LUGANO – È un Lugano che sta ancora cercando i giusti equilibri ed i primi automatismi, ma che ha mostrato nella seconda uscita di martedì sera dei buoni passi avanti rispetto al primo match disputato nel weekend.
“Stiamo lavorando sui dettagli, sia con i nuovi arrivati che con il resto della squadra, e le partite servono sempre per imparare… Martedì sera abbiamo imparato diverse cose, con degli aspetti che abbiamo eseguito bene, mentre un paio di altri andranno sicuramente rivisti”, ha spiegato il coach Patrick Fischer, che non ha mancato di sottolineare quanto i giovani stiano diventando una parte integrante della squadra.
“Hanno lavorato per tante ore durante l’estate – ha spiegato – ed il fatto di essere più prestanti fisicamente permette loro di essere anche mentalmente più forti. Lo scorso anno in alcune occasioni erano un po’ troppo timidi, mentre ora vanno sul ghiaccio con un’altra attitudine. Se tutti faranno questo 5-10% in più, alla fine la differenza si sentirà”.
E a sentirsi è anche la presenza di un centro come Tony Martensson, che per la prima volta martedì sera ha avuto l’opportunità di giostrare con i due connazionali d’attacco, andando a formare una linea tanto temibile quanto ora più ordinata ed equilibata.
“Con Martensson in pista, ora Klasen e Petterson giocano molto disciplinati all’interno del nostro sistema, e questo mi piace. Loro sono dei leader della squadra e cercano di fare le cose giuste, anche se chiaramente essendo alle prime partite devono ancora trovare le migliori sensazioni. Linus era alla prima uscita, mentre Tony ha messo disciplina nella linea”.
Oltre alle prestazioni dei singoli – martedì sera è rimasto a riposo Morini, che tornerà a giocare giovedì a Biasca contro il Bienne, così come Kostner – coach Patrick Fischer è soddisfatto soprattutto della squadra nel suo insieme.
“Mi piace molto l’attitudine – ha spiegato – siamo molto maturi e i ragazzi lavorano bene, siamo tutti uniti. I giocatori si divertono assieme e non ci sono scuse, ognuno cerca di spingere l’altro. Anche qui va fatto un complimento ai giovani, che hanno fatto passi avanti e sono cresciuti. Chiaramente l’inserimento di gicoatori come Furrer, Martensson, Hofmann e anche Morini hanno portato grande voglia di vincere e di dimostrare di essere dei veri professionisti. Questo rende il compito di noi allenatori più facile”.