LUGANO – Dopo la sconfitta patita in gara 4 alla Resega, con la serie che vede ora il Lugano con le spalle al muro contro il Ginevra, abbiamo raccolto le impressioni di Flavien Conne.
Flavien, partita fondamentalmente decisa nei primi 20 minuti, poi la reazione è arrivata troppo tardi e non siete riusciti a rientrare…
“Sì, tutto è stato deciso da due azioni un po’ strane, in cui abbiamo lasciato loro troppo spazio, e dopo è stato difficile per noi. Prendere una rete nei primi minuti ti taglia le gambe, peccato che non siamo stati capaci di tenere più a lungo lo zero a zero per farli dubitare un po’. È vero che il nostro risveglio è avvenuto un po’ tardi e, anche se è stata una partita tesa, la delusione c’è”.
Dopo la loro prima rete c’era comunque tutto il tempo per recuperare, come mai vi siete svegliati così tardi?
“Proviamo sempre a fare meglio, ma il ritmo in questa partita era basso e abbiamo fatto un po’ fatica a controllare il disco. Mentalmente c’eravamo ma non siamo riusciti a fare quello che volevamo. Sono dinamiche un po’ strane, non è una scusa ma una spiegazione. In alcuni momenti importanti ci siamo fatti prendere dalle emozioni, con delle penalità che non ci hanno aiutato. Ci restano alcuni dettagli da regolare, adesso siamo con le spalle al muro, è il momento giusto per vedere chi vuole veramente andare avanti”.
È possibile che il 7-1 abbia fatto più male di quello che pensavate?
“No, nei playoff perdere 1-0 all’overtime o 7-1 non cambia nulla, alla fine è un punto per la squadra che vince e basta. Non ha influito sul nostro atteggiamento di martedì”.
Fin’ora chi ha segnato per primo ha sempre vinto, sarà importante a Ginevra riuscire ad andare in vantaggio…
“È quasi sempre così. Soprattutto dovremo essere capaci nei primi 5-10 minuti a chiudere bene e dopo, se dovessimo riuscire a segnare per primi, sarà sicuramente un bel passo in avanti”.
Giovedì partita da “dentro o fuori”, paradossalmente è possibile che avrete meno pressione rispetto a martedì?
“Se ci mettiamo troppa pressione addosso non è una buona cosa, dovremo trasformare la pressione in voglia, in grinta e in divertimento…ma divertimento positivo, l’hockey rimane un gioco e dal momento che sparisce l’idea di divertirsi, di giocare con il disco, di avere il piacere di giocare l’uno contro l’altro e l’uno con l’altro ti blocchi. Dobbiamo ritrovare questi valori sani che fanno andare avanti una squadra e non rimanere fermi sul posto”.