AMBRÌ – Dopo sei vittorie consecutive, prima o poi sarebbe dovuta arrivare anche la sconfitta. Peccato che il primo KO da tre settimane a questa parte sia giunto al termine di un incontro domenicale che aveva il sapore di una grande festa, con oltre 6’200 spettatori accorsi alla Valascia per festeggiare un Ambrì Piotta capace di rivelarsi la grande sorpresa di questa inizio di campionato.
Con la sola novità rappresentata da Nolan Schaefer tra i pali, non si può però rimproverare molto all’Ambrì Piotta che, sull’arco di quasi tutti i 60 minuti, ha cercato in ogni modo di eludere la guardia di un ottimo Tobias Stephan, vero e proprio fattore determinante di una partita che, a conti fatti, non ha visto nessuna delle due squadre meritevole di perdere.
I biancoblù hanno nuovamente creato il loro mix esplosivo portando sul ghiaccio tutti gli ingredienti giusti: gioco fisico, buon ritmo e pattinaggio, quattro linee capaci di essere pericolose ed una grande fame di vittoria. Purtroppo, però, rispetto alle ultime uscite è mancato quell’ingrediente segreto che ha sembrava aver trasformato l’Ambrì in una squadra invincibile: il killer instinct.
Già nel primo tempo, infatti, sono state diverse le occasioni da rete costruite dai padroni di casa. Lo sforzo offensivo ha poi raggiunto il suo apice nel periodo centrale, quando un ottimo ritmo e diverse penalità ospiti hanno permesso ai leventinesi di andare ad un nulla dal gol d’apertura.
Ci ha provato la prima linea, con un Park apparso in forma strepitosa ed un Pestoni desideroso di andare in rete, mentre Giroux ha fatto partire dal suo bastone diversi tiri pericolosi che non hanno però bucato Stephan. Reichert, Mieville e Steiner hanno anche loro fatto di tutto per sbloccare il risultato, ma gli special teams nel pomeriggio di domenica hanno dato ragione al Ginevra.
La squadra di Chris McSorley si è infatti dimostrata brava nel contenere l’impeto avversario e, a metà partita, hanno ben gestito l’assenza per 10 minuti di Goran Bezina, vero leader della retroguardia. Sul fronte biancoblù si è invece messo in luce Sami El Assaoui che, nonostante qualche errore di troppo dovuto ad un’evidente esuberanza (come il disco perso su Romy), fa proprio dell’entusiasmo e delle scorribande in zona offensiva la sua arma forte. Nessun difensore dell’Ambrì ha sinora trovato la rete in questo campionato, ma El Assaoui domenica è sicuramente quello che ci è andato più vicino.
Se da un lato l’Ambrì ha costretto i suoi tifosi a trattenere un boato di gioia che sarebbe stato assordante, dall’altro va dato atto al Servette di aver disputato una partita particolarmente solida, sia dal punto di vista tattico che da quello fisico. Le due squadre hanno così finito per annullarsi a vicenda, anche se su entrambi i fronti le occasioni per andare in gol sono state parecchie: per l’Ambrì in particolare nel primo tempo con Lhotak (2 volte), nel secondo con Duca, Pestoni e Giroux, e nel terzo con Grassi ed El Assaoui.
Con il passare dei minuti era chiaro che sarebbe stato un dettaglio a decidere l’incontro. L’episodio ha purtroppo visto suo malgrado protagonista il giovane Lhotak a 7 minuti dal 60esimo, quando non ha gestito al meglio un disco dietro la porta ed ha così permesso a Petrell di indirizzarlo verso Lombardi, il quale non ci ha pensato due volte a far secco Schaefer.
Nonostante questo, il portiere biancoblù ha dimostrato una volta di più di essere in un ottimo stato di forma, leggendo ottimamente la grande maggioranza delle azioni granata ed infondendo sicurezza ai compagni in pista. Il turnover con Zurkirchen si è rivelato essere un’ottima arma, con l’Ambrì che con 31 reti subite è attualmente la miglior difesa dell’intero campionato, mentre tra i portieri con un buon numero di minuti Schaefer e Zurkirchen sono i due migliori del campionato. Per loro rispettivamente una percentuale di parate del 94.42% e 94.39% ed una media di reti incassate di 1.84.
Una volta subita la rete e realizzato di avere solo pochi minuti a disposizione per evitare la sconfitta, gli uomini di Pelletier sono tornati a sperimentare una sensazione che non vivevano da alcune settimane, fattore che li ha forse un po’ bloccati nella ricerca del pareggio.
Il Ginevra Servette ha così controllato piuttosto bene le ultime sfuriate offensive dei locali che, nonostante sei uomini di movimenti negli ultimi minuti, hanno solamente sfiorato la rete a 7 secondi dal termine.
Come si diceva all’inizio, però, una serata in cui tutto non va per il verso giusto prima o poi doveva arrivare. Certo, sarebbe stato il massimo racimolare altri tre punti prima di guardare ad un calendario che si fa tosto (i prossimi avversari sono Davos, Friborgo, Lugano, Berna e Kloten), ma sicuramente dalla sconfitta di domenica c’è tanto da imparare.
Bisogna inoltre sottolineare una volta di più come l’Ambrì abbia superato alla stragrande un periodo che si pensava potesse essere oltre modo complicato, con Noreau e Williams (tra i migliori giocatori della passata stagione in tutta la NLA) costretti in tribuna. L’Ambrì ha invece zittito tutti nonostante fosse costretto per diverse partite a giocare con soli tre stranieri, tanto che spesso ci si è addirittura dimenticati di ricordarlo.
Per la partita casalinga di venerdì contro il Davos dovrebbe fare ritorno proprio Noreau, che andrà a ringalluzzire una difesa che si è comportata bene nonostante la sua assenza e quella più recente di Kobach. La sconfitta di domenica rappresenta per l’Ambrì una sorta di spartiacquee, con i tanti punti ottenuti finora che dovranno essere “puntellati” con risultati positivi anche con le principali forze del campionato, che aspetteranno i leventinesi al varco a partire da venerdì.