsi formando un energica linea “verde”.
Il reparto arretrato ha ritrovato tutti i suoi convalescenti, con il grande respiro di sollievo legato ad Hirschi, inizialmente dato per KO fino ad ottobre. Il capitano e Vauclair sembrano tornati a pieno regime, e una rosa profonda permetterà loro di limitare gli sforzi prolungati ed eccessivi. Questo sarà permesso anche dalla crescita di Sartori, ormai a tutti gli effetti un titolare dopo la scorsa bella stagione di debutto e le ottime prestazioni nel preseason.
Furrer ha lasciato tutti a bocca aperta per la velocità con cui si è inserito, e ha già formato con Chiesa una coppia completa, esperta, intelligente e di grande forza fisica. Chi sembra stia tornando a livelli che più gli competono è Ulmer, più slegato, motivato e decisamente attivo a tutta pista e di nuovo importante anche in powerplay. Kienzle e Kparghai completeranno una difesa di qualità, omogenea e affidabile, con la speranza che l’infermeria rimanga vuota il più a lungo possibile.
Più difficile prevedere quello che succederà in porta, dove ci sarà grandissima competizione tra Manzato e Merzlikins, ma è sicuro che ci si aspetteranno più apparizioni da parte del giovane lettone, e questo non potrà che dipendere anche e molto da lui.
A livello di gioco il Lugano non deve stravolgere nulla, l’ossatura della passata stagione si porta un sistema difensivo solido e molto mobile e una fase offensiva più “fantasiosa”, con molta libertà a Klasen e compagni purché si impegnino nelle azioni backchecking e siano attivi nel gioco senza disco. Per quanto riguarda il power play, nel preseason si sono viste delle difficoltà, ma l’arrivo di nuovi giocatori permette a Fischer di ritrovarsi con altre alternative da sfruttare, e se i bianconeri hanno faticato a trovare la via del gol in estate non c’è da preoccuparsi, con un attacco del genere, prima o poi qualcosa (o qualcuno) si sbloccherà.
Ci sono diversi atout a favore dei bianconeri quest’anno, e non sono solo quelli tecnici appena elencati. Mentalità vincente aumentata, una fame maggiore e grande voglia di rivalsa, queste sono le armi che il Lugano dovrà utilizzare, senza attendere che la sola classe faccia tutto. È infatti soprattutto sul piano mentale che squadra e panchina dovranno fare quel click decisivo che manca da ormai 10 anni.
Quella bianconera è ormai una macchina quasi da Formula 1, ora sta al pilota saperne sfruttarne le potenzialità sino in fondo.