LUGANO – COLONIA
1-5
(0-1, 0-1, 1-3)
Note: Colonia, 1’000 spettatori
Penalità: Lugano 8×2′, Colonia 7×2′ + 1×10′
COLONIA – Termina con la terza sconfitta in altrettante gare il soggiorno del Lugano i, Germania, sconfitto seccamente dai padroni di casa per 5-1. Risultato pesante, scaturito al termine di un match giocato in maniera diversa dalle due compagini. Ciò non vuole essere una scusa, la vittoria del Kolner Haie è assolutamente legittima, ma va dato atto che al Lugano in questa partita sono mancate gambe e testa.
Partito Martensson temporaneamente per la Svezia per la nascita del figlio, Fischer ha schierato Romanenghi tra gli svedesi, come già all’esordio contro lo Schwenningen. Inserito Fazzini nel quarto blocco, Sannitz è stato lasciato fuori, mentre in porta si è rivisto Merzlikins.
Un match giocato in maniera diversa si diceva, sì perché i tedeschi hanno attuato subito un ritmo e un fore checking impressionanti, che spesso e volentieri hanno arginato la manovra bianconera. Un primo tempo abbastanza equilibrato, un secondo più a marca bianconera – ma sempre a litigare con il gol – e un terzo dove i bianconeri non hanno quasi abbozzato il ritorno dopo il 3-0, probabilmente anche per evitare rischi inutili in una partita che aveva già detto tutto.
In fondo questo match ha ribadito i concetti già emersi contro Malmö e Langnau, ossia che il Lugano, basato su un sistema difensivo eccellente – anche se stavolta un paio di errori individuali, anche di un Merzlikins non eccelso, hanno compromesso il match – fatica tremendamente a trovare la via della rete.
(© heimspiel.de)
Nulla di estremamente preoccupante vien da dire, in quanto le occasioni fioccano con regolarità impressionante e prima o poi entreranno, ma tra l’imprecisione, la mancanza di disturbo sul portiere e mettiamoci anche la fortuna, le reti mancate dai bianconeri sono di un numero enorme..
Con un Brunner ancora col freno a mano tirato, Pettersson e Klasen hanno ripreso per mano la squadra, ma i tentativi numerosi e caparbi dei due gemelli non sono mai andati a buon fine, così come quelli di un Bertaggia assolutamente imprendibile. Nuovo passo sul posto per il power play, prevedibile e lento, e senza Martensson davanti al portiere la cosa si fa ancora più dura.
Insomma, non è stato certo quest’ultimo match a fare da specchio sulle capacità dei bianconeri, ma la Germania ha dato dei consigli allo staff tecnico: lavorare, lavorare e insistere ancora, con la speranza che con tutte le alternative offensive a disposizione prima o poi il potenziale di questa squadra raggiunga la chiave per sbloccarsi: l’equilibrio.