(© Andrey Fokin)
Quando venne fondata nel 2008, la KHL aveva l’ambizione di sfidare la NHL per il titolo di miglior lega al mondo. Oggi, invece, potrebbe essere addirittura a rischio la sua esistenza.
Con il valore del rublo in cadura libera, infatti, moltissime squadre della KHL si ritrovano attualmente in profondi guai finanziari, con giocatori e staff tecnico che vengono pagati in ritardo o, ancora peggio, non pagati del tutto. L’allenatore dello Slovan Bratislava, Petri Matikainen – giusto per fare un esempio – non percepisce un salario oramai dall’inizio della stagione.
Per tutti coloro che invece ricevono lo stipendio, attualmente percepiscono solamente una parte del valore previsto dai loro contratti, con il rublo che da luglio ad oggi ha perso quasi il 50% del suo valore in rapporto a quello del dollaro statunitense.
Con almeno tre squadre sull’orlo del fallimento – Slovan Bratislava, Atlant Moscow Oblast e Dinamo Riga – il presidente della KHL, Dmitry Chernyshenko, ha condotto una riunione di crisi nella giornata di mercoledì a Sochi. Nel frattempo diversi giocatori di valore hanno preso la via della Svezia o della Svizzera, con le offerte arrivate della Russia che vengono sistematicamente scartate.
(© Andrey Fokin)
Il momento di grande difficoltà per la KHL dunque continua, dopo che ad inizio stagione avevano dovuto gettare la spugna lo Spartak Mosca ed il Lev Praga, a cui si è poi aggiunto anche il Donbass. Un campionato a 28 squadre era stato possibile grazie all’innesto di Lada Togliatti, Jokerit Helsinki e HC Sochi, ma il timore è che altre squadre saranno presto costrette a chiudere baracca.
Il problema riguarda naturalmente anche altre leghe professionistiche, con diverse squadre di calcio che sono in queste settimane confrontate con la partenza dei loro giocatori migliori nel resto dell’Europa, mentre lo spettro della bancarotta li aspetta al termine della stagione.
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