AMBRÌ – Questi primi mesi di campionato dell’Ambrì Piotta – vissuti tra tanti bassi e qualche sussulto, che mantiene comunque accesa la speranza – hanno regalato agli appassionati un grande numero di spunti su cui ragionare.
Quando le cose non vanno, si sa, si tende ad analizzare ogni piccolo dettaglio della squadra e della struttura societaria, nel tentativo di individuare gli attuali problemi e le soluzioni per il futuro visto che – tra una cosa e l’altra – la stagione 2015/16 è già dietro l’angolo e a costruirla si inizia sin da ora.
Tra i temi scottanti c’è naturalmente quello dei giovani e della loro gestione, scatenatosi nelle ultime settimane sia per la frequente esclusione di Lukas Lhotak, sia perché mai come oggi “l’erba del vicino” è apparsa più verde, con il Lugano che sta portando avanti un progetto lodevole nello sviluppo dei giovani.
Questo porta naturalmente i tifosi biancoblù a rivangare nel recente passato, alla luce anche della perdita d’esercizio annunciata di 1.3 milioni ed un passivo accumulato di 6.1 milioni. La conseguente riduzione del budget per la rosa della prima squadra di circa 500’000 fr pone ulteriormente l’accento sul bisogno di impiegare le risorse che si hanno già in casa che, oltre ad un discorso puramente finanziario – innestare qualche giovane non costa molto – permette anche di mantenere e sviluppare una certa identità.
Le difficoltà finanziarie in cui naviga il club sicuramente rendono complicato il sostegno al movimento giovanile, con alcuni tagli che – tra gli alti settori – sono dovuti essere stati fatti anche in questo senso. Vi è poi la questione dell’infrastruttura, tasto dolente per l’Ambrì Piotta sino al momento in cui arriverà la nuova Valascia.
Comprensibili dunque le situazioni in cui alcuni ragazzi hanno deciso di continuare la formazione altrove, dove trovano infrastrutture all’altezza e alcuni interessanti sostegni a livello finanziario, come la copertura dei costi scolastici o quelli relativi all’equipaggiamento, cosa che ad Ambrì succede solo in parte. Impossibile al momento pretendere – e nessuno lo fa – che i leventinesi possano competere in questo senso, ma hanno altre frecce al loro arco sicuramente interessanti. Diverse di queste sono da ricondurre ad una pianificazione professionale già in età Mini e Novizi, dove si può già intravedere il talento di alcuni giovani, a cui si deve poi dare fiducia.
Fiducia che può essere riflessa sia da un contratto di formazione, sia dalla possibilità in età Élite di prendere parte ogni tanto agli allenamenti della prima squadra e magari di presenziare in panchina in partita, quando la proverbiale “coperta” risulta corta. Se un ragazzo sa distinguersi – e ad Ambrì spesso alcuni emergono dagli altri e fanno parte delle diverse Nazionali di categoria – bisogna poi avere il coraggio di mandarlo in pista quando qualche titolare è infortunato.
In questo senso Patrick Fischer sta mostrando la via, visto che il coach bianconero non ci ha mai pensato due volte ad inserire i vari Sartori (Riccardo e Johnatan), Ahlström, Romanenghi, Zanzi e Müller, dando loro una possibilità al primo infortunio di un titolare… Scelte coraggiose e “tipiche” del coach bianconero, che non ha mai visto offuscato il suo metro di giudizio dagli alti obiettivi sportivi del club (e la conseguente pressione).
Provare ad innestare in difesa un giocatore come Zaccheo Dotti, ad esempio, avrebbe permesso sia di dargli una possibilità di dimostrare il suo valore – dopo essere stato in Nazionale sin dalla U16 – sia di risparmiarsi qualche ingaggio di troppo in retrovia, reparto dove il solo Zgraggen ha meno di 25 anni.
Un altro capitolo importante è quello relativo a Michael Fora, draftato in WHL e partito in direzione di Kamloops sotto la guida di Hnat Domenichelli; sinora ha ottenuto 11 punti in 22 partite. Capitano degli Élite e dal fisico possente, Fora ha saputo bruciare tutte le tappe e anche lui ha frequentato le varie Nazionali giovanili, ma in prima squadra per lui non c’è stato posto.
Con l’opportunità dell’esperienza all’estero forse avrebbe comunque optato per un anno in Nordamerica, ma la sua situazione pare comunque non sia stata gestita al meglio. In una nostra intervista in agosto aveva affermato di essere rimasto in buoni rapporti con il club, lasciando così aperta la porta per un suo ritorno che sarebbe fondamentale e significativo. Nato nell’ottobre del 1995, però, Fora potrebbe essere draftato in NHL il prossimo giugno, fattore che potrebbe complicare le cose.
La “materia prima” su cui lavorare ad Ambrì comunque non manca, con tre nomi che spiccano in particolare, ovvero quelli di Roman Hrabec (20 partite, 19 punti negli Élite biancoblù, in rete anche con il Biasca mercoledì sera), Samuele Guidotti e Noele Trisconi (entrambi 20 partite e 15 punti), i secondi anche Nazionali U19. In prospettiva non bisognerà inoltre distogliere l’attenzione anche da Christian Pinana e Misha Moor, entrambi Nazionali U18 e solidi fisicamente. A questi ragazzi va data un’occasione, come giusto che sia.
Con Michael Flückiger in scadenza nel 2016, è in prospettiva molto interessante lo sviluppo dei gioiellino Michal Chmel. Il giovane portiere ceco sarà ancora considerato straniero per un anno, ma bisognerà poi dargli la fiducia e la prospettiva di giocare in NLA al fianco di Zurkirchen. Il 18enne rappresenta uno dei più grandi talenti degli ultimi anni, tant’è che gli scout del Berna lo stanno seguendo molto da vicino da diverso tempo, pensando anche al “dopo Bührer”.
Insomma, in futuro si potrebbe (probabilmente dovrebbe) osare di più, soprattutto considerando che sono davvero tanti (21 ad oggi) i giocatori che in questo campionato che hanno debuttato in NLA passando direttamente dagli Juniori Élite alla massima serie, sfatando in parte il mito dei giovani “bruciati” da questo salto. Ad Ambrì, insomma, le risorse sono davvero tante… A maggior ragione in questi anni di difficoltà, è tempo di iniziare ad usarle!
Ottime risposte, d’altronde, sono già arrivate da Fuchs e Stucki, mandati in pista con regolarità e capaci di riservare al popolo biancoblù diverse soddisfazioni.