L’hockey è presente ai Giochi sin dal 1920 quando, nell’ambito delle Olimpiadi di Anversa, venne per la prima volta organizzata una settimana dedicata agli sport invernali.
In quell’occasione la medaglia d’oro andò al Canada, nazione rappresentata dai Winnipeg Falcons (vincitori della Allan Cup), capace di superare in finale per 12-1 la Svezia. Al torneo partecipò anche la Svizzera, battuta al primo turno per 29-0 dagli Stati Uniti e poi 4-0 dalla Svezia nel “torneino” per la corsa al bronzo.
Il torneo di Sochi 2014 comprende un totale di 12 squadre, divise in tre gruppi. Ogni squadra affronta le tre avversarie e i tre vincitori dei gruppi più la quarta miglior squadra in generale si qualificano direttamente per i quarti di finale. Le otto selezioni rimanente si giocano la qualifica in uno scontro diretto (5 vs 12, 6 vs 11, 7 vs 10, 8 vs 9).
GRUPPO A
Russia
Stati Uniti
Slovenia
Slovacchia
GRUPPO B
Canada
Finlandia
Norvegia
Austria
GRUPPO C
Svezia
Repubblica Ceca
Svizzera
Lettonia
CALENDARIO DELLE PARTITE
MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO
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Ore 18:00 | Repubblica Ceca | Svezia |
Ore 18:00 | Lettonia | SVIZZERA |
GIOVEDÌ 13 FEBBRAIO
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Ore 09:00 | Finlandia | Austria |
Ore 13:30 | Russia | Slovenia |
Ore 13:30 | Slovacchia | Stati Uniti |
Ore 18:00 | Canada | Norvegia |
VENERDÌ 14 FEBBRAIO
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Ore 09:00 | Repubblica Ceca | Lettonia |
Ore 13:30 | Svezia | SVIZZERA |
Ore 18:00 | Canada | Austria |
Ore 18:00 | Norvegia | Finlandia |
SABATO 15 FEBBRAIO
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Ore 09:00 | Slovacchia | Slovenia |
Ore 13:30 | Stati Uniti | Russia |
Ore 18:00 | SVIZZERA | Repubblica Ceca |
Ore 18:00 | Svezia | Lettonia |
DOMENICA 16 FEBBRAIO
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Ore 09:00 | Austria | Norvegia |
Ore 13:30 | Russia | Slovacchia |
Ore 13:30 | Slovenia | Stati Uniti |
Ore 18:00 | Finlandia | Canada |
SVIZZERA
La Svizzera si presenta a Sochi come una selezione solida e che può puntare a fare un buon torneo, questo dopo essersi guadagnata il rispetto di tutti conquistando la medaglia d’argento agli ultimi Mondiali. In quell’occasione i rossocrociati iniziarono il torneo alla grande superando delle superpotenze come Svezia, Canada e Repubblica Ceca.
Per riuscire nuovamente nell’impresa il coach Sean Simpson dovrà riuscire a trarre il meglio da una squadra non infarcita di star come molte altre, ma che dovrebbe confermarsi come maledettamente ostica da affrontare.
Il momento più memorabile della storia recente per la Svizzera riporta la nostra memoria al 2006, quando i rossocrociati riuscirono nell’impresa di battere il Canada per 2-0, con una storica doppietta di Paul Di Pietro ed un Martin Gerber capace di ottenere uno strepitoso shutout da 49 parate!
La Svizzera a Sochi potrà vantare in particolare uno Jonas Hiller ed un Roman Josi in forma strepitosa. Quest’ultimo era stato imperiale negli ultimi Mondiali, tanto da essere eletto come MVP del torneo, mentre Mark Streit saprà portare esperienza e leadership ad un reparto arretrato che dalla NHL vedrà arrivare anche Diaz e Weber.
In NHL sul fronte offensivo sta vivendo la sua miglior annata Nino Niederreiter, mentre Simon Moser ha recentemente ottenuto il suo primo punto nella miglior lega al mondo. Poco impiegato invece Damien Brunner, che riceverà però man forte da giocatori che stanno facendo molto bene in NLA, come Wick, Cunti, Suri e tanti altri.
Nel 2010 a Vancouver i nostri debuttarono perdendo dagli Stati Uniti, ma costrinsero poi il Canada agli shootout. Battendo la Norvegia e la Bielorussia si qualificarono per i quarti, per poi venir eliminati dagli USA perdendo 2-0 nonostante una strepitosa prestazione di Hiller (42 parate).
CANADA
Come sempre le aspettative per il Team Canada sono altissime, con qualsiasi risultato che non sia l’oro che verrà accolto come una delusione, soprattutto considerando il titolo conquistato a Vancouver nel 2010 e l’esclusione di alcuni grandi come Joe Thornton, Claude Giroux oppure Taylor Hall.
