ZUGO – Chiamato per la seconda volta a giocare 3 partite in 4 giorni nel giro di nemmeno due settimane, l’Ambrì Piotta ha nuovamente sbagliato completamente l’entrata in partita in quel di Zugo, dove i padroni di casa hanno imitato il Lugano chiudendo la sfida con i biancoblù sostanzialmente nel primo tempo mettendo a segno 3 reti. Preoccupanti i primi 20 minuti di marca biancoblù, in cui nulla è funzionato e a regnare sovrana è stata la confusione, l’imprecisione e la mancanza di carica agonistica.
Pur tenendo conto della maggior freschezza dello Zugo – gli svizzero centrali non giocavano da venerdì – questo non basta a spiegare un Ambrì che sempre più spesso sembra essere spossato soprattutto a livello mentale. Il gameplan ad inizio campionato era infatti quello di cerca di imporre sempre e comunque il proprio gioco all’avversario, esercizio riuscito egregiamente agli uomini di Pelletier fino alla pausa, ma che nelle ultime settimane sembra fare difetto.
Che i problemi siano più che altro a livello mentale e di concentrazione lo ha dimostrato il secondo tempo – ed in piccola parte il terzo – dove sono bastati un paio di episodi favorevoli per girare il momentum e ridare ai biancoblù quello slancio che aveva alimentato ogni singola bella vittoria ottenuta in questo campionato. Troppo tardi e troppo breve la fiammata dell’Ambrì che, con le linee d’attacco mescolate e rimescolate nel corso dell’incontro, non sono mai riuscite a trovare la quadratura del cerchio.
Con Schlagenhauf assente per due settimane, Pelletier si è giocato Nordlund per riproporre Williams, che è andato così a ricoprire il ruolo di centro lasciato vacante. La scelta di lasciare in tribuna il solido finlandese per tenere in pista l’esuberante ma disordinato Noreau potrebbe non essere stata la più felice, ma probabilmente nei giorni che ci separano dalla partita di venerdì si avrà il tempo per fare mente locale e (ri)trovare una certa disciplina nel gioco.
Fatto sta che lo Zugo ha approfittato del “non-pattinaggio” dei leventinesi per colpire a ripetizione nel corso del primo tempo, trovando il gol con Christen, il futuro bianconero Chiesa ed il top scorer Suri, che hanno reso tutto dannatamente complicato per i biancoblù. Nel frattempo l’Ambrì sul fronte d’attacco si era fatto vedere raramente, trovando solo con Duca un bel tiro di polso che avrebbe anche potuto cogliere impreparato Kilpelainen, solitamente approssimativo nel trattenere i dischi se sollecitato con regolarità.
Dopo aver scagliato solamente 4 tiri verso il finlandese, i biancoblù hanno avuto un sensibile miglioramento nel periodo centrale, tornando in pista dopo un rimescolamento delle linee e capaci di tessere qualche bella trama offensiva, questo nonostante la rete di Holden dopo 5 minuti abbia rappresentato la proverbiale “mazzata”.
In powerplay è però arrivata la rete confezionata dagli stranieri d’attacco – Williams su assist di Giroux e Park – che ha riacceso una speranza che pareva poter diventare concreta quando il canadese ha firmato anche il 4-2.
Soffermandoci un attimo sul numero 29, sicuramente l’aver trovato una doppietta (anche se la seconda rete è frutto di una deviazione di un avversario) non può che fargli bene al morale, anche se sul piano del gioco il Williams visto di recente è solo un lontano parente di quello ammirato lo scorso anno. La sua situazione è piuttosto complicata e passerà anche dalla forma degli altri giocatori d’importazione.
In questo senso non convincono le ultime uscite di Giroux, andato in gol solamente 2 volte negli ultimi 10 incontri e, anche se nel bene o nel male finisce sempre nel tabellino, in definitiva ultimamente non ha sorpreso in positivo. Diversi cambi fatti con sufficienza ed una penalità evitabile rendono la sua prestazione di martedì insufficiente.
Tra coloro che invece hanno saputo farsi apprezzare ci sono sicuramente Richard Park e Inti Pestoni, quest’ultimo in pista un po’ acciaccato ma capace di essere addirittura il più attivo là davanti. Tanti gli impulsi dati dal numero 18, che già alla Resega aveva tentato di dare una scossa ai compagni e che anche a Zugo si è meritato una bella pacca sulla spalla.
Nel terzo tempo l’Ambrì ha poi provato a fare il massimo con la risorse psico-fisiche a disposizione. Fosse arrivata anche al terza rete, probabilmente l’euforia avrebbe completamente cambiato volto al match, che invece si è pian piano spento senza che agli ospiti fosse concessa la possibilità di mettere in dubbio il risultato. Schnyder ha infine insaccato a porta vuota il 5-2 finale, che segna la sesta sconfitta dell’Ambrì nelle ultime 8 partite.
La bella vittoria casalinga con il Losanna di sabato è stata così compensata da due sconfitte che sicuramente fanno storcere il naso per come sono maturate. Una sana preoccupazione in questo senso è sicuramente lecita. La sensazione è che qualcosa nella squadra si sia inceppato e, che lo si accetti o meno, ci vorrà un po’ di tempo per ritrovare una certa lucidità.
Non bisogna però dimenticare che se da un lato l’Ambrì sta vivendo il momento meno fortunato a livello di risultati di questo campionato, dall’altro bisogna tenere ben presente che i biancoblù sono pur sempre al quarto posto in classifica ad un solo punto dal secondo rango.
Ci sta dunque picchiare i pugni sul tavolo e scervellarsi per cercare di capire cosa non sia andato come doveva a Lugano e a Zugo, ma poi bisogna andare avanti, perché l’unica partita che davvero conta è sempre quella successiva.