LUGANO – ÖREBRO
0-1
(0-0, 0-1, 0-0)
Note: Resega, 3’000 spettatori.
Penalità: Lugano 7×2′, Örebro 2×2′
LUGANO – Seconda partita amichevole casalinga della stagione e seconda sconfitta per l’Hockey Club Lugano, stavolta contro l’Orebrö di Kenta Johansson. Il risultato finale di 1-0 in favore degli svedesi è scaturito dalla rete di Löwdahl a metà partita, a cui i bianconeri non hanno saputo replicare.
Patrick Fischer ha riproposto grosso modo la medesima formazione dell’esordio contro lo Slovan Bratislava, ad eccezione del portiere titolare, ruolo ricoperto stavolta da Daniel Manzato. Sempre assenti dunque i vari Kparghai, Sartori, Dal Pian, Walker e Sannitz ai quali si è aggiunto il terzo portiere, Östlund.
I bianconeri sono sembrati ben più in palla sul lato della reattività già a partire dal primo tempo, nel quale si sono viste belle trame offensive tra gli ormai già “soliti noti” Pettersson e Klasen e con un Filppula sempre più tra gli schemi di gioco e molto apprezzato dal pubblico per i suoi passaggi “no look”.
Il Lugano ha retto sostanzialmente bene fino alla rete ospite, denotando poi un certo calo nel pattinaggio causato probabilmente dai duri carichi di lavoro di queste settimane. Di conseguenza i bianconeri sono stati costretti al fallo più volte, e quell’esercizio da allenare più volte menzionato da Fischer, ossia il boxplay è stato ben giocato, in quanto il Lugano ha superato indenne 7 penalità minori e una situazione di 3 contro 5.
Il terzo e ultimo periodo ha visto le due squadre battagliare con delle difese piuttosto ballerine, e a giovarne è stato lo spettacolo, portato spesso dalle giocate degli uomini di maggior classe. Nonostante l’uscita di Manzato nel finale e un paio di buone occasioni, il risultato non è cambiato, sancendo di fatto la vittoria della compagine di Kenta Johansson.
Il Lugano ha mostrato buone cose, soprattutto in fase offensiva, dove grazie ai molti uomini dalla tecnica di bastone e dal pattinaggio sopra la media ha proposto ottime azioni correlate a buone dosi di spettacolo, peccando però in finezze forse eccessive che ne hanno minato l’efficacia.
Nel complesso la squadra ha già una bella impronta di Fischer: gioco “dominante”, possesso del disco e velocità nel far girare lo stesso, con grande mobilità degli attaccanti aiutati dalle dimensioni aumentate del terzo d’attacco. D’altro canto quel metro e mezzo in più dei terzi causa qualche difficoltà alla difesa, che ha mostrato qualche buco di troppo, e un po’ di difficoltà in fase di rilancio.
Tra i nuovi arrivati Filppula sta mostrando cose egregie, un possesso del disco a testa alta e passaggi illuminanti, mentre cresce sempre più l’intesa tra Pettersson e Klasen. Da rivedere Steinmann (schierato come ala) e un pur buon Kuonen, che sa portare energia al quarto blocco. il giovane svedese Alströhm per contro, sembra avere discrete mani e buona visione, ma sembra ancora piuttosto acerbo nel complesso. Bene Chiesa, che fa già rimarcare la sua presenza fisica e da buoni impulsi in fase di rilancio.
In sostanza un Lugano da registrare in difesa e da rendere più concreto in attacco, ma il pubblico ha apprezzato di nuovo, le premesse sono decisamente invitanti.
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