Questi fattori non fanno altro che aumentare il numero di riflettori sui canadesi, che potranno però contare su una rosa stellare, la quale si basa su tre dei migliori centri al mondo: Sidney Crosby, Jonathan Toews e Patrice Bergeron. Le scelte a disposizione costringeranno lo staff a spostare all’ala altre stelle come Matt Duchene o John Tavares, con la loro classe cristallina che sarà poi completata in attacco da una presenza fisica di assoluto livello come quella garantita da Rick Nash e Jamie Benn. Proprio l’ex Davos sarà un giocatore da tenere d’occhio, in quanto è quello con maggiore esperienza sulle piste di grandezza europea.
In difesa tornerà il tandem già apprezzato a Vancouver formato da Keith e Doughty, mentre Bouwmeester e Pietrangelo assicureranno un’alchimia perfetta in quanto compagni di squadra ai Blues. Non bisogna poi dimenticare superstar come Subban e Weber, che dovrebbero sopperire ad alcuni punti di domanda tra i pali. Luongo, vincitore a Vancouver, sarà affiancato da Smith e Price, con il giocatore dei Canucks che dovrebbe almeno inizialmente partire da titolare.
Nel 2010 il Canada aveva spazzato via la Russia nei quarti con uno storico 7-3, per poi superare la Slovacchia nella semifinale. Nel “derby” con gli USA avevano poi avuto la meglio per 3-2 al termine di una drammatica partita, risolta all’overtime da Sidney Crosby.
STATI UNITI
Nel 2010 erano in tanti a considerare la selezione statunitense come troppo giovane per poter andare fino in fondo, ma i ragazzi a stelle e strisce smentirono parzialmente gli esperti arrivando sino alla finale e costringendo il Canada all’overtime, risolto da una rete di Sidney Crosby.
Oggi, quattro anni più tardi, molti di quei ragazzi sono diventati dei perni fondamentali delle rispettive franchigie NHL, come ad esempio Patrick Kane e Jonathan Quick, vincitori dei più recenti Conn Smythe Trophy. Gli States possono vantare un mix di tecnica e forza fisica, consentendo alla squadra di attuare sistemi di gioco diversi e di ben adattarsi agli avversari.
In panchina, dopo essersi affidati a Ron Wilson a Vancouver, ci sarà il coach dei Pittsburgh Penguins, Dan Bylsma, che con i Pens riuscì a vincere la Stanley Cup alla sua prima stagione. Con la selezione degli States potrà vantare una solida difesa basata su Quick tra i pali e Ryan Suter, che gli permetterà di non cambiare troppo la sua filosofia di gioco.
A Vancouver la medaglia d’oro è sfuggita di un nulla agli States nonostante delle prestazioni strepitose di Ryan Miller. Nel girone di qualificazione avevano sbaragliato gli avversari con un 14-5 complessivo, per poi superare la Svizzera e la Finlandia nella via verso la finale.
RUSSIA
I padroni di casa della Russia dovranno fare i patti con la grandissima pressione ed aspettative altissime nei loro confronti. La selezione ha tutti mezzi per puntare a testa bassa all’oro, questo soprattutto grazie ad un reparto offensivo stellare, controbilanciato però da uno difensivo non altrettanto altisonante.
I migliori giocatori della Russia dovranno però portare sostanza e reti, visto che nel 2010 Kovalchuk e Datsyuk segnarono solamente un gol, mentre Ovechkin ottenne unicamente una doppietta contro la Lettonia. La motivazione non sarà comunque un problema, visto che il solo giocare “in casa” dovrebbe spingere i russi a dare il meglio.
Sul fronte difensivo la Russia ha mantenuto in rosa solamente tre blueliners che erano presenti a Vancouver, ovvero Tyutin, Mikulin e Markov, mentre sono stati esclusi i veterani Gonchar e Volchenkov (sostituiti da Voynov ed Emelin). Sono dunque diversi i giocatori che saranno alle Olimpiadi per la prima volta.
Tra chi sarà per la prima volta ai Giochi troviamo anche la coppia di portieri formata da Varlamov e Bobrovsky, quest’ultimo vincitore del Vezina Trophy nel 2013. Il portiere di Columbus si sta però rendendo protagonista di una stagione meno entusiasmante rispetto a quella passata. Nel mix sono stati lanciati anche alcuni giovani interessanti come Tarasenko e Nichushkin, mentre è stato escluso Kuznetsov.
A Vancouver nel 2010 la Russia ha subito lo smacco di essere stata eliminata per mano del Canada con un umiliante 7-3.
