AMBRÌ – Continua il brutto periodo dell’Ambrì contro le formazioni romande. Dopo la sconfitta patita martedì a Losanna, i leventinesi si sono infatti arresi in casa anche al Friborgo con il punteggio di 2-0. Se la sconfitta a Malley è arrivata su una pista storicamente ostica, sicuramente di più ci si aspettava da questa sfida su ghiaccio ticinese contro una formazione burgunda in netta difficoltà.
I dragoni erano reduci dalle sconfitte con Lugano e Bienne ed inoltre giostravano con solo con due stranieri di movimento. Più che per i meriti dei romandi, il punteggio maturato in questa occasione è da attribuire alla controprestazione della formazione ticinese, con gli ospiti già nel primo periodo capaci di rendersi maggiormente pericolosi e Zurkirchen chiamato più volte a parate anche spettacolari per rimediare ai pasticci di una difesa più ballerina del solito.
In avvio di secondo tempo, quando gli effetti del riposo extra di cui gli uomini di Pelletier avevano beneficiato avrebbero dovuto a farsi sentire, è però accaduto l’impronosticabile. Da dietro la porta Noreau ha completamente sbagliato il primo passaggio, sparandolo direttamente su Zurkirchen ed infilando una clamorosa autorete.
Paradossalmente questo incredibile svantaggio ha risvegliato dal suo torpore l’Ambrì, che per 15’ ha attaccato a testa bassa. Certo, la precisione ed il killer instinct non sono stati sicuramente all’ordine del giorno, ma spinti dalla verve del giovane Pestoni i biancoblù ci hanno provato per davvero, sfiorando il punto del pareggio a più riprese.
Una dubbia penalità comminata a Gautschi – sicuramente uno tra i più attivi – al 35’, ha però di fatto chiuso l’incontro. Sugli sviluppi del power play Helbling ha infatti insaccato il 2-0 da pochi passi, regalando ai suoi il doppio vantaggio.
Nel periodo conclusivo i leventinesi hanno continuato a spingere, ma nonostante molte occasioni di giostrare in superiorità numerica e gli ultimi secondi passati a porta sguarnita per fare spazio ad un uomo di movimento in più, il risultato non è più mutato.
Come detto, il power play è uno dei punti più negativi visti all’opera nella serata di sabato. Nonostante le ben sei occasioni di giostrare con l’uomo in più, i due blocchi hanno faticato oltremodo anche solo per insidiarsi in modo stabile nel terzo offensivo e i tiri nello specchio della porta difesa da Conz sono stati una vera rarità.
Alla base di questa sterilità c’è sicuramente il periodo di forma negativo del contingente straniero dei leventinesi. Ad eccezione del sempre volenteroso Park e dell’oggi escluso Nordlund, il resto del pacchetto di importazione sta arrancando. Noreau è una brutta copia del giocatore ammirato nelle scorse stagioni ed il rocambolesco autogol è sintomo di una mancanza di concentrazione, Giroux ha mancato alcune golosissime occasioni da rete a tu per tu con Conz (anche se gli va dato atto di essersele costruite), mentre Williams non sembra poter avere in questo momento alcun impatto sul gioco. Se a questo si aggiunge il momento di calo dei leader svizzeri come Steiner e Mieville, il calo di rendimento dell’Ambrì è in parte presto spiegato.
I periodi di magra capitano a tutte le squadre ed è inutile disperarsi. È altresì chiaro che il calendario non perdona nulla ed il prossimo poker di incontri (Davos, Zurigo, Rapperswil, Berna) è tanto difficile quanto importante. Uscire da questo tour de force senza conquistare nemmeno un punto sarebbe molto pericoloso sia per il mentale che per quanto riguarda la classifica. Sarà dunque fondamentale dare chiari segnali di ripresa già da domenica alla Vaillant Arena.