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TORONTO – Siamo solo a fine giugno, ma i portieri dell’Ambrì Piotta sono già al lavoro sotto la guida del preparatore Michael Lawrence. Il canadese ha infatti invitato Sandro Zurkirchen a Toronto per permettergli di iniziare al meglio la preparazione, questo grazie ad un team di allenatori che si concentreranno al 100% su di lui.
Anche altri due portieri biancoblù, Michael Flückiger e Michal Chmel, lo raggiungeranno in Canada, dando vita ad una fase di preparazione dei portieri biancoblù sicuramente più accurata ed anticipata che mai. Abbiamo avuto un’interessante chiacchierata con Lawrence, così da approfondire con lui l’argomento.
Michael Lawrence, che genere di lavoro svolgerai con Zurkirchen a Toronto? Come mai avete deciso di iniziare la preparazione in Canada?
“Ci sono diversi fattori in gioco. Abbiamo lavorato molto sul suo gioco durante la stagione e volevamo continuare da dove ci eravamo interrotti. Qui si potrà concentrare molte più ore sui suoi movimenti, sul sistema, e sul capire meglio cosa deve fare tra i pali. Nel passato campionato ha fatto grandi progressi, soprattutto nel finale di stagione, quando ha fatto un grande passo avanti, ma ora deve farne un altro e far diventare naturale tutto ciò che ha imparato. Gli insegnamenti devono far parte del suo istinto. Durante la stagione vedevo che in alcuni momenti pensava a cosa fare e come, mentre ora questo dovrà essere per lui istintivo. Durante le tre settimane qui lavoreremo anche per renderlo un pattinatore migliore, ed il fatto di poter essere in pista per due ore al 100% per lui e non con un’intera squadra farà la differenza”.
Il tutto inoltre in un ambiente diverso dal solito…
“Sì, potrà lavorare con portieri NHL e diversi prospect. In questo modo può vedere il lavoro e la preparazione che effettuano i giocatori al livello NHL, e questo lo aiuterà molto. In generale fa bene vivere una nuova esperienza e qui lavorerà con un gruppo chiamato “Twist” di Peter Twist, che in passato ha collaborato molti anni con i Vancouver Canucks… Riceverà un nuovo messaggio da una voce diversa, e tutto è pensato in maniera specifica per lui. Tutti gli allenatori qui guardano a Sandro come fosse un’auto, e cercano di capire cosa bisogna fare per far funzionare quest’auto in maniera migliore”.
L’anno scorso per Zurkirchen è stato un buon anno, con la prima convocazione in Nazionale… Vi ponete un obiettivo per il prossimo? Vi basate su statistiche o altro?
“Non mi piace molto lavorare con le statistiche, perchè a volte i numeri possono mentire. Quello che vogliamo veramente per lui è che continui a progredire, ed ora è sui binari giusti, dopo essere migliorato tanto in una sola stagione. Ha imparato molto, affrontando anche un periodo difficile affrontando l’infortunio, e credo che ora guardi a se stesso in maniera diversa. È più tecnico che mai e si prepara molto meglio, non solo per le partite ma anche per gli allenamenti e nel modo in cui cura il suo corpo. Se si vuole parlare di obiettivi, noi vogliamo vincere. Non vogliamo solo fare i playoff, vogliamo avere un lungo percorso e Zurkirchen vuole farsi un nome, e questo lo fai solo vincendo. Certo, vogliamo vedere delle belle statistiche, ma se troverà il modo di vincere, poi le statistiche arriveranno automaticamente. Il mio lavoro è aiutare questo ragazzo a diventare un vincente”.
L’anno scorso avevi firmato con l’Ambrì ad agosto.. Quest’anno hai l’opportunità di pianificare il tuo lavoro, cambierà qualcosa?
“Sì, cambieranno diverse cose. Un esempio è il fatto che Zurkirchen sia venuto in Canada, e non sarà solo lui… Anche Michael Flückiger ci raggiungerà. Voglio che i portieri inizino a lavorare prima che inizi il camp in Svizzera, mentre lo scorso anno avevo firmato a metà agosto e non avevo avuto molto tempo. Questa stagione avrò invece modo di lavorare meglio, sia con i professionisti che con i giovani, e di avere una miglior visione d’insieme del club”.
Dunque Flückiger sta lavorando con te? Le ultime notizie dicevano che aveva scelto di allenarsi separatamente…
“Sì, in questo momento Michael fa parte della squadra e dunque viene trattato di conseguenza… Questo sino a quando non mi verrà detto altrimenti. Come allenatore dei portieri devo lavorare con tutti coloro che fanno parte dell’organizzazione”.
Ad Ambrì tornerà Schaefer, hai avuto contatti con lui? Pianifichi anche la sua preparazione?
“Sì, ci siamo parlati ed ha un buon piano per il lavoro che sta effettuando a casa. Inizieremo a lavorare assieme verosimilmente quando inizierà il training camp con l’Ambrì, ma non sono troppo preoccupato per lui. Ci sono alcuni cambiamenti su cui vogliamo concentrarci, ma Nolan ha qualche anno in più e arriveremo assieme a stabilire su cosa vogliamo lavorare. Ha esperienza ed ha avuto successo, dunque non vogliamo ‘rompere il giocattolo’, ma solo fare qualche accorgimento per renderlo migliore”.
Eri presente al Draft, dove Detroit ha draftato il portiere svizzero Joren Van Pottelberghe… Lo conosci?
“L’ho visto giocare un po’, ma non posso dire di conoscerlo bene. Ovviamente ogni volta che un ragazzo svizzero viene scelto la cosa è molto positiva per l’hockey rossocrociato. Mostra agli altri giovani portieri che questo è possibile e che si ha la concreta prospettiva di avere la propria chance in NHL”.
Negli ultimi due Draft non era stato scelto alcun portiere al primo turno, mentre quest’anno Washington ha selezionato Samsonov. C’è un motivo per cui i portieri non vengono scelti spesso al primo turno?
“Ci sono solamente trenta scelte e le squadre scelgono i migliori giocatori che possono avere un impatto in NHL in maniera immediata. Basandoci su questa filosofia, i portieri hanno bisogno di almeno 3-4 anni per svilupparsi ed essere pronti per la NHL. Non ci sono molto portieri che arrivano in NHL a 19 anni e che sono già pronti a giocare, questo credo spieghi la tendenza. Il ragazzo russo scelto dai Capitals è molto bravo, ma anche per lui ci vorranno un paio di anni prima di vederlo, e nel frattempo Washington ha Holtby, dunque non hanno alcuna fretta”.
Parlando di giovani portieri ad Ambrì c’è Michael Chmel, di cui si parla spesso… Come lo vedi progredire la prossima stagione?
“Credo che abbia imparato tanto l’anno scorso. Non era mai stato un portiere molto sistematico, mentre ora ha raggiunto un nuovo livello ed è diventato più tecnico grazie al lavoro che abbiamo svolto. Michael ha l’abilità di trovare sempre il modo di “mangiare” i dischi ed effettuare le parate. Questo è importante, perchè sia in NHL che in NLA non ci sono molti portieri che sono “ovunque”, di conseguenza bisogna imparare ad essere efficenti. In questo senso credo stia iniziando a costruirsi una buona tecnica e, anche se ha ancora molta strada da fare, ha fatto buoni progressi. Anche lui verrà qui in Canada per quasi tre settimane per iniziare al meglio la prossima annata”.