LUGANO – Finire in “bellezza” con una doppia sfida al Berna e l’ultima a Zurigo nella tana dei leoni può sembrare – e lo è in effetti – durissima, ma potrebbe rivelarsi anche il test giusto per il Lugano in modo da entrare in modalità play off con uno spirito competitivo già altissimo.
I bianconeri, nella prima sfida contro gli orsi alla Resega hanno presentato poche ma importantissime novità, rappresentate dallo scambio nei rispettivi blocchi tra Pettersson e Brunner, per una prima che sa si di esperimento ma che intriga anche parecchio, in attesa che Filppula rientri al suo posto.
Brunner con Klasen e Paakkolanvaara quindi, e Pettersson assieme a McLean e Simek. Dentro Maurer in attacco, a provare una linea decisamente pesante con Walker e Steinmann, e Bertaggia 13esimo attaccante. Confermato Manzato tra i pali, Fischer si è visto arrivare alla Resega un Berna inedito, ossia con quattro attaccanti stranieri e Schaefer in porta.
Schaefer che si è dovuto prodigare per salvare la sua porta, su diverse incursioni bianconere, grazie ad un’attidudine e a una concentrazione decisamente più consone agli imminenti play off. Il cerbero bernese è capitolato sullo slap al volo di Calle Andersson, ma in un paio di circostanze ha sfoderato veri e propri big save sui vari Pettersson, Brunner e Reuille. Il vantaggio di 1-0 è sembrato fin troppo stretto a un Lugano veloce, fisico e concentrato, che ha proposto tratti di ottimo hockey grazie soprattutto alla “strana” coppia Klasen–Brunner.
Inizio “shock” per i bianconeri nel secondo periodo, con la rete di Holloway in power play dopo soli 15” di gioco, e che ha causato un rallentamento nella carburazione luganese. La partita è andata pian piano equilibrandosi, con alcune occasioni per parte, le più clamorose sui bastoni di Pettersson e Klasen, contro i quali Schaefer si è dimostrato muro invalicabile.
Dall’altra parte il rischio più grosso per Manzato è stato un palo pieno colpito da Moser. Partita incattivitasi col passare dei minuti, a causa di alcuni colpi proibiti e pericolosi da parte in particolare di Joensuu, lasciati correre colpevolmente dagli arbitri. Colpi che hanno contribuito comunque a rendere la contesa intensa e dura, decisamente da clima play off, in un ambiente estremamente competitivo per entrambe le squadre.
Il Lugano non era comunque intenzionato a lasciare punti in casa propria, e il terzo tempo è stato lì a dimostrarlo. Primi 10’ giocati come una furia, con il Berna rifugiatosi spesso in icing e salvato da un Schaefer che è dovuto comunque capitolare sulla perla di Klasen e sulla bomba di Pettersson. Ottima la gestione del risultato nei minuti seguenti, grazie a una presenza fisica costante, senza farsi intimorire dalle provocazioni ospiti e proteggendo con coraggio Manzato.
Vittoria meritatissima per i bianconeri, che hanno mostrato il loro miglior volto dopo le ultime due grigie prestazioni, lanciando un chiaro segnale in vista dei play off. L’atteggiamento combattivo, la lotta su ogni disco e le marcature su ogni uomo hanno fatto da base per una prestazione da play off grazie a un gioco veloce e concreto.
La mossa di separare i due svedesi ha dato dei frutti: Klasen ha duettato bene con Brunner ma ha cercato molto di più la porta – infinito il duello con Schaefer – trovando una rete spettacolare e tanti spunti, sembrando addirittura slegato da un ruolo troppo dipendente dalla ricerca del passaggio perfetto per il topscorer.
Pettersson si è forse di nuovo sbloccato, uscendo dalla “sindrome del gol mancato”, ha lottato, subito e distribuito colpi, dimostrando quanto ci tenesse anche lui a ritrovare le migliori sensazioni.
Il livello maggiore dell’avversario ha tirato fuori il meglio dal Lugano, ora ci si aspetta che riesca a mantenere questo regime proprio all’entrata dei play off, tenendo una media di vittorie casalinghe che ora ha toccato le 10 partite consecutive. Ma soprattutto ora sembrerebbe essere tornata anche la Svenska Connection.
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