Social Media HSHS

Ambrì Piotta

Il pazzesco primo derby lo vince il cuore dell’Ambrì Piotta

garage

ambri
AMBRÌ – LUGANO

5-4

(0-1, 2-3, 2-0; 1-0)

Reti: 11’53 Pettersson (Klasen, Ulmer) 0-1, 25’12 Pettersson (Klasen, Sannitz) 0-2, 29’28 Stucki (Fuchs, Lüthi) 1-2, 32’24 Walker (Steinmann, Filppula) 1-3 32’55 Walsky (Chiesa, Filppula) 1-4, 37’15 Aucoin (Giroux, Duca) 2-4, 42’01 Giroux 3-4, 50’03 Chavaillaz (Lüthi, Fuchs) 4-4, 60’32 Hall 5-4

Note: Valascia, 6’500 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Massy, Wehrli; Kovacs, Tscherrig
Penalità: Ambrì 3×2′, Lugano 2×2′

AMBRÌ – Per i numerosi neofiti del derby tra Ambrì Piotta e Lugano, tra i quali il match winner Hall, Kinrade, Klasen e Filppula, questa prima sfida cantonale ha servito sul piatto tutto ciò che ci si può aspettare. E lo ha fatto rispettando pure i “pronostici” puntualmente disintegrati, dato che quello che succede nelle partite tra biancoblù e bianconeri, spesso e volentieri esula dalla normalità.

I famosi pronostici che volevano un Lugano vincitore quasi addirittura in “scioltezza”, visti i momenti opposti delle due compagini che precedevano la sfida della Valascia e la situazione degli infortunati, con un Lugano praticamente al completo e l’Ambrì Piotta che contava le assenze di O’Byrne – sostituito dall’esordiente KinradeLauper, Bianchi, Kobach e soprattutto di Pestoni.

Blocchi ovviamente modificati da Pelletier, che ha schierato Duca nella linea di Giroux e Aucoin e il giovane Stucki nella quarta linea assieme a Lüthi e Fuchs. Fischer ha invece riproposto la formazione al completo, con Manzato in porta preferito a Merzlikins.

Proprio i tre citati giocatori biancoblù hanno recitato il ruolo di trascinatori sul ghiaccio per l’Ambrì, in un contesto dove, reti rocambolesche a parte, la coppia nordamericana d’attacco non ha convinto, soprattutto per ciò che riguarda l’intensità e i molti errori commessi, sia di bastone che di testa.

Ma andiamo con ordine, in un match cominciato in fondo secondo le aspettative, ossia con il Lugano a comandare il gioco e l’Ambrì bravo a difendere e a ripartire in break per pungere Manzato. A far dubitare che sarebbe potuto andare tutto secondo “copione” ci ha poi pensato l’immancabile Pettersson, autore delle prime due reti bianconere – la nona e la decima per lui in questo campionato – distribuite nel primo e nel secondo tempo, che sembravano aver messo sulla strada giusta i bianconeri.

Lugano padrone del ghiaccio, grazie alla maggior classe, a un pattinaggio continuo e alla sicurezza donata dal buon periodo di forma. E apparentemente nemmeno la spettacolare discesa finita in gol di Stucki è sembrata scalfire queste certezze degli ospiti, perché poi sono bastati un perfetto schema in power play tra Filppula, Steinmann e Walker oltre a un contropiede finito con gran classe da Walsky a portare il Lugano sul comodo vantaggio di 4-1.

Partita finita secondo i facili pronostici della vigilia? Assolutamente no, anzi, si potrebbe ribattere dicendo che è iniziato un secondo derby, quello della riscossa dell’Ambrì Piotta e dell’eccessiva sicurezza del Lugano. Una riscossa quella dei biancoblù portata avanti a volte anche con parecchia confusione, sintomo di un periodo comunque difficile, ma con grande cuore e pazienza, segnale di chi vuole uscire da certe difficoltà.

Le reti di Aucoin – al primo centro in maglia leventinese – ancora nel periodo centrale e soprattutto quelle successive di Giroux (autorete di Schlumpf) e Chavaillaz che hanno portato i padroni di casa sul 4-4 sono state reti anche fortunose ma cercate con la pazienza e la voglia di lottare, il tutto mentre il Lugano sciupava le proprie occasioni per “uccidere” una partita che con un pochino più di umiltà e furbizia sarebbe stata comodamente portata a casa.

Quell’umiltà e quella furbizia mancate anche nelle ultime possibilità concesse per riprovare a girare la frittata, ossia quel power play a cavallo tra il 60’ e l’overtime impostato con disattenzione – con addirittura 4 attaccanti nel supplementare – tanto da lanciare Adam Hall verso una rete che ha sigillato il più incredibile degli epiloghi.

