LUGANO – DAVOS
4-2
(0-1, 3-1, 1-0)
Note: Resega, 5’587 spettatori. Arbitri Kurmann, Wehrli; Espinoza, Kaderli
Penalità: Lugano 3×2′, Davos 6×2′
LUGANO – L’ultimo sforzo bianconero verso i playoff doveva passare per lo scontro diretto contro il Davos, nella classica sfida dell’hockey svizzero tra due squadre che si contendono un “posto al sole” tra le 4 migliori del lotto.
Patrick Fischer ha approfittato della pausa dedicata alla Nazionale per inserire gli ultimi arrivati Pakkolanvaara e Simek, recuperando pure McLean, Hirschi e Klasen. Il nuovo arrivato finlandese ha subito preso il posto di centro tra i due svedesi, mentre l’ex ginevrino ha completato la linea con Brunner e McLean. Sempre assenti per contro Filppula e Kparghai (malato), in sovrannumero sono rimasti Maurer, Dal Pian e Balmelli, mentre Romanenghi era impegnato con gli Elite.
Dal canto suo, Arno Del Curto ha portato in Ticino una squadra priva degli infortunati Axelsson e Lindren – con soli due stranieri quindi – oltre ai fratelli Von Arx, Jung e Camperchioli, regalando il debutto stagionale all’attaccante classe 1996 Tino Kessler.
Due squadre che praticano un hockey simile, basato sulla velocità e di gioco e di transizione, che però dopo una pausa avevano bisogno di qualche cambio che gli permettesse di ingranare. A farlo per primo è stato il Lugano che ha preso in mano il gioco e proposto ottime incursioni offensive con tutti i blocchi, difendendosi con ordine e mettendo parecchia forza fisica nelle chiusure, sempre puntuali non appena i grigionesi mettevano i pattini aldilà di metà pista.
Poi pian piano è cresciuto anche il Davos, che seppure senza impressionare ha teminato il primo tempo in vantaggio di una rete, a causa di un mancato rilancio da parte della difesa bianconera. Il disco ribalzato tra i pattini di Brunner e Andersson è arrivato sul bastone di Jörg che ha freddato Manzato, mettendo sotto un Lugano che avrebbe meritato ben altro risultato, ma tant’è, la concretezza è anch’essa un’arma ancora da affinare.
Neanche a dirlo che nel periodo centrale la tanto desiderata concretezza è tornata a farsi vedere tra le mani dei bianconeri, che hanno ribaltato la situazione grazie alle reti di Brunner – la quinta in tre partite – di Chiesa e di McLean in power play. Peccato solo che un’incertezza di Manzato dopo soli 16” dal primo pareggio di Brunner abbia riportato avanti i grigionesi, perché per mole di gioco i bianconeri hanno meritato il vantaggio, sfiorando il gol in almeno altre 2-3 occasioni e costringendo Del Curto a chiamare il time out dopo la terza rete subita.
Alzando il ritmo delle operazioni significa anche prendere qualche rischio in più contro il Davos, ma Manzato si è riscattato alla grande con un incredibile big save su Simion, e la difesa bianconera, con il passare dei minuti è riscita a chiudere meglio gli spazi già a partire dalla zona neutra, impedendo le veloci ripartenze grigionesi e a limitare al minimo le occasioni da rete avversarie.
Questo decisivo crescendo bianconero ha portato la rete del 4-2 segnata dall’esordiente Simek dopo nemmeno un minuto nel terzo tempo, dando un colpo decisivo al morale di Brunner e compagni che hanno poi mostrato un’ottima autorità e grande maturità nel gestire il risultato fino al 60’. Pochissime infatti le incursioni di un Davos quasi spento e ingabbiato dalla maggior presenza fisica degli uomini di Fischer, grazie anche al grandissimo lavoro di un quarto blocco veramente efficace.
Un Lugano tornato in forma dalla pausa, che ha mostrato un’ottima condizione fisica, visto anche il crescendo da metà partita e la rotazione regolare di tutti i quattro blocchi. L’inserimento dei nuovi arrivati si è rivelato decisivo con Simek, subito a punti (1 gol e 1 assist) ma autore soprattutto di una prova di grande impatto sulla sua linea, molto energica e offensivamente concreta. Paakkolanvaara si è mosso abbastanza bene al centro dei due svedesi, manca certamente qualche automatismo, ma la sensazione è che grazie anche ai molti ingaggi vinti e al lavoro dietro la porta, il finnico possa dare un’ottimo contributo alla causa.
Dopo nemmeno una trentina di minuti a corrente alternata, il Lugano ha mostrato il lato migliore di sé, ritrovando le reti in power play e una concretezza accresciuta non a caso grazie al blocco di Brunner, che dota Fischer di un’arma che potrebbe spostare in maniera decisiva il potenziale – e sempre in attesa di Filppula… – della squadra e del suo futuro, “regalando” agli avversari un problema in più su cui chinarsi oltre al blocco di Pettersson e Klasen.
Buona la tenuta difensiva – a cui hanno contribuito in ottima maniera anche i centri, Sannitz su tutti – che a parte qualche breve passaggio a vuoto nel primo tempo, ha retto bene la velocità grigionese e ha contribuito in maniera sostanziale alla velocità della manovra, operando con maestria in fase di transizione.
Il Lugano ha operato il tanto agognato sorpasso sul Davos, e si trova con la possibilità di lanciarsi verso le posizioni più comode della classifica, ma soprattutto queste ultime partite dovranno confermare gli ottimi progressi e l’enorme potenziale collettivo visti nell’ottava vittoria consecutiva della Resega. La pista di casa è infatti tornata ad essere un vero e proprio spauracchio per gli ospiti, cosa da non sottovalutare in ottica playoff.
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