AMBRÌ – LUGANO
3-5
(0-1, 1-3, 2-1)
Note: Valascia, 6’500 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Wehrli, Wiegand; Borga, Wüst
Penalità: Ambrì 4×2′, Lugano 5×2′
AMBRÌ – C’era grande attesa attorno al quinto derby stagionale, con le due ticinesi che si sono presentate all’evento con ambizioni e prospettive diverse ma che hanno fatto tutto il possibile per conquistare la vittoria.
Alla fine ad aggiudicarsi la posta piena è stato il Lugano che, dopo aver sostanzialmente dominato per due periodi, nel terzo tempo è riuscito a resistere al ritorno di fiamma dell’Ambrì imponendosi con il punteggio finale di 5-3.
Il match è subito partito a ritmo indiavolato e le occasioni sono fioccate su ambo i fronti. Se da una parte a sfiorare il gol è stata la quarta linea di Dostoinov e Lhotak, dall’altra a mettersi in mostra è stato il neo acquisto Masalskis, bravo a fermare le prime scorribande offensive di Petterson e compagni.
L’imbattibilità del cerbero lettone è però durata poco. Complice una serie di penalità evitabili comminate a Gautschi e Duca, gli ospiti sono infatti passati in vantaggio già al 6’25 con un tap-in di Filppula, bravo ad insaccare a porta sguarnita dopo una terribile sassata scagliata da Petterson.
Il vantaggio ha dato le ali ai bianconeri che, con i suoi uomini di maggior classe, hanno semplicemente schiacciato i leventinesi nel loro terzo. Impressionante in questo senso la mole di gioco sviluppata da Klasen e Filppula, bravissimi a gestire il disco e a imbeccare i compagni con intelligenti aperture.
Nel secondo periodo l’Ambrì ha provato a rialzare la testa ma, proprio nel suo momento migliore, a trovare il gol è stato ancora il Lugano. Facilitato nel compito da una difesa biancoblù prima pasticciona e poi eccessivamente statica, proprio Klasen ha messo a segno un pregevole one timer sfruttando l’assist del gemello del gol Petterson.
Punti nell’orgoglio, i leventinesi hanno riaperto il match dopo poco più di 1’ con una deviazione volante di Adam Hall in power play, ma la gioia del pubblico di casa è durata poco. Sono bastati 19 secondi ai sottocenerini per riportare a due le distanze di distacco, grazie al primo gol in bianconero dell’ex NHLer Brunner, rapido a sfruttare una voragine difensiva causata dalla troppa foga della retroguardia biancoblù.
Il 3-1 ha tagliato le gambe agli uomini di Pelletier, che sono tornati a subire in modo passivo le folate del Lugano e che, in una delle rare sortite offensive, con un’altra serie di errori individuali hanno spianato la strada al 4-1 realizzato in contropiede nuovamente da Klasen.
Nel periodo conclusivo l’Ambrì è sceso sul ghiaccio con tutt’altro piglio e, complice il rilassamento di una formazione sottocenerina forse già soddisfatta del risultato, ha iniziato a macinare gioco. È proprio in questa situazione che Manzato, fin lì poco sollecitato, è salito in cattedra, fermando tutte le chances capitate sul bastone dei comunque imprecisi biancoblù.
Ci è voluto un guizzo di Pestoni a riaprire nuovamente la sfida, con il numero 18 che dopo un’azione insistita di Giroux e Chavaillaz ha battuto l’incolpevole portiere luganese da pochi passi. Con l’incontro sul 4-2 i biancoblù hanno spinto sull’acceleratore soffocando il Lugano in difesa, ma mancando a più riprese l’appuntamento col gol.
Chi sbaglia paga e così, quando dopo un’ingenua penalità di Steinmann i padroni di casa hanno avuto la ghiotta opportunità di giocare in 5 contro 4, un erroraccio dello stesso Pestoni ha spianato la strada alla rete dell’ex di Walker, che ha definitivamente ucciso la partita.
A poco o nulla è poi infatti servito il punto di Lhotak, caduto a soli 43’’ dal termine ed utile solo ad addolcire la pillola e a premiare l’ennesima ottima prestazione del giovane ceco.
I tifosi bianconeri possono certamente sorridere, la sempre prestigiosa vittoria nel derby è anche la quinta vittoria consecutiva e questi fattori, se combinati con il ritrovato feeling col gol di Brunner ed un Manzato in grande forma, fanno davvero ben sperare per il futuro.
Quando poi la truppa straniera si esprime sui livelli visti anche in questa occasione – 7 punti oltre a molto bel gioco – alle altre squadre risulta davvero difficile reggere il confronto. Resta l’incognita dei cali di tensione, come ben testimoniato dal terzo tempo della Valascia.
Sul fronte Ambrì i problemi sono sempre i soliti, passando da un Giroux che viaggia a corrente alterna, da un Aucoin impalpabile ed arrivando ad una difesa che in serate come questa mette in mostra tutti i suoi limiti in entrambe le fasi. In aggiunta ai continui errori in fase di copertura, con l’eccezione di Zgraggen, nessun difensore è in grado di uscire in maniera ordinata dal terzo e questa mancanza di visione di gioco la si paga pure in situazione di power play.
D’altro canto, positivo il debutto di Masalskis, incolpevole e spesso abbandonato dalla retroguardia sui gol, così come le prestazioni di Lhotak e del guerriero Hall, l’unico a dare l’impressione di essere in grado di fermare i frombolieri del Lugano.
Il Lugano se la vedrà sabato tra le mura amiche con lo Zugo in una sfida per il quarto posto che si prospetta molto interessante. Dal canto suo l’Ambrì sarà di scena a Berna con il difficilissimo ma quanto mai necessario compito di andare a punti per evitare di perdere ulteriore terreno dal tanto agognato ottavo posto.