BERNA – È senza dubbio una delle grandi classiche del campionato, la sfida tra orsi e bianconeri, e la partita della Postfinance Arena arriva in un momento di ottima forma di entrambe le formazioni. Il Lugano si è presentato nella capitale con qualche cambiamento, vedasi il rientro tra i pali di Manzato e il “sacrificio” di Micflikier, che ha fatto posto a Heikkinen.
Squadra cambiata nelle linee, quindi, con Reuille che ha sostituito l’ex biennese nel primo blocco, Sannitz arretrato in quarta e sostituito da Walker, e infine, Metropolit affiancato da Rüfenacht e Walsky. Sempre i soliti gli assenti, Vauclair e Conne, a cui si aggiungono Fazzini – infortunatosi con gli Elite – e Dal Pian, che ha accusato un leggero malessere durante il warm up.
Sfida classica che riserva sempre emozioni, e la prima viene regalata da Reuille che dopo soli 8” – solo Yaremchuk e Jaks hanno fatto meglio in LNA, con 6” – è riuscito a battere Bührer, con la compiacenza di una difesa bernese ancora negli spogliatoi. Con il Berna subito costretto a inseguire, la partita si è subito accesa su livelli alti di pattinaggio, velocità e ingaggio fisico, presentando agli spettatori presenti uno spettacolo da play off. Terminato il primo tempo sull’1-1 grazie al pareggio bernese ad opera di Pascal Berger, nel periodo centrale si è assistito alla crescita dei padroni di casa, aiutati non poco dalle penalità “guadagnate” dagli uomini di Fischer.
Il Lugano ha subìto la “fiscalità” – chiamiamola così…- degli arbitri, ma è stato impeccabile in box play, calcolando anche 1’31” in doppia inferiorità numerica. A furia di provarci, però il Berna è riuscito a battere Manzato – eccezionale nei momenti di pressione bernese – a pochi secondi dalla seconda sirena con una gran conclusione di Scherwey. Chi si aspettava un calo di ritmo del Berna è stato però disatteso, e la partita è continuata su alti livelli tecnici e agonistici, con il Lugano che è sembrato provato da quel quarto d’ora giocato quasi sempre in inferiorità numerica, e la rete di Pascal Berger che ha così firmato il 3-1, è sembrata una brutta mazzata.
Ma il Lugano di questi tempi ha delle qualità da squadra vera che gli impediscono di smettere di lottare, e che anzi, gli permettono di alzare ulteriormente il livello delle proprie prestazioni nei momenti di maggior pressione. Fondamentale è stata la replica quasi immediata di Heikkinen, che ha battuto il portiere bernese con una delle sue cannonate. Incredibile poi quello che è successo nei minuti finali: dapprima lo stesso Pascal Berger ha annullato la superiorità numerica ai suoi andandosi a sedere a sua volta in panchina, e Murray in 4 contro 4 è riuscito ad approfittarne dopo soli 13”, rimettendo in parità il match.
In seguito, Roche è stato espulso per una gomitata, a meno di 4’ dal termine, concedendo il power play e una grossissima occasione ai bianconeri. Ma, protagonista nel bene e nel male, Murray si è fatto subito espellere per un bastone alto, facendosi accollare un 2’+2′ che ha ribaltato la bilancia della partita in quegli ultimi minuti da infarto. Nulla di fatto entro il 60’, ma dopo 48” di overtime, dopo un disco perso da Schlumpf in attacco, Scherwey ha completato la sua doppietta regalando la vittoria agli orsi.
Il Lugano ha affrontato un Berna decisamente in forma, va reso atto, ma è riuscito a fare gioco pari all’avversario, contribuendo a rendere la partita palpitante e di alto livello. La difesa ha lavorato benissimo, soprattutto in box play, quando alcune penalità che definire dubbie è un eufemismo, hanno messo sulle ginocchia i bianconeri, che mai si sono lasciati prendere dal panico. La rimonta finale la dice lunga sullo stato mentale della squadra, capace di tirare fuori le unghie e gli attributi nei momenti difficili, pur sempre concedendo pochissimo nelle retrovie.
Il rimescolamento delle linee causa assenze e scelte tecniche ha avuto qualche impasse iniziale, ma poi la squadra ha cominciato subito a lavorare all’unisono. Difficile dire se siano due punti persi o uno guadagnato, pensando ai minuti finali, ma per come si era messo l’incontro e visto lo stato di forma delle squadre è sicuramente un punto pieno di spunti positivi. L’unico neo rimane il power play, di difficile esecuzione e troppo statico.
Tra i migliori di questo incontro vi trova spazio sicuramente Manzato, decisivo nel famoso secondo tempo e nelle situazioni di inferiorità numerica, ha saputo alzare il proprio livello al pari dei suoi compagni, disimpegnandosi anche in alcuni “big save”. Nelle retrovie Hirschi ha dimostrato di nuovo quanto sia importante in ogni angolo del ghiaccio, gestendo moltissimi dischi con calma e oculatezza. Il “jolly” Kienzle sta forse facendo quei miglioramenti tanto desiderati, e passa dall’attacco alla difesa senza quasi risentirne.
In avanti Reuille, oltre ad aver fatto registrare quasi un record, ha lavorato alla grande, guadagnandosi occasioni da rete e creando spazi per Kostner e Mclean, facendosi trovare pronto ancora una volta. Un po’ più in ombra gli stranieri, con Pettersson uno scalino sopra a Metropolit e Mclean, almeno per le occasioni da rete e la “regia” in attacco.
Il Lugano ha profuso un grande sforzo nel tenere testa al Berna, soprattutto in inferiorità numerica e nei minuti finali. Ora questo sforzo deve continuare per guadagnare punti sulle dirette avversarie, Ginevra Servette in primis.