A partire dal 7 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.
I campioni in carica dei Chicago Blackhawks sfideranno nella notte d’apertura i New York Rangers, mentre un’ora prima i Toronto Maple Leafs apriranno il torneo sfidando i Montreal Canadiens. Nella stessa serata in programma anche le sfide Canucks-Flames e Sharks-Kings. Per vedere in pista l’altra finalista, i Tampa Bay Lightning, bisognerà invece aspettare la partita contro i Philadelphia Flyers dell’8 ottobre.
Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino a fine settembre. Buona lettura!
Dopo essere stato il GM di New Jersey per 28 anni, Lou Lamoriello ha rinunciato al suo incarico dopo che i Devils hanno mancato per il terzo anno consecutivo l’entrata ai playoff. È proprio da qui che l’ex squadra di Damien Brunner deve ripartire, in quello che sarà un lungo cammino per uscire dall’inferno e tornare nel paradiso dei playoff.
Toccherà al neo arrivato Ray Shero rimettere insieme i pezzi del puzzle per rifare di New Jersey una squadra competitiva, dopo che nel recente passato le partenze di Parise e Kovalchuk nonché diverse opinabili operazioni di mercato del summenzionato Lamoriello hanno portato la formazione nei bassifondi della lega.
In attacco, definitivamente chiusa l’era Jagr, in molti si augurano che il presto 40enne Patrik Elias possa replicare quanto fatto dal suo più anziano collega e continuare a segnare a ripezione. La punta di diamante del settore avanzato resta Mike Cammalleri, ma dopo un 2014/15 da dimenticare a causa dei molti infortuni subiti, parte della responsabilità di andare in rete verrà suddivisa con Henrique ed il neo arrivato Palmieri.
Salvo improvvisi (ed inattesi) picchi di rendimento dei singoli, è evidente quanto questo non sarà sufficiente a competere al più alto livello. Zajac e Ruutu hanno evidenziato una pesante involuzione negli ultimi anni, e c’è da dubitare che il giovane Reid Boucher o lo sniper AHL Paul Thompson possano spostare l’ago della bilancia in maniera significativa.
Proprio per ovviare a questa pochezza offensiva, ci si aspetta un’importante contributo di punti dal settore arretrato. Se da una parte Andy Greene, Adam Larsson ed Eric Gelinas già facevano parte della squadra nell’ultimo anno, dall’altra l’acquisto dell’ex Berna Gragnani va proprio visto in questa ottica.
In ogni caso, la difesa resta il punto forte della squadra. Non tanto per gli uomini in se che la compongono, ma per l’attenzione quasi maniacale che negli anni è stata data alla solidità nel gioco nel proprio terzo, causata da una filosofia “defense first” che nel tempo ha perdurato. Shero ha dichiarato che si aspetta una squadra più offensiva e veloce, ma considerando che New Jersey è la formazione in grado di sfruttare lo stile “trappola” meglio di chiunque altro, sembra difficile immaginare questa transizione.
Tra i pali, l’ex biancoblù Cory Schneider è una sicurezza. Se il cerbero avesse giocato in una squadra più competitiva, sarebbe probabilmente stato tra i favoriti per il Vezina Trophy. Alle sue spalle il giovane Kincaid si è rivelato un ottimo backup e permetterà a Schneider di riposare di tanto in tanto e di mantenere così alto il suo livello su tutto l’arco della stagione.
Come visto, New Jersey sembra al momento non ancora in grado di competere con le big della lega e mancherà probabilmente i playoff anche quest’anno. Il taglio dato con il passato è però sicuramente il primo passo verso la giusta direzione e sarà interessante vedere come nei prossimi anni Shero dirigerà il processo di rebuild.
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