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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: non c’è certezza, miracolo di Natale, mani e addio, qualcosa si è rotto

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. “Chi vuol esser lieto, sia…”

“… di doman non c’è certezza”. Scriveva così Lorenzo de’ Medici nella sua “Canzona di Bacco”, e in poche magistrali parole riassumeva una miriade di concetti. Il tempo che scappa, l’illusione di controllo, ma anche l’invito a vivere senza rimandare.

E questa è un po’ la situazione in cui si ritrova oggi l’Ambrì Piotta, che tira avanti la sua stagione vivendo alla giornata, cercando di mantenersi in corsa in un’annata che sempre di più assume dei significati sportivamente effimeri.

Il presente ha infatti un’importanza che impallidisce di fronte alle enormi incertezze per il futuro, e alle condizioni di un club che deve ripartire dalle fondamenta ricostruendo praticamente tutto.

Mai come oggi il presidente Lombardi ed il resto dei vertici societari sono apparsi in una posizione tanto debole, e lo stesso vale per una direzione sportiva che perde sempre più tempo ogni giorno che passa lavorando ad interim. L’Ambrì Piotta ha bisogno al più presto di decidere e poi comunicare il suo nuovo corso, e cruciale sarà trovare le persone giuste per ridare identità e posizione a un club ora smarrito.

E anche iniziando questo lavoro oggi, l’orizzonte sarebbe già rivolto al campionato 2027/28, visto che i tempi di una National League estremamente competitiva non aspettano nessuno.

Chi vuol esser lieto, sia. Oggi come non mai, di doman non c’è certezza.

2. Un addio simbolico

Con l’addio di Dominic Zwerger, si chiude un altro capitolo in Leventina. L’austriaco era stato il primo giocatore ingaggiato da Paolo Duca, e l’unico unitamente a Diego Kostner ad aver vissuto tutta la passata gestione sportiva con Luca Cereda in panchina.

È però un addio logico, per entrambi i fronti. Un cambio di contesto per l’attaccante potrà essere positivo dopo l’intera carriera da professionista passata in un solo club, e sicuramente le condizioni di incertezza in Leventina non giocano a favore in generale nelle trattative rinnovo.

Per l’Ambrì invece un prolungamento di contratto avrebbe avuto senso unicamente considerando l’impossibilità di trovare un sostituto sul mercato. Ma in Valle si prospetta una ricostruzione più profonda, e investire per più anni su un giocatore incostante come Zwerger poteva essere rischioso, anche considerando che l’austriaco nella seconda parte di carriera potrebbe andare in calando e mostrare ancora più limiti in termini di intensità.

È però chiaro che la sua partenza lascerà un vuoto, soprattutto emotivo. Zwerger è stato il giocatore a cui il pubblico si è più affezionato nell’ultimo decennio. Davvero il segno che i tempi stanno cambiando.

3. Con le mani così, all’improvviso

Basta scorrere velocemente la rosa dell’Ambrì Piotta per accorgersi che di giocatori con le mani e la visione di gioco di Inti Pestoni, i biancoblù ne hanno ben pochi. Poi è vero, l’oggi 34enne è negli anni finali di carriera e non è più in grado di trascinare il gioco come nelle sue stagioni migliori, ma rinunciare volontariamente a lui come è successo venerdì significa comunque privarsi di un elemento che dal nulla ti può inventare la giocata.

Lo abbiamo visto nuovamente a Losanna, quando ha offerto a De Luca un puck solamente da spedire in rete. Il trio completato da Bürgler era stato probabilmente il migliore dei leventinesi, e in generale la fase offensiva dell’Ambrì manca di fantasia e passaggi negli spazi, ad eccezione di pochi elementi.

“Le tue mani così, all’improvviso”, cantava Zucchero Fornaciari. E Pestoni all’improvviso, con le sue mani, ogni tanto qualche situazione può ancora risolverla.

4. Qualcosa si è rotto?

È innegabile che la stagione in corso sia diversa dalle altre vissute alle Gottardo Arena, per tanti motivi che tutti conosciamo. La pista rimane ben frequentata anche se l’attuale media di 6’403 spettatori è la più bassa degli ultimi quattro anni, e ultimamente qualche seggiolino di tribuna vuoto lo si scorge, rendendo il numero di spettatori presenti a volte visibilmente inferiore rispetto a quello comunicato (che tiene conto come noto degli abbonati).

D’altronde anche il presidente Lombardi lo aveva recentemente constatato, mostrandosi preoccupato per una spaccatura all’interno della tifoseria, e in generale il rapporto tra fans e club si percepisce essere più freddo rispetto al passato.

Una situazione da non sottovalutare, e che il club dovrà cercare di raddrizzare il prima possibile con i giusti stimoli. L’Ambrì Piotta non può infatti permettersi di perdere quello che è il più grande valore del club, ovvero un pubblico che a livello di pazienza, fedeltà e comprensione resta unico e per tanti versi anacronistico, ma con cui bisogna anche essere sulla stessa lunghezza d’onda.

5. Miracolo di Natale?

È quello che spera si verifichi l’Ambrì Piotta, che prestando al Friborgo il difensore Michal Cajkovsky per la Coppa Spengler ha l’obiettivo di far avvicinare il giocatore ad una forma fisica e a un ritmo che possano permettergli di essere effettivamente un valore aggiunto per i leventinesi.

Attualmente non è così, anche se di fatto la partita di Losanna è stata la migliore sin qui dello slovacco, pur con un apporto modesto ma perlomeno privo di errori.

Il Gotteron dal canto suo ha dovuto accontentarsi di Cajkovsky e Friman per cercare di difendere il titolo del torneo, due difensori che – per motivi diversi – non sono certamente in un buon momento.

D’altronde però i tempi sono cambiati, e alla Spengler non si vedono più i rinforzi di lusso su cui potevano contare le squadre anni fa. Il Davos è infatti dovuto andare a ripescare Leo Komarov, oltre a Niko Huuhtanen appena arrivato a Bienne. L’IFK di Helsinki innesterà invece Jason Akeson (mai utilizzato dal Ginevra) ed Eric Schneller, mentre rimane da vedere chi comporrà il Team Canada.

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