GÖTEBÖRG – Dopo quattro sconfitte consecutive, anche l’Hockey Club Lugano ha potuto assaporare il gusto di una vittoria, la prima in questa fase di preparazione della stagione 2014/15. I bianconeri ci sono riusciti nonostante Fischer abbia proposto una formazione decisamente rimaneggiata, dando più spazio a chi normalmente fa parte del bottom six.
Quindi, oltre ai noti assenti Kparghai e Ulmer, sono rimasti a riposo Vauclair, Klasen, Pettersson, Mclean, Filppula e Manzato, in porta ha giostrato il giovane Oestlund e c’è stato spazio anche per il rientrante Walker. Blocchi offensivi logicamente rimescolati, con Steinmann al centro del primo tra Fazzini e il citato Walker, secondo guidato da Sannitz con Reuille e Dal Pian, terzo con centro Walsky tra Kostner e Murray e infine quarto blocco formato da Romanenghi, Balmelli e Kuonen.
L’inizio partita è stato per breve tempo a favore del Lugano, grazie soprattutto a un paio di buone occasioni e a un palo colpito da Kostner, ma alcune penalità evitabili – altro “vizietto” evidenziato dal Lugano in queste amichevoli – ha permesso al Valerenga di portarsi in vantaggio all’11esimo minuto grazie a un tiro deviato davanti a Oestlund. Norvegesi che hanno poi raddoppiato poco prima della pausa, portando il risultato sul 2-0, anche se il Lugano avrebbe meritato di più almeno per l’impegno.
Impegno che ha dato i suoi frutti, perché se in un periodo centrale che ha avuto zero sostanza e poca più forma, i bianconeri hanno trovato il frutto di pazienza e lavoro nel tempo conclusivo. Dapprima Chiesa, imbeccato da Fazzini al 40’54”, ha freddato il portiere norvegese in situazione di doppia superiorità numerica, e nel giro di 4” – se non è un record, andrei comunque a controllare per esserne sicuri – Murray prima e Reuille dopo, quest’ultimo lanciato con grande colpo d’occhio da Schlumpf direttamente dall’ingaggio, hanno girato la contesa meritatamente a favore dei bianconeri tra il 54’05” e il 54’09”.
Attimi di sofferenza poco prima della sirena finale per un power play concesso a causa di un cambio scorretto, ma il lavoro di squadra ha permesso di portare a casa questa prima vittoria.
Il Valerenga del “quasi ex” Espen Knutsen è sicuramente l’avversario più modesto affrontato finora dai bianconeri, ma ciò non toglie nessun merito a una squadra che, ricordiamo, è scesa in pista senza stranieri e altri giocatori a riposo. Analizzando la partita, i punti negativi risiedono nelle ancora troppe penalità subìte soprattutto a causa di affanni difensivi, ciò significa che l’allargamento dei terzi comporta ancora qualche problema agli schemi della retroguardia bianconera.
Tra i punti positivi va sottolineato il fatto che la partita è stata vinta nel terzo periodo, quello che era costato la sconfitta nelle amichevoli precedenti, questo dice che la condizione atletica sta tornando nelle gambe e nei polmoni gradatamente. È ottimo pure il fatto che anche le “seconde linee” siano state in grado di condurre la partita (36 tiri a 18 per il Lugano) e di andare a bersaglio nei momenti decisivi del match, nonostante l’assenza dei grandi leader e scorer. parlando dei nuovi arrivi – almeno quelli in pista a Göteborg – Chiesa, con la “A” sul petto, è tra quelli che sta dando ottimi contributi, grazie non solo alla rete in power play ma mostrando anche i grandi progressi fatti in quel di Zugo.
Nota di merito anche per il lavoro intelligente e di qualità mostrato a tutta pista da Steinmann e per un Murray piuttosto in palla. Molto mobile e pericoloso, il numero 14 ha “bagnato” la sua annata con un gol che dovrà essere l’auspicio, si spera, di una stagione molto meno tribolata delle passate.
Un buon “Lugano B”, anche se suona un po’ingeneroso per chi è sceso in pista, perché la forma dice che la quadratura del cerchio va ancora cercata ma si è sulla buona strada, e la sostanza parla di una vittoria che fa morale nel gruppo e scaccia quelle premature paure da tifosi forse un po’ troppo preoccupati.