FRIBORGO – Settimana a dir poco turbolenta quella che sta terminando per il Lugano. A partire dalla mal digerita sconfitta interna contro il Bienne, passando per la discussa esclusione di Domenichelli, fino all’arrivo del nuovo straniero d’attacco ingaggiato dai bianconeri, l’ex biennese Jacob Micflikier.
Tutto questo in clima piuttosto dimesso tra le mura della Resega, visto anche il complicato momento che sta vivendo la squadra a livello sportivo. Tra buone notizie (Micflikier e i rientri di Walsky, Campoli, Sannitz e Jordy Murray) altre più discusse (Domenichelli) e alcune cattive (gli infortuni di Rüfenacht e Vauclair) dalla trasferta di Friborgo, forse più della vittoria ci si aspettava dapprima una reazione, di carattere e d’orgoglio.
Sì perché il momento è così, difficile per tutti, con la squadra che è già azzoppata e deve fare affidamento a 5 giocatori U20. Addirittura nella trasferta in terra burgunda, causa malattia persistente di Flückiger e influenza di Manzato, la riserva di Merzlikins stavolta l’ha fatta il 17enne Alan Davis, ecco perché, senza voler accampare scuse che almeno martedì non tenevano, anche per Fischer risulta difficile continuare nel processo di sviluppo e presentare sul ghiaccio una squadra competitiva.
E se una reazione la si voleva, perlomeno dai primi minuti sul ghiaccio la si è avuta, prova ne è non solo il primo, meritatissimo, gol di Kostner – in combutta con il terribile Dal Pian – ma anche il pattinaggio nelle zone difensive e in ghiaccio neutro che tutta la squadra bianconera h proposto incessantemente. E proprio grazie a questo gran pattinare si sono limitate le occasioni a favore del Friborgo, che aldilà dell’estemporaneo gol di Monnet, ha sofferto il fore checking degli ospiti.
Ospiti che a loro volta sono stati “vittima” di questo pressare, non riuscendo a trovare un equilibrio che gli permettesse di rendersi efficienti in attacco quanto lo sono stati in difesa. E questo squilibrio lo si è notato un pochino di più nel periodo centrale, quando costretti a scoprirsi di più, hanno anche messo sotto pressione – e che pressione – i padroni di casa, creandosi moltissime occasioni – 19 tiri a 9 per il Lugano nel periodo centrale, 44 a 22 alla fine – ma lasciando leggermente più scoperto anche un Merzlikins non troppo sicuro.
E alla fine, storia già vista, nonostante un tempo ottimo per costruzione di gioco e pericolosità si è andati alla seconda pausa sul 2 a 2 grazie alle reti di Plüss e Reuille. E se il 2 a 2 ha dato l’impressione di andare strettino, figuriamoci poi quando nel terzo tempo, dopo varie occasioni sprecate da Dal Pian, Mclean, Ulmer e altri, è arrivato puntualissimo il nuovo e definitivo vantaggio degli uomini di Kossmann a firma Mauldin, che con la collaborazione di Pouliot e Monnet, ha sfruttato un errore in zona neutra tra Metropolit e i suoi difensori.
Poi di nuovo altre occasioni per il Lugano, compreso del forcing finale – spezzato da una penalità ingenua di Sannitz– in 6 contro 4 quando, neanche a dirlo, il gol, strameritato a quel punto, sarebbe potuto cadere grazie a un pizzico in più di precisione e freddezza.
Quel che conta ai fini della classifica sono i zero punti con cui si torna da Friborgo, ma perlomeno la reazione vista in pista preoccupa meno verso il futuro. Soprattutto vedendo le prestazioni di alcuni giocatori “punzecchiati” e criticati, come Mclean che, aldilà di gol sbagliati a grappoli, è tornato a fare quel lavoro estenuante per il quale è sempre stato apprezzato. Anche un certo Reuille, che oltre al gol ha pattinato moltissimo e con costrutto, è sembrato “rinato” rispetto alle scialbe prestazioni di pochi giorni fa.
E chissà che le vicende legate a Domenichelli – che ricordo anche io, non deve essere visto come un capro espiatorio – possano almeno far riflettere qualcuno. Poi solito grande impegno dei numerosi giovani in pista, Dal Pian e Kostner su tutti, lavoratori intelligenti e dalle mani buone come il ticinese. Ottimo il ritorno di Jordan Murray, molto mobile e abile nel fore checking a tutta pista. Buono l’esordio di Walsky, veloce con il disco sul bastone e dotato di un ottimo istinto offensivo. Stavolta meno sicuro del solito Merzlikins, ma non si possono accollare colpe al giovane lettone, che probabilmente accusa un normale calo.
Ora sotto con la ripetizione della partita a piste invertite, e chissà che Micflikier – che non è il salvatore della patria, e sarebbe sbagliato accollargli questa pressione – non si riveli già una buona medicina verso quel male da gol che accusano gli attaccanti bianconeri.