Partita vinta dall’Ambrì o persa dal Lugano? Quesito sempre difficile e visto dalle due parti in maniera diversa, com’è ovvio che sia, ma non ci si può esimere dal sottolineare che se l’Ambrì ha avuto il merito di “svegliarsi” e di cominciare a lottare, il Lugano ha avuto la colpa di permetterglielo, e i conseguenti momenti di relax hanno completato il resto.

Adam Hall è stato il match winner, ma anche uno dei migliori sul fronte biancoblù, in un contesto apparso subito difficile e reso ancor più duro dall’inquietante numero di errori commesso dalla coppia GirouxAucoin, ma se il nuovo arrivato ha avuto almeno il merito di provarci, il suo compagno è stato all’origine di più di una rete bianconera, vuoi per errori di gioco che per penalità guadagnate in maniera piuttosto ingenua.

Bene, anzi benissimo il quarto blocco, con Stucki autore di una rete d’antologia ma assieme ai compagni di linea Lüthi e Fuchs di una prova tutta grinta, cuore e polmoni. Il neo leventinese Kinrade ha impiegato qualche minuto a calarsi nella nuova atmosfera, ma con il passare dei minuti ha mostrato buoni numeri in chiusura e sicurezza nelle ripartenze, tutto sommato un’ottima prova, considerando il tipo di partita.

Sul fronte bianconero diversi giocatori “double face”, che sono passati dalla prova di forza dei primi due tempi, agli errori del terzo periodo e dell’overtime, ad’immagine di un Pettersson che si conferma giocatore straordinario, ma che a volte eccede nella manovra perdendo dischi come quello che ha regalato il gol decisivo a Hall. Il suo compagno Klasen ha mostrato lampi di pura classe, ma sul finire del match ha mostrato segni di stanchezza, anche a causa dei doppi turni per sopperire all’assenza di Reuille in corso partita.

Un po’ più in ombra Filppula – anche se in una maniera o nell’altra sul tabellino ci finisce sempre…- più in luce invece i suoi compagni di linea Steinmann e Walker, con l’ex Kloten che si sta rivelando un ingaggio veramente azzeccato per intelligenza, visione di gioco e pattinaggio. Buona la prova anche di Kostner, qualità e quantità, meno quella di McLean, giocatore che normalmente riesce sempre ad emergere in simili contesti, ma che stavolta si è visto ben poco. Non esente da colpe Manzato, distratto sul gol di Aucoin e insicuro in certe uscite dalla porta, anche lui andato un po’ in palla come i suoi compagni.

Questo derby ha detto sostanzialmente due cose: la prima è che l’Ambrì ha intatta la voglia di lottare, ha dei giovani che possono fare grandi cose, ma anche dei problemi che non devono essere nascosti da una vittoria buona per morale e classifica. Il primo blocco è stato sul ghiaccio in occasione di più reti avversarie e in particolare Giroux continua nel suo periodo buio non solo dal lato realizzativo ma anche da quello mentale, e l’Ambrì Piotta non può fare a meno del suo scorer per eccellenza. A livello di gioco si sono visti dei progressi in difesa, ma il powerplay continua ad essere materia sconosciuta, certo è che le assenze del momento non aiutano Pelletier in questo senso.

Il secondo insegnamento è rivolto al Lugano: la squadra ha un talento e un potenziale enorme, ciò che si è visto fino al 4-1 di Walsky ne era la prova. Quando Klasen e co. spingono sull’acceleratore di pattini e bastoni c’è poco da fare, ma se smettono di pattinare sono capaci anche del peggio, come in questo caso. Già la partita contro il Bienne, seppur vinta, era stata un segnale, ma questa squadra ha ancora grossi problemi nella gestione del risultato e della continuità.

Inoltre non è da sottovalutare il fatto che l’ormai ex miglior difesa del campionato abbia subito 12 reti nelle ultime 3 partite. Non si dispera certo con la situazione di classifica attuale e con tutte le partite davanti, ma prima si risolvono i problemi meglio è.

Ora per l’Ambrì c’è la difficile trasferta di Friborgo, squadra in piena crisi, ma c’è da augurarsi che i biancoblù si siano ricordati di cosa è successo a Kloten e che le energie rimaste siano sufficienti. Per il Lugano c’è la possibilità di ripartire in casa propria contro un avversario molto forte e per certi aspetti simile ai bianconeri qual’è lo Zugo dell’illustre ex Harold Kreis. Un week end decisamente duro per le ticinesi.


(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)
Click to comment

Altri articoli in Ambrì Piotta