SVEZIA
Nel 2006 a Torino la Svezia aveva conquistato l’oro olimpico, dopo aver perso in maniera controversa un match di qualificazione contro la Slovacchia che aveva permesso loro di sfidare la poco temibile Svizzera nei quarti di finale. Quattro anni più tardi, però, il “karma” si è preso la sua rivincita, con gli svedesi che furono eliminati nei quarti proprio dagli slovacchi.
A Sochi la Svezia ha le potenzialità per fare benissimo, presentando un bel mix trascinato da alcune superstar NHL come Lundqvist, Zetterberg e Daniel Sedin, a cui si aggiungeranno Karlsson, Backstrom e Landeskog. Il talento della selezione svedese è in porta, in difesa e sul fronte offensivo, rendendola una selezione estremamente bilanciata, compatta e difficile da affrontare.
L’attacco della Svezia si preannuncia davvero dalle mille possibilità, con i vari Sedin, Backstrom, Zetterberg, Landeskog e Steen capaci di andare a rete in una miriade di modi diversi. La difesa sarà invece un po’ diversa rispetto al 2010, con Karlsson ed Ekman Larsson non ancora 25enne ma già giocatori chiave delle rispettive franchigie NHL.
In porta il titolare incontrastato sarà Henrik Lundqvist, vincitore del Vezina Trophy nel 2012 e dell’oro olimpico a Torino. Dopo un inizio di campionato difficile, “The King” ha ritrovato la sicurezza e vanta una percentuale di parate del 91.8% e 2.44 reti subite a partita.
FINLANDIA
Dal momento in cui la NHL ha iniziato a permettere ai suoi giocatori di partecipare alle Olimpiadi, la Finlandia è stata la nazione che ha ottenuto il maggior numero di medaglie. Nonostante questo, però, i finlandesi non sono mai considerati come dei veri pretendenti all’oro, ma mantengono sovente lo status di squadra dalla grandi potenzialità e sempre pronta a creare la sorpresa.
La Finlandia può vantare un terzetto di portieri tra i più forti del torneo – se non il più forte in assoluto – grazie alla presenza di un Tuukka Rask che lo scorso anno ha portato Boston sino alla finale della Stanley Cup, e di un Niemi che ha alzato al cielo la coppa nel 2010. Completa il reparto Lehtonen, che con Dallas ha vissuto alti e bassi ma il cui valore non si discute.
Il resto della rosa presenta nomi meno altisonanti rispetto alle grandi favorite a Sochi, ma i giocatori convocati possono vantare – oltre ad un livello comunque molto alto – un’alchimia di squadra assolutamente da non sottovalutare. In un torneo corto come questo, l’alchimia può essere determinante, e la Finlandia da questo punto di vista appare molto compatta.
I portieri e la chemistry dovranno essere in grado di sopperire ad un attacco che non promette di segnare moltissime reti. La rosa ha subito un brutto colpo con l’assenza per infortunio di Filppula e Mikko Koivu, a cui dovrà sopperire l’esperienza di Teemu Selanne, Olli e Jussi Jokinen.
In difesa grandi responsabilità saranno affidate al veterano Kimmo Timonen, mentre Joni Pitkanen non sarà dei giochi in quanto out sino a fine stagione. A conti fatti, la Finandia ha solamente quattro difensori attualmente in NHL, di cui due – Maatta e Vatanen – sono rookie.
A Vancouver 2010 la Finlandia superò la Repubblica Ceca nei quarti di finale, per poi venir eliminata in semi dagli Stati Uniti con un perentorio 6-1. Selanne e compagni si riscattarono immediatamente conquistando il bronzo, battendo la Slovacchia nella “finalina” per 5-3.
REPUBBLICA CECA
I giorni d’oro della Cechia sono oramai lontani e, per questa Olimpiade, il massimo a cui possono ambire i cechi è una corsa alla medaglia di bronzo. Al momento la squadra si affida ancora ad alcuni giocatori oramai sulla via del tramonto, su tutti Jagr ed Elias, e – ad eccezione di Voracek – non ci sono ancora dei giovani capaci di raccogliere degnamente il loro testimone.
Saranno dunque i vari Krejci, Plekanec e Michalek ad avere il compito di finire con regolarità sul tabellino. In quest’ottica è sicuramente da sottolineare la presenza in squadra del 42enne Petr Nedved, mentre altri giocatori di valore come Vrbata e Hudler non sono stati selezionati.
In porta il titolare sarà Pavelec, soprattutto considerando la non-convocazione del giovane Neuvirth. A favore della Repubblica Ceca c’è da considerare un girone in cui potrebbero trovare la loro dimensione, con Svezia, Lettonia e Svizzera.
