ZUGO – DAVOS
1-6
(1-1, 0-1, 0-4)
Note: Bossard Arena, 7’015 spettatori. Arbitri Koch, Wiegand; Kovacs, Wüst
Penalità: Zugo 6×2′, Davos 6×2′
ZUGO – Dopo tre eliminazioni consecutive ai quarti di finale, il Davos si apprestava a disputare per la 21esima volta consecutiva i play off, affrontando lo Zugo di Harold Kreis. Per i grigionesi, l’esito di questi play off potanno anche avere un impatto sul futuro della squadra, portata da Arno Del Curto ad un deciso rinnovamento.
Dopo i vari Mahra e Rizzi, altri pezzi storici della formazione gialloblù lasceranno i Grigioni, vale a dire i fratelli Von Arx, e in caso di un’uscita al primo turno, anche la decisione dello stesso Del Curto sul suo futuro potrebbe avere risvolti diversi.
Il coach grigionese, per la trasferta alla Bossard Arena si è affidato alla stessa formazione che ha perso dallo stesso Zugo pochi giorni fa “regalandogli” di fatto la quarta posizione. Sempre con fuori Ville Koistinen – oltre a Reto Von Arx – è stato confermato nella formazione il nuovo arrivato Redenbach, centro canadese schierato con Axelsson e Ambühl nel primo blocco.
Due squadre, il Davos e lo Zugo, che praticano un hockey simile, fatto di transizione veloce e schemi semplici e diretti, insomma due squadre a cui piace giocare a hockey. Di certo non dev’essere piaciuta molto ad Harold Kreis la partita dei suoi che sin dai primi minuti hanno sofferto il fore checking e la velocità ospite. Ben 18 i tiri del Davos nel solo primo tempo, conclusosi sul risultato di parità scaturito dalle reti di Lüthi e Simion, risultato decisamente stretto per ciò che si è visto sul ghiaccio.
Il Davos è una squadra che quando trova il pedale dell’acceleratore non toglie più il piede, concedendo però spesso e volentieri i fianchi all’avversario di turno. Non è stato così stavolta, perché lo Zugo ha trovato pochissimi spazi dalle parti di Genoni, denotando anche un certo nervosismo tra le proprie fila.
Poco ispirati Bouchard e Martschini, lo Zugo ha trovato ancor meno spazio nel periodo centrale (solo 4 tiri verso Genoni), quando il Davos, per mano di Felicien Du Bois in power play ha operato il sorpasso decisivo.
Chi si aspettava che lo Zugo cercasse di reagire con energia per cercare di rimontare l’ancora esiguo vantaggio è però rimasto delusissimo. Seppure abbiano tentato di abbozzare una reazione, il cinismo e il potenziale offensivo dei grigionesi hanno letteralmente abbattutto i padroni di casa.
Nello spazio di 4’ le reti nell’ordine di Simion – doppietta per lui – dei fratelli Wieser e di Lindgren hanno mandato al tappeto uno Zugo falloso e nervoso, all’immagine di Robbie Earl, che ha pensato molto a provocare e distribuire colpi e poco a giocare con raziocinio.
Anche se nei play off una sconfitta è una sconfitta, il pesantissimo passivo di 1-6 ha del clamoroso e rilancia alla grande i gialloblù dopo un finale di regular season decisamente poco esaltante.
Delude per contro lo Zugo, abituato a dettar legge in casa propria, annichilito non solo sul piano del risultato ma anche su quello del gioco – ben 44 tiri a 21 per gli ospiti – e dei nervi.
La serie è solo sullo 0-1, ma intanto il vecchio Arno ha dato un segnale chiaro a tutti. Il suo Davos c’è ancora.