Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati da tre a cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!
I biancoblù sono tornati in pista dopo la pausa dedicata alla Nazionale con l’obiettivo di portare nuovo fieno in cascina dopo la vittoria ottenuta contro il Friborgo. Per l’Ambrì è però arrivato un solo punticino, ottenuto al termine di una partita contro il Bienne che sembrava potersi concludere con la prima vittoria casalinga da tre punti…
DUMP AND CHASE, SEMPRE E COMUNQUE
La scorsa stagione l’Ambrì aveva tre giocatori e mezzo in grado di prendere il disco in difesa, partire ed entrare nel terzo offensivo per vie centrali, mantenendo il possesso del puck. I nomi? Park, Pestoni, Noreau ed il “mezzo” Miéville (quest’ultimo a corrente alternata). Quest’anno purtroppo pare esserci un solo elemento in grado di proporre questo esercizio, e attualmente è ancora infortunato. La squadra di Pelletier è passata da un gioco arioso fatto di movimento senza disco, passaggi smarcanti ed azioni travolgenti con conclusioni a rete, al più classico dei “dump and chase”: disco nell’angolo, tutti attaccati alle balaustre e prima o poi si arriverà davanti alla porta per tirare… Playmaker cercasi!
“ERROR: WIN DOWNLOAD STOPPED AT 91,67%”
5 minuti. Il tempo di fare benzina, di prepararsi un sandwich o di dare un’occhiata agli ultimi commenti su HSHS. 5 minuti sono anche quanto sta tra il 55esimo minuto di una partita ed il suo epilogo. Arrivati al 55esimo, si è giocato il 91,67% di un match, arrivati al 55esimo scocca la “maledizione biancoblù”. Quest’anno negli ultimi 5 minuti l’Ambrì si è fatto rimontare in casa da Berna, Ginevra, Friborgo, Bienne, Kloten e nuovamente Friborgo in trasferta. Sono in totale nove i punti persi a causa del “braccino”, punti che se ottenuti avrebbero portato l’Ambrì all’ottavo posto. È vero che con i “se” e con i “ma” non si vincono le partite, ma queste sono cifre che possono e devono far riflettere i biancoblù…
IL TOP SCORER CHE NON TI ASPETTI
Steiner, Giroux, Aucoin, Pestoni. Probabilmente se in agosto aveste chiesto ad un tifoso biancoblù chi secondo lui sarebbe stato il top scorer dopo due mesi di campionato, la risposta sarebbe ricaduta su uno di questi quattro giocatori. Ed invece, dopo 21 partite disputate, il casco giallo è ben posizionato in cima ai 188cm d’altezza di Adam Hall. Arrivato in sordina e poco conosciuto dal popolo biancoblù, che sperava l’arrivo a sorpresa dei vari Ben Street, o Travis Morin, lo statunitense ha saputo calarsi al meglio nella realtà leventinese. Non solo si è dimostrato ottimo in ciò che da lui era lecito attendersi (ingaggi, gioco difensivo, box play) ma si è rivelato anche più prolifico del previsto in zona offensiva: 13 punti (7 goal e 6 assist). Questi punti non sono arrivati per caso, ma sono frutto di un’intelligenza hockeystica ed un’esperienza fuori dal comune che rendono Hall un elemento molto prezioso nel già avaro scacchiere di Serge Pelletier.
GIROUX E I BAFFI MALEDETTI
Alexandre Giroux si è presentato sul ghiaccio per la partita di venerdì sera alla Valascia con dei pronunciati baffi, lasciando intendere la sua partecipazione – in combutta con Lauper, anche lui baffuto per l’occasione – della nota iniziativa benefica “Movember”. L’attaccante canadese ci ha però spiegato che in verità aveva scelto di non radersi per iniziare una sorta di “rito scaramantico”, sulla falsa riga della classica barba da playoff, che sperava potesse propiziare reti e vittorie. L’effetto non è però stato quello desiderato, tant’è che già il giorno dopo a Ginevra il numero 10 si era dato una bella rasata.
SPARA DANIEL… SPARA!