SLOVACCHIA
La Slovacchia si presenta a Sochi senza uno dei suoi attaccanti simbolo – l’infortinato Marian Gaborik – e si affiderà al gigantesco Zdeno Chara, che si spera possa indicare la retta via. Mancherà purtroppo anche il miglior giocatore della selezione nelle Olimpiadi del 2010, ovvero Pavol Demitra, che ha perso la vita come tutta la squadra del Lokomotiv Yaroslavl nel tragico incidente aereo del 2011.
La squadra si compone dunque di alcuni veterani e diversi giovani di grandi promesse. Tutto partirà dalla solidità o meno dei due portieri – Halak e Budaj – i quali dovranno presentarsi al massimo per poter permette ai compagni di competere per una medaglia.
La leadership di Chara sarà supportata dagli esperti Hossa e Handzus, capaci di vincere la Stanley Cup con i Chicago Blackhawks. Questo non toglie che agli slovacchi dovrà andare proprio tutto bene per riuscire a rientrare nella lotta per una medaglia ma, visto che nel 2010 hanno chiuso in quarta posizione, tutto può succedere.
NORVEGIA
Qualche anno fa l’ex bianconero Patrick Thoresen pretese un cambiamento ai vertici della federazione norvegese, oppure non sarebbe più tornato a vestire i colori della sua nazione.
Evidentemente il forte attaccante attirò l’attenzione delle persone giuste, visto che ad oggi più della metà della selezione gioca in Svezia, Finlandia, Germania o Russia, mentre sei anni fa solamente quattro giocatori presenti ai Mondiali erano attivi oltre confine. Non è dunque un caso che la Norvegia abbia scalato la classifica IIHF sino al nono posto.
Thoresen oggi gioca nello Ska St. Pietroburgo e sarà una delle poche colonne offensive, in compagnia di Mats Zuccarello, l’unico norvegese che milita in NHL con i New York Rangers.
In difesa, invece, l’elemento di spicco è Jonas Holos, protagonista di 39 incontri con gli Avalanche nel 2010/11. Sulla linea blu un po’ di muscoli saranno poi portato dall’ex NHLer Ole-Kristian Tollefsen. Tra i pali, invece, il titolare dovrebbe essere il portiere della Dinamo Minsk, Lars Haugen.
LETTONIA
La Lettonia è guidata alla transenna da Ted Nolan, coach che questa stagione ha anche guidato ad interim i Buffalo Sabres, e presenta una rosa in buona parte formata da giocatori provenienti dalla Dinamo Riga (ben 8 elementi).
Al momento la Lettonia può vantare solamente un giocatore in NHL, ovvero il rookie Zemgus Girgensons, in forza proprio ai Sabres. Gli altri giocatori che in passato sono stati draftati sono Karsums, Sprukts, Bartulis ed il ginevrino Daugavins.
Il portiere per i lettoni è sempre stato un problema e, in attesa dell’arrivo alla ribalta del bianconero Merzlikins e di Punnenovs, ci si affiderà a Gudlevskis, estremo difensore dei Syracuse Crunch e scelta al quinto turno dei Tampa Bay Lightning.
La difesa si baserà ancora sul veterano Sandis Ozolins, 41enne che si era ritirato dalle competizioni internazionali nel 2006 ma che è ritornato in nazionale per aiutare i suoi ad ottenere la qualifica.
AUSTRIA
L’Austria è a Sochi alla sua 13esima apparizione olimpica della storia, la prima dal 2002 a questa parte. La rosa è a dire il vero piuttosto modesta, ma può vantare la presenza di tre NHLer di assoluto valore, ovvero Thomas Vanek, Michael Grabner e Michael Raffl, che dovrebbero garantire all’Austria un reparto offensivo rispettabile.
Tra chi ha esperienza in NHL troviamo anche il difensore Thomas Pöck con le sue 188 partite nella massima lega nordamericana, noto alle nostre latitudini per aver vestito la maglia del Rapperswil. Gli occhi dei tifosi bianconeri saranno invece puntati tutti su Stefan Ulmer, 23enne che quest’anno è stato uno dei migliori giocatori del Lugano.
SLOVENIA
La Slovenia non ha oggettivamente alcuna possibilità di avvicinarsi ad una medaglia, ed il primo a saperlo è l’unica superstar della squadra: Anze Kopitar. Questo non impedirà però al giocatore dei Los Angeles Kings di dare il massimo per la sua nazione, a maggior ragione dopo che la Slovenia è stata capace di qualificarsi ai Giochi senza di lui, superando Danimarca e Bielorussia.
Per la Slovenia questa si tratta della prima partecipazione e del più grande risultato ottenuto nella loro storia. La selezione di Matjaz Kopitar – padre di Anze – si giocherà dunque il tutto per tutto, senza avere nulla da perdere.