(© A. Branca)
POLLEGIO – “Mi scuserete, ma mi permetto di fare una riflessione finale”. È così che ha introdotto il suo sfogo il presidente dell’Ambrì Piotta, Filippo Lombardi, al termine della conferenza stampa di giovedì mattina a Pollegio.
“Ci stavo pensando ieri… Sono attivo professionalmente da 25 anni – ha spiegato Lombardi – ho creato un giornale, una televisione, un’emittente radiofonica, ho creato un portale internet ed un gruppo multimedia. In aziende direttamente dipendenti da me in questi 25 anni ho pagato circa 120 milioni di stipendi e 25 milioni di oneri sociali ed imposte alla fonte. Nessuna delle aziende che ho diretto era facile… Non mi sono state offerte la RSI, il Corriere del Ticino o la UBS, mi sono creato le società da solo nonostante fossero forse quelle più difficili che potevo condurre”.
“Mai, in 25 anni di attività professionale – ha proseguito – abbiamo sgarrato su questi 25 milioni. La stessa cosa vale per i miei colleghi di Consiglio di Amministrazione, tutti imprenditori oppure a capo di ditte e che pagano milioni di oneri sociali ed imposte alla fonte. Tutti hanno sempre fatto il loro dovere. Anche l’HC Ambrì Piotta, nei 4 anni in cui sono stato presidente, ha comunque pagato 6 milioni di imposte alla fonte ed oneri sociali. Li abbiamo pagati eccome”.
(© A. Branca)
“Ora abbiamo dovuto reteizzare 600’000 fr di oneri sociali e 700’000 fr di imposte alla fonte, impegnandoci personalmente a rispondere nel caso non si riuscissero a trovare. Essere trattati come dei ladri di polli da qualche saputello, che magari non ha mai dovuto pagare nemmeno l’AVS o altre imposte alla donna delle pulizie, è particolarmente umiliante e offensivo”.
“Vi posso assicurare che per della gente che si batte ore, giorni, settimane e mesi per questa società e che ha un’esperienza professionale alle spalle e che ha sempre fatto il proprio dovere nei confronti dello Stato, delle imposte, delle assicurazioni sociali per molti milioni di franchi, sentirsi trattare così fa venire la voglia di mandare tutti a quel paese, pagare quello che bisogna pagare ed andarsene. Non è la scelta che abbiamo fatto, abbiamo assunto le nostre responsabilità e andiamo avanti”.