Dopo aver iniziato il campionato con una doppietta, Daniel Steiner non è riuscito a rendersi protagonista di un inizio di campionato a mille all’ora come successo un anno or sono. Ora il numero 77 sembra però essere finalmente sulla strada giusta per ritrovare il suo gioco, dopo aver messo a segno tre reti nel weekend e quattro nel mese di novembre, rollino di marcia che gli consente di salire complessivamente a quota otto e di tornare ad essere il miglior marcatore della squadra! Al momento è anche uno dei pochi attaccanti dell’Ambrì a vedere la porta … Dunque, appena puoi spara Daniel!
I bianconeri hanno ottenuto l’ennesima vittoria stagionale alla Resega piegando con grande merito il Kloten, successo che aveva permesso al Lugano di issarsi al secondo posto in classifica. I ticinesi hanno però dovuto fare i conti con uno Zurigo più riposato sabato sera, subendo un KO che li ha fatti scivolare al terzo rango
MORDI E FUGGI
Non pensate ai fast food, tappa comunque quasi obbligata per i tifosi in trasferta soprattutto se dal Ticino si va oltre Gottardo, bensì a quelle partite che ogni tanto occorre giocare in trincea e cercare di vincerle con solo un paio di colpi ben assestati. Un esempio perfetto ne è la sfida giocata dal Lugano in quel di Bienne, dove un super Merzlikins ha tenuto in piedi la baracca fronteggiando i continui attacchi degli increduli Spylo e Arlbrandt, prima che Klasen piazzasse il più pesante dei K.O ad un minuto e poco più dalla fine. Per la serie: “Gliele ho cantate, ma lui me le ha suonate.”
E NON È FINITA QUI…
I “game winning goal” sono 4, i pareggi che hanno portato punti sono 2 e la percentuale ai rigori è del 50%. Il bottino totale di Linus Klasen si attesta a 10 reti e 15 assist in 21 partite, ma lui asserisce che il meglio deve ancora arrivare. Per intanto il Lugano ed i suoi tifosi si godono le gesta di un giocatore tanto spettacolare quanto decisivo, che ha portato ben 16 punti con le sopracitate 6 reti e i 4 rigori segnati. Alla faccia di chi diceva che fosse tanto fumo e poco arrosto…
AFFETTO RICAMBIATO
Più di una volta Ilari Filppula è tornato in pista a fine partita per applaudire i tifosi della Resega. Stavolta, contro il Kloten, la standing ovation del pubblico bianconero è stata dedicata a lui dopo quella spettacolare discesa tra la difesa degli aviatori finita con il disco alle spalle di Gerber. E tanto per pareggiare i conti, il finnico è tornato sul ghiaccio a fine match per un altro scambio di applausi, a sottolineare quanto lui e l’ambiente bianconero siano in piena sintonia. Ah, l’amour…
CAMBIARE ARIA FA SUBITO UN GRAN BENE
Lo scambio di giocatori tra Zugo e Lugano ha fatto contenti un po’ tutti. I bianconeri hanno riabbracciato quel Bertaggia partito dalla Resega solo pochi anni fa e l’altro figlio d’arte che di cognome fa niente meno che Andersson, mentre lo Zugo si ritrova tra le proprie fila un difensore di sicuro avvenire come Schlumpf. Soprattutto i due difensori hanno dimostrato di aver immediatamente tratto profitto dal nuovo ambiente: Schlumpf è già andato in rete con lo Zugo e ha marcato un +/- finalmente positivo, mentre il giovane Calle ha pareggiato in sole due partite lo stesso bottino di punti fatto segnare a Zugo in 18 match, ma soprattutto ha dato prova di grande classe e impegno. Insomma, alla fine vissero tutti felici e contenti.
AD OGNUNO IL SUO MERITO
Chi asserisce che il Lugano sia dipendente dagli stranieri probabilmente detiene una parte della ragione. Una parte però, perché se è vero che l’apporto offensivo del Lugano è garantito da chi ha il passaporto svedese o finlandese, bisogna riconoscere i meriti di una difesa tutta svizzera – licenze a parte, ma valgono anche quelle – e dei “pacchetti” di box play formati al 90% da giocatori di passaporto rossocrociato. Aggiungiamoci il rendimento di Merzlikins e Manzato, che i +/- migliori della squadra sono di giocatori che di cognome fanno Chiesa, Steinmann e Julian Walker ed ecco che il quadro dei meriti è completo ed equilibrato. Che dire, Fischer ci ha provato a convincere gente come Bürgler, ma è probabile che si dovrà fare uno sforzo e accontentarsi di Klasen, Pettersson e Filppula. Problemone.