ZURIGO – Non è riuscito il colpaccio all’Ambrì che, impegnato in casa della capolista Zurigo, si è arreso alla formazione tigurina con il punteggio di 4-2. Il risultato è però in parte bugiardo perché per lunghi tratti i ticinesi sono stati padroni del ghiaccio, ma la maggior classe di Nilsson e compagni ha permesso ai padroni di casa di conquistare la posta piena.
Con Williams confinato in tribuna e con il rientrante Noreau al suo posto, l’inizio di partita dei biancoblù è stato traumatico. I Lions, imbattuti dal 19 novembre, sono infatti partiti a tutto gas e dopo nemmeno 4’ si sono portati avanti grazie a Bastl al termine di una concitata azione dalle parti di Zurkirchen.
Resistiti senza ulteriori danni all’impressionante partenza ospite, gli ospiti hanno progressivamente preso in mano il pallino del gioco e si sono fatti viepiù pericolosi. Logica conseguenza il pareggio messo a segno da Lhotak (al suo primo punto in NLA), puntualmente servito al centro da Incir dopo un bel lavoro alle assi di Schlagenhauf.
Nel secondo periodo le formazioni si sono affrontate a viso aperto, dando vita ad un incontro appassionante e molto spettacolare. Il palo di Pestoni e le grosse occasioni capitate e Reichert e Duca hanno fatto presagire al meglio, ma nonostante la netta supremazia i leventinesi hanno colto soltanto un altro clamoroso palo a porta sguarnita con Noreau. Tutto bello, sì, ma la rete è in fin dei conti mancata.
Come la crudele logica sportiva insegna, gol mancato gol subito. Così, completamente contro l’andamento del gioco, Nilsson ha portato nuovamente avanti gli ZSC al termine di una rapida combinazione con Cunti e Wick. Visibilmente frustrati, gli uomini di Pelletier hanno mollato la presa e sono di nuovo stati colpiti dalla linea degli artisti zurighesi, stavolta a segno in power play con Wick, chiudendo così un incredibile secondo tempo sotto di due reti.
Nel terzo conclusivo l’Ambrì ha provato in ogni modo ad accorciare ma il fortino di Flüeler ha retto alla grande sino al 58’09, quando Noreau ha trovato il varco giusto per riaprire l’incontro con Zurkirchen fuori dal ghiaccio per dar spazio ad un uomo di movimento in più. Gli ultimi secondi di passione hanno visto i leventinesi andare vicini al pareggio, ma un passaggio errato dello stesso numero 26 ha spianato la strada a Dan Fritsche, che a porta vuota ha insaccato il definitivo 4-2.
Nonostante la sconfitta, le sensazioni sono molto positive. Gli uomini di Pelletier hanno giocato una grande partita e per lunghi tratti sono stati semplicemente superiori alla corazzata zurighese, compagine che ha tutte le carte in regola per puntare al titolo. Il gioco offensivo è stato ben supportato dalle seconde linee – la top line di Park è stata a volte imbrigliata dallo scontro diretto col trio dei sogni avversario, nonostante il solito incontenibile Pestoni – e la difesa ha retto, superbamente supportata dal solito bravo Zurkirchen.
La differenza tra l’Ambrì ed una grande squadra come lo Zurigo si è però vista chiaramente in questa occasione ed è riassumibile in una sola parola: killer instinct. Nel secondo tempo in particolare, come già detto, è infatti stata la compagine ticinese ad essere assoluta padrona del ghiaccio ma la mancanza di freddezza quando opposti a giocatori incredibili come quelli della paradesturm zurighese si paga a caro prezzo.
Lo scontro di sabato col Rappreswil sarà utile per confermare quanto di buono visto oggi sul ghiaccio – difficile a tal proposito immaginare rotazioni del contingente stranieri nel breve termine – e per conquistare altri tre fondamentali punti nella corsa ai play off.
Fotografie a cura di © Berend Stettler