AMBRÌ – Con sei punti di ritardo sulla linea – che potrebbero diventare tre vincendo il match di ritardo sul Ginevra – i biancoblù sono tutt’altro che esclusi dalla lotta per accedere ai playoff. Questo perlomeno sulla carta e, visto che la matematica non è un’opinione, non è ancora tempo di premere il proverbiale “panic button”.
Nessuno ha mai pensato nel preseason che arrivare tra le prime otto sarebbe stato facile e, al fronte delle tante difficoltà e punti interrogativi evidenziati dai leventinesi in questi primi mesi di campionato, non c’è da stupirsi se quanto preventivato in agosto si sia effettivamente realizzato.
Doveroso in questo senso ricordare le diverse peripezie, vicissitudini, errori e sfortune che conducono i più a catalogare sotto la voce “stagione negativa” l’attuale campionato dell’Ambrì Piotta. Più che un paragrafo, in questo senso ci vorrebbe probabilmente una lista puntata per ricordarli tutti. Proviamoci comunque.
L’impatto degli stranieri non è quello che si sperava (Aucoin su tutti), si è perso del talento in favore di una maggiore fisicità – scelta che sembra non pagare – e l’infortunio a Pestoni ha complicato parecchio le cose. A livello di intensità, concentrazione ed organizzazione la squadra ha ancora molto da lavorare, gli special teams non hanno certo brillato, manca ancora una vittoria piena alla Valascia, l’alchimia tra le linee non appare ancora solida e sul club pendono le preoccupazioni inerenti la nuova pista, la situazione finanziaria a corto/medio termine e le recenti vicende di disordini al termine dei match contro Lugano e Friborgo.
In un mondo in cui l’hockey va probabilmente più velocemente di quanto in Leventina si riesca a tenere il passo, fortunatamente l’Ambrì funziona contro ogni logica, e al cospetto delle tante difficoltà, il pubblico ha compreso e sostenuto la squadra, facendo registrare una buona media di presenze (5’458) nonostante un avvio decisamente meno brillante di quello della stagione passata.
Uno dei problemi per l’Ambrì Piotta potrebbe però essere proprio lì. I biancoblù rischiano di vivere l’attuale stagione nell’ombra di quella targata 2013/14, subendo la pressione di dover essere all’altezza del recente passato. L’inizio a razzo dello scorso campionato – che in definitiva portò i punti valsi i playoff – è stato talmente eccezionale dal risultare oggi quasi scomodo, dopo essersi resi conto che quell’incredibile serie di vittorie era stata frutto di una perfetta combinazione di circostanze difficilmente replicabili. Anzi, anche se la squadra si fosse nettamente rinforzata, il “bis” sarebbe stato improbabile.
Questo è dunque motivo di positività, nonostante un inizio poco brillante? “Positività” forse è una parola grossa, ma può sicuramente ridimensionare una certa negatività attorno alla squadra, nel senso che l’Ambrì non sta “toppando alla grande”, ma sta semplicemente confermando la sua natura di squadra dalla risorse limitate, e che dunque porta con sé tanto cuore ed altrettanti errori – sul ghiaccio e dietro le varie scrivanie del club – controbilanciati dalla voglia di non arrendersi mai.
Se si vuole vedere del positivo, c’è da considerare un certo potenziale inespresso, con diversi giocatori che non si sono ancora confermati al massimo delle loro possibilità. Steiner può sicuramente avere un impatto maggiore, Dostoinov sta ancora cercando la prima rete, Bouillon sappiamo che saprà dare più di quanto mostrato sinora, ed anche le capacità di Aucoin non sono probabilmente solo quelle mostrate sinora. Anche vero che non è detto che tutti, nel corso della stagione, sapranno ritrovarsi, ma si può comunque sperare di vedere miglioramenti in questo senso.
Nella sfortuna dell’infortunio di Pestoni, l’Ambrì ha poi “scoperto” Stucki, rivelatosi un giocatore dal valore e dall’impatto decisamente maggiore rispetto ad ogni più rosea aspettativa. Buono anche il debutto in NLA di Fuchs, che nel ruolo di centro riveste una posizione complicata per un giovane ma che ha saputo rispondere bene alle responsabilità affidategli, soprattutto ricordando i problemi durante il preseason. Peccato invece l’esclusione di Lhotak in alcune circostanze, perchè se si parla di “potenziale”, lui è sicuramente uno di quelli che giocando potrebbe migliorare sempre di più.
L’attuale situazione dei biancoblù si scinde dunque verosimilmente in due. Da una parte vi sono tante considerazioni – supportate anche dai numeri – che indicano che per i biancoblù sarà ben difficile ottenere nuovamente una qualificazione ai playoff. Dall’altra vi è però la consapevolezza che non vi è alcuna ragione per abbattersi e lasciarsi “intimorire” da chi dà già per tagliata fuori questa squadra.
I correttivi da apportare sono molteplici, a partire da Pelletier sino ad arrivare alla responsabilità del singolo giocatore, ma la pausa della Nazionale può rappresentare una buona occasione per ragionare a mente fredda e tornare poi sul ghiaccio senza pensare troppo a cosa successo in questi primi due mesi.
I punti dalla linea non hanno ancora assunto una dimensione insormontabile – sarebbe bastato battere in due occasioni il Rapperswil per essere tra le prime otto… – dunque quanto non ha funzionato sinora deve fungere da insegnamento, non da fardello.
È altresì innegabile che, se il treno dei playoff non è ancora partito, basteranno un altro filotto di diverse sconfitte consecutive per ritrovarsi nei guai. Tutto è però ancora da giocare, dunque niente “panic button” per ora… Un bel “reset” forse potrebbe bastare!