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Ambrì Piotta

L’Ajoie si veste da Grinch, e all’Ambrì rimane solo il carbone

I leventinesi hanno ancora grandi difficoltà a segnare e ampie lacune difensive. La sconfitta chiude un 2025 negativo, e significa passare il Natale penultimi

L’Ajoie si veste da Grinch, e all’Ambrì rimane solo il carbone

AMBRÌ – AJOIE

2-5

(1-2, 1-1, 0-2)

Reti: 02’53 De Luca (Zwerger, DiDomenico) 1-0, 04’30 Pedretti (Sopa, Romanenghi) 1-1, 12’49 Sopa (Mottet, Honka) 1-2, 34’22 Tierney (De Luca, Zwerger) 2-2, 37’41 Honka (Romanenghi) 2-3, 46’54 Hazen 2-4, 51’25 Turkulainen (Nättinen) 2-5

Note: Gottardo Arena, 6’775 spettatori
Arbitri: Stolc, Piechaczek; Cattaneo, Bachelut
Penalità: Ambrì Piotta 2×2, Ajoie 5×2

Assenti: Luc BachmannMichal CajkovskyLukas Landry (sovrannumero)

AMBRÌ – In quella che sinora è stata una stagione dai connotati molto preoccupanti sin dall’estate, c’è un fattore che è inequivocabile dopo la sconfitta contro l’Ajoie che chiude il 2025. L’Ambrì Piotta passerà il suo peggior Natale da quando si è trasferito nella Gottardo Arena, e non soltanto per il mesto penultimo posto in classifica e un’ultima prestazione in cui si è vista in pista disperazione – nel senso negativo del termine – e poco altro.

No, questo è il Natale più cupo della storia recente leventinese perché all’interno del club oggi non ci sono praticamente certezze per guardare al futuro con fiducia. Sul ghiaccio la squadra non mostra di fatto segnali di miglioramento, tra un attacco che ha bisogno di una miriade di chance per trovare il gol, e dei grossolani errori difensivi – a volte di sistema, altre individuali – che non mancano mai all’appello.

La partita di martedì contro l’Ajoie si è così trasformata in un sunto di tutto ciò che non sta funzionando ad Ambrì. L’inizio con il gol di De Luca – nato da un bel passaggio di Zwerger – lasciava ben sperare, ma i leventinesi si sono spenti quasi immediatamente.

Sotto di una rete alla prima pausa, la reazione in termini di energia e tentativi offensivi c’è sicuramente stata – addirittura 22 i tiri in porta nella frazione centrale – ma le tante opportunità mancate e soprattutto un doppio powerplay giocato malamente hanno fatto crescere la frustrazione. Tierney ha firmato un pareggio che non ha contribuito a indirizzare in maniera favorevole il momentum, e anzi poco dopo il contropiede finalizzato da un indiavolato Honka ha definitivamente spento i biancoblù.

Una nota di merito va data a Ciaccio, subentrato dopo un tempo all’infortunato Conz e capace di rintuzzare tantissimi tiri, ma l’Ambrì non ha fatto abbastanza per sporcarsi le mani e cercare di sfruttare diversi buoni rebound concessi nello slot. Ci sono poi state anche opportunità limpide, come quelle capitate a Formenton e Manix Landry, che soli contro il portiere avversario non sono riusciti a segnare.

Deludente poi il terzo tempo, in cui DiDomenico e compagni non sono riusciti a scrollarsi di dosso il fatto di dover ricominciare da zero nonostante il furibondo secondo tempo. Un autentico regalo di Dario Wüthrich – pessima partita la sua, così come quella di Zgraggen – ha offerto ad Hazen il 2-4 che ha definitivamente chiuso i giochi, prima della quinta rete nata da un bel tiro di Turkulainen.

L’Ambrì è così uscito a capo chino dal ghiaccio, e dovrà cercare di trovare una direzione da seguire in vista di un mese di gennaio molto intenso – 12 partite in 30 giorni – che ci dirà se la squadra ha quello che serve per evitare come prima cosa il penultimo rango. Ad oggi, dopo quattro sconfitte filate e sole tre vittorie in dieci partite, è chiaro che la principale indiziata ai playout è proprio l’Ambrì.

È stata una serata in cui si è percepita – e non è la prima volta – pure un po’ di perdita di passione da parte dell’intero ambiente, con nemmeno dei fischi a rappresentare perlomeno uno stimolo a reagire. Il pubblico ha lasciato spazio al silenzio, questo anche in occasione dell’annuncio del rinnovo sino al 2030 di Daniele Grassi, un’operazione che nelle intenzioni del DS Alessandro Benin vuole probabilmente dare continuità e una base di leadership per il futuro, anche se – nel pieno rispetto di quanto porta l’attuale capitano – la durata di quattro anni appare innecessaria ed esagerata.

La speranza è che il nuovo anno porti con sé anche una reale base da cui ripartire, e che l’Ambrì possa iniziare davvero il suo percorso di ricostruzione in ottica futura. Il 2025 è però stato un anno vissuto con una lunga discesa, da degli scorsi play-in in cui erano già sorte tante lacune, all’attuale stagione che sin dalle prime battute non aveva convinto, passando per il terremoto di ottobre e una pezza messa continuando a navigare a vista.

Questa sconfitta contro l’Ajoie è probabilmente stata il culmine di tutte le difficoltà vissute finora. Per l’Ambrì era una partita da vincere, e invece è terminata con tante preoccupazioni e nessuna risposta convincente.

Sì, questo è il Natale peggiore degli ultimi anni, e sotto l’albero non potrà che esserci un bel sacco di carbone.


IL PROTAGONISTA

Damiano Ciaccio: Subentrato a partire dal secondo tempo, ha fronteggiato 31 tiri venendo battuto solamente da Tierney, e resistendo alla sfuriata leventinese del secondo tempo alzando un muro davanti alla sua porta. Dopo essere stato a lungo accantonato dallo staff, per Ciaccio è stata sicuramente la serata migliore da diverso tempo a questa parte.


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HIGHLIGHTS

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