Il Lugano è in piena preparazione in vista del prossimo campionato e, per quanto concerne i portieri, dopo l’annata strepitosa di Daniel Manzato ed un Elvis Merzlikins nel pieno del suo sviluppo tra Ticino e Columbus, questo è sicuramente un periodo esaltante per essere alla guida degli estremi difensori bianconeri.
In questo senso, per il terzo anno i portieri di prima squadra e settore giovanile saranno seguiti da Leo Luongo, fratello del portiere dei Florida Panthers, Roberto, e che in questi anni ha dimostrato di saper ottenere ottimi risultati dal suo lavoro.
Leo Luongo, inizierai la tua terza stagione come allenatore dei portieri del Lugano, hai apportato dei cambiamenti nei tuoi metodi di lavoro?
“Certamente, i miei metodi di lavoro non sono uguali a quando ho cominciato con la prima squadra dell’HCL. Questa è la mia prima esperienza europea, ed il tipo di hockey che si gioca qui è differente rispetto al Nordamerica, dunque si trattata di qualcosa di nuovo per me. Ho dovuto adattarmi ed ho imparato molto negli ultimi due anni… Ho avuto la possibilità di affinare le mie capacità con i portieri”.
Merzlikins ha partecipato per la seconda volta al camp dei Blue Jackets. La durata di questi camp è pero solo di pochi giorni, quanto può realmente imparare e farsi vedere chi vi partecipa?
“Penso che i pochi giorni in cui si svolgono i camp di preparazione della NHL siano più che sufficienti per capire se un giocatore ha la stoffa per riuscire a sfondare nel campionato nordamericano. Ad esempio l’anno scorso sono stato una settimana in Svezia con Merzlikins e Manzato, ed ho visto subito che Elvis aveva cambiato qualcosa. Ha preso qualche chilo ed è più sicuro di se. Questo gli osservatori lo notano subito. È importante andare senza troppe aspettative, lavorando come sempre ma senza cercare di strafare”.
Pensi che possa essere pronto per il salto nelle minors americane?
“È difficile da dire. L’hockey in Nordamerica è un mondo completamente differente dal nostro. Ho vissuto questo tipo di esperienza quando facevo l’allenatore dei portieri in Canada, le partite ravvicinate e i lunghi spostamenti possono creare difficoltà. Vorrei che Elvis restasse ancora un anno a Lugano per lavorare ancora con lui e per far sì che accumuli ancora un po’ di esperienza prima del salto in Nord America, anche se il talento per riuscirci certamente ce l’ha”.
Elvis è un ragazzo esuberante che si è dovuto confrontare con aspettative molto alte, come lavori con lui a livello mentale?
“Ha avuto una prima stagione molto buona in quanto arrivava dagli Juniori ed ha preso la possibilità di giocare in prima squadra senza alcuna pressione, dunque è riuscito a dimostrare le sue capacità. L’anno dopo invece si notava come la pressione su di lui fosse aumentata. Dopo la selezione dei Columbus Blue Jackets e il prospect camp la gente si aspettava che lui fosse una superstar pronta a giocare tutte le partite ad un livello molto alto. Con Merzlikins dunque abbiamo cercato di lavorare soprattutto su questo aspetto, sulla fiducia in se stesso e sulla costanza di rendimento”.
Quali pensi dovrebbero essere i suoi obiettivi per il prossimo anno? In cosa può migliorare particolarmente?
“Quest’anno Elvis ha già cominciato a lavorare molto duramente con il preparatore atletico della squadra Lassi Laakso, ed ha già preso 3-4 chili di massa muscolare. Questo è positivo soprattutto per il fatto che l’anno scorso non riusciva a giocare tante partite ravvicinate, gli mancava un po’ di energia. Ora invece sembra che fisicamente sia migliorato. L’obiettivo principale è quello di restare sempre concentrato sul suo lavoro, senza lasciarsi prendere dall’euforia dopo una vittoria oppure lasciarsi abbattere dopo una sconfitta”.
Manzato ha avuto una delle migliori stagioni della sua carriera, come si mantiene questo livello?
“Daniel è riuscito nelle ultime due stagioni ad avere le migliori statistiche della sua carriera. Non abbiamo dovuto fare un lavoro eccessivo con lui, ma ci siamo focalizzati soprattutto sul lavoro mentale. È importante che non pensi a ciò che succede intorno a lui ma che si concentri partita dopo partita, tiro dopo tiro. Grazie a questo lavoro specifico è riuscito a migliorare notevolmente il suo gioco, è più sicuro di se e trasmette questa sicurezza anche alla squadra”.
L’ottima stagione di Manzato gli ha portato il rinnovo di tre anni… Il tuo accordo invece scade al termine del prossimo campionato. Hai già pensato al futuro o è troppo presto?
“Sinceramente non ho ancora pensato al futuro, voglio concentrarmi sulla prossima stagione e sul lavoro che stiamo facendo con i nostri portieri. Non nego che mi piacerebbe restare a Lugano, mi hanno dato una grande opportunità di crescita personale ed in più mi trovo benissimo sia con il team che con lo staff. Comunque ne discuteremo a tempo debito, adesso l’obiettivo primario è quello di vincere con la squadra, lavorando duramente ogni giorno”.
A Lugano lavori anche nel settore giovanile, ed hai anche partecipato alle ultime due coppe Spengler come video coach… A livello personale stai crescendo molto…
“Esatto, oltre a questo ho avuto anche la possibilità di fare da aiuto allenatore alla squadra Juniori dell’HCL, lavorando con i difensori. Tutta questa esperienza accumulata mi ha dato una grandissima mano nel mio lavoro. Sono fortunato ad essere capitato in un club che mi ha permesso di svolgere compiti diversi, ampliando così il mio bagaglio di conoscenze”.
Vedendo ed allenando tanti portieri, non ti viene voglia di andare sul ghiaccio e giocare al posto loro?
“(Ride, ndr) Sinceramente no, ho provato a fare qualche allenamento con la prima squadra, ma non penso di voler tornare a giocare. Chiaramente quando si è in partita e si vuole vincere ad ogni costo mi viene voglia di entrare in campo e giocare al posto di Elvis e Daniel, però non penso che potrei farcela”.
Sentendo il cognome Luongo si pensa inevitabilmente anche a tuo fratello Roberto. Gli hai mai dato una mano a migliorare il suo gioco? Oppure con la sua esperienza ti ha dato lui dei consigli utili da trasmettere ai portieri che alleni?
“All’inizio della mia carriera da allenatore dei portieri sicuramente Roberto mi ha dato una mano, mi dava consigli e parlavamo molto di hockey assieme. Ho cominciato a 17 anni, dunque sono 14 anni che alleno. Ho dunque accumulato molta esperienza grazie alle varie persone con cui mi sono confrontato e sono migliorato parecchio. Infatti lui è venuto una settimana ad allenarsi con me l’anno scorso qui a Lugano ed è rimasto impressionato dal lavoro che svolgo e dalla crescita avuta dai due portieri bianconeri. Ora ci sentiamo ogni due-tre partite per discutere delle varie tecniche e di come utilizzarle. Penso che questa cosa non sarebbe stata possibile qualche anno fa, e questo mi fa capire il livello che ho raggiunto in questi anni, cosa che mi rende molto fiero”.