DAVOS – Dopo aver sorpreso tutti issandosi in testa alla classifica dopo due incontri, l’Ambrì Piotta era chiamato ad affrontare la trasferta di Davos con la sicurezza di non poter più contare su Maxim Noreau per oltre un mese, fattore che ha forse un po’ scombussolato l’intero ambiente biancoblù.
Serge Pelletier ha così modificato forzatamente le linee difensive, tornando a proporre Grieder – aveva già giocato a Ginevra – e rimescolando le coppie in retrovia. Cambiamenti significativi anche in avanti, con la “superlinea” degli stranieri che è stata smembrata per schierare Williams con Mieville e Pestoni come nello scorso finale di stagione. Giroux ha invece giostrato con Park e Reichert.
Il terzetto ad aver mostrato le cose migliori è però stato quello formato da Bianchi, Schlagenhauf e Grassi, linea a volte arruffona ma che ha portato tanta energia e diversi tiri verso la porta protetta da Leonardo Genoni. Piuttosto sottotono invece il primo blocco, da cui ci si aspetta sicuramente una produzione offensiva ben più marcata, considerando anche come sulla carta Williams, Mieville e Pestoni siano il terzetto più dotato tecnicamente di tutta la squadra.
Nonostante la sconfitta incassata per 5-2, però, per i biancoblù le note positive sono diverse, a partire da un gioco che è apparso superiore per buoni tratti a quello del Davos, sì vittorioso ma in definitiva piuttosto deludente. Soprattutto nella prima parte di gara gli ospiti hanno infatti cercato con maggiore insistenza la vittoria, portando sul ghiaccio tanta determinazione ed energia, ad immagine di un Daniel Steiner che ha trovato dopo 11’14 la sua terza rete in altrettante partite.
L’ex Lugano ha approfittato di un pasticcio difensivo dei difensori locali ed ha sfruttato al meglio l’assist provvidenziale di Pedretti, insaccando tutto solo davanti a Genoni. Per tutto il corso del primo tempo i biancoblù hanno continuato a proporre un buon gioco, salvo concedere ai grigionesi gli spazi necessari per delle veloci ripartenze, esercizio in cui gli uomini di Arno Del Curto hanno dimostrato di saperci fare.
Nel giro di 4 minuti, però, il Davos “un po’ per caso” è riuscito addirittura a ribaltare il punteggio. Il pareggio di Sven Ryser è stato propiziato da una copertura non proprio felicissima di Sandro Zurkirchen, mentre negli ultimi scampoli di periodo Paulsson ha approfittato di un probabile calo di concentrazione ospite per infilarsi tra le maglie biancoblù ed ottenere il 2-1.
L’Ambrì ha così pagato a carissimo prezzo la mancanza di concretezza in avanti, pecca che è continuata ad evidenziarsi anche per il periodo centrale. La “premiata ditta degli ex”, Sciaroni e Hofmann, ha poi trovato il game winning goal dopo 5 minuti nel periodo centrale, questo nonostante solo 27 secondi più tardi Schlagenhauf abbia trovato la rete del 3-2.
Nel terzo tempo i biancoblù hanno provato a trovare ancora qualche impulso offensivo e, con un briciolo di precisione in più, il disco del 3-3 sarebbe anche potuto finire alle spalle di Leonardo Genoni. Reto Von Arx e ancora Sciaroni hanno invece condannato l’Ambrì alla prima sconfitta stagionale.
Sorvolando sul risultato – una sconfitta in trasferta a Davos con uno straniero in meno e Williams forse nemmeno a metà servizio non è certo un dramma – vi sono diversi giocatori che meritano una pacca sulla spalla. Impossibile non citare Steiner, acquisto sinora azzeccatissimo e capace di portare carica agonistica e quel killer instinct che mancava all’Ambrì da diversi anni. Bravo anche El Assaoui, vicinissimo al gol già dopo una manciata di secondi di gioco e sempre più leader del reparto difensivo nonostante la giovane età. Si è naturalmente sentita la mancanza di Noreau, che ha costretto giocatori come Grieder e Kobach ad assumersi responsabilità forse non nelle loro corde ma che – in attesa di un quinto straniero – deve essere vissuta da tutti come un’occasione per progredire a livello personale.
Potenzialmente pericoloso ma poco appariscente Alexandre Giroux, ma oramai tutti hanno iniziato a capire come questo sia il suo stile di gioco. Il canadese ha avuto comunque un paio di ottime occasioni per finire sul tabellino, anche se in generale è sembrato essere meno a suo agio rispetto a sabato sera.
Come detto in apertura, però, l’Ambrì ha giocato una buona partita in trasferta e, nel caso fosse tornato in Ticino con dei punti, sarebbe stata probabilmente anche “molto buona”. In particolare nella prima parte d’incontro si è riusciti a mettere in imbarazzo il Davos davanti al suo (pochissimo) pubblico, cosa che invero non accadeva da anni. Poi è andata come andata ma, per ora, va bene così.
Un bottino di sei punti dopo tre incontri è un ottimo punto di partenza, da cui si dovrà però continuare a costruire già a partire da sabato sera alla Valascia contro un Friborgo non ancora in palla.