AMBRÌ – KLOTEN
1-3
(1-0, 0-1, 0-2)
Note: Valascia, 6’015 spettatori. Arbitri Küng, Massy; Fluri, Kaderli
Penalità: Ambrì 1×2′, Kloten 2×2′
AMBRÌ – C’era tantissimo in palio sabato sera alla Valascia ma, dopo un primo tempo promettente, l’Ambrì ha sostanzialmente rinunciato a giocare una partita che poteva addirittura permettere di ipotecare la salvezza anticipata. Ad imporsi è invece stato il Kloten per 3-1, capace dal secondo tempo di cambiare ritmo e di legittimare una vittoria assolutamente meritata.
Difficile dire cosa sia successo dopo la prima frazione di gioco, ma i ragazzi di Pelletier si sono ripresentati sul ghiaccio senza quell’esuberanza necessaria per produrre anche una minima quantità di gioco offensivo. Ne è così scaturita una partita in cui gli aviatori hanno giostrato per lunghissimi tratti nel terzo leventinese – in molti avranno notato il ghiaccio di fronte a Gerber, per minuti e minuti rimasto immacolato – mentre l’Ambrì si limitava a recuperare in qualche maniera il disco, portarlo sino alla linea rossa per poi andare al cambio.
L’assenza di forecheck è infatti stata una delle principali cause di due periodi giocati sostanzialmente in trincea, ora a causa di un Kloten comunque più propositivo e con un talento importante in avanti, ora per una mentalità che a tratti è parsa addirittura orientata a difendere l’1-0 ottenuto da Duca.
I leventinesi hanno dato cenni di risveglio solamente a folate isolate, come ad esempio in occasione della strepitosa azione personale di Pestoni, che si è costruito da solo l’unica azione da rete di tutto il secondo tempo. Nel terzo invece i biancoblù hanno provato a svegliarsi solo dopo aver incassato il 2-1 di Kellenberger, ma oramai la frittata era fatta, e la confusione evidenziata nel gioco dell’Ambrì ben difficilmente sarebbe potuta sparire magicamente da un momento all’altro.
Peccato, sia per l’occasione persa – andare a +6 dal Kloten sarebbe stato “l’affare” della stagione – sia per quanto mostrato nel primo periodo, durante il quale i padroni di casa avevano dato vita ad uno spettacolo piacevole, condito dal gol d’apertura del rientrante Duca e da diverse altre chance di raddoppiare, su tutte un tocco nello slot di Lauper dopo bel suggerimento di Steiner.
A fare da spartiacque c’è purtroppo stato l’ennesimo infortunio dello sfortunato Brady Murray, il quale ha avuto la peggio dopo un check durissimo ma regolare di O’Byrne. L’ex bianconero è stato a lungo sul ghiaccio, per poi essere stato trasportato fuori dalla pista in barella. C’è stato un chiaro sollievo nell’apprendere che l’attaccante aveva ricominciato a muovere le gambe negli spogliatoi, scongiurando così il peggio.
Il pareggio è arrivato nelle prime battute del periodo centrale, quando Dupont ha trovato (anche un po’ fortunosamente) la via per battere Zurkirchen con un velenoso appoggio dalla blu. Il numero 39 è stato preferito nell’occasione a Masalskis, anche in seguito alle assenze di Sidler (ammalato) e Birbaum (lutto famigliare), che hanno indotto Pelletier a puntellare la difesa con O’Byrne e facendo debuttare il 17enne Misha Moor, schierato però per soli 5-6 cambi. Il giovane è stato il 500esimo giocatore della storia a vestire la maglia dell’Ambrì Piotta.
Nella mattinata di sabato Jason Fuchs si è inoltre procurato una frattura al perone durante l’allenamento. Il giovane non sarà operato, ma per lui la stagione è da considerarsi conclusa. Questo ha riportato Aucoin al centro di Giroux e Pestoni, mentre Lüthi è tornato in formazione al centro del terzo blocco.
Quest’ultimo è stato uno dei protagonisti in negativo dell’azione che ha portato al 2-1 dei Flyers. Kellenberger ha infatti approfittato inizialmente di un O’Byrne decisamente troppo passivo, si è poi beffato di Lüthi ed ha infine infilato Zurkirchen sul primo palo. Il portiere biancoblù, assente da diverse settimane, non ha fatto una bella figura nemmeno sul 3-1, arrivato in powerplay al 54’45 per mano di Vandermeer.
Con il senno di poi ci si potrebbe domandare se non sarebbe stato il caso di continuare a schierare Masalskis, capace di fare letteralmente stravedere nelle ultime uscite, mentre Zurkirchen ha inevitabilmente evidenziato un po’ di ruggine. La partita era una di quelle in grado di cambiare una stagione, ed indubbiamente su questo punto è possibile disquisire. In definitiva, però, poco importa, visto che l’Ambrì Piotta la partita non l’ha persa certo a causa del suo portiere, ma per avere smesso di pattinare e di giocare con orgoglio e passione per gli ultimi 40 minuti.
I biancoblù ora dovranno riuscire immediatamente a dimenticare la prestazione di sabato, contro un Kloten a cui va comunque dato atto di aver disputato una buona partita e di aver messo sotto l’Ambrì con argomenti estremamente validi. Gli uomini di Pelletier sono comunque consci di avere ancora tra le mani il loro destino, con tre partite da giocare ed una rivincita martedì a Kloten che si preannuncia cruciale.
Questa volta, però, andrà giocata con l’atteggiamento giusto.
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