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5 spunti da Lugano: passi, numeri d’altri tempi, il lusso dell’attesa, destini opposti, San Palo

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


1. Passo dopo passo

Il Lugano di Tomas Mitell e Stefan Hedlund ci ha abituati a lavorare “a stadi” nella sua ricostruzione, partendo dalle basi della difesa, passando dall’efficacia del gioco offensivo fino alla sistemazione del powerplay, l’ultimo grosso problema da risolvere.

In queste ultime settimane l’impressione è quella di una superiorità numerica in casa bianconera decisamente in crescita, come dimostrato dai tre gol in powerplay segnati al Berna domenica pomeriggio. Anche i numeri confermano questo netto miglioramento, con una riuscita passata da 8.75 % di fine ottobre all’attuale 19.75% (media del campionato a 21.18%) che porta il Lugano al nono posto nella graduatoria dei power play.

Addirittura Thürkauf e compagni sono stati i migliori della lega dal 15 novembre ad oggi con il 39,25% di riuscita (33,6% tra la pausa di novembre e questa in corso), tanto per spiegare le scalate nelle due classifiche, generale e di esercizio.

2. Numeri d’altri tempi

Attualmente il Lugano dispone della miglior difesa del campionato con 2.10 reti subite a partita. Per trovare dei numeri simili – ovviamente a fine regular season – bisogna tornare alla stagione 2023/24 con i 2.12 gol a partita subiti dai Lions poi diventati campioni, mentre una statistica migliore la si trova nella stagione 2017/18 con il Berna di Kari Jalonen assestato a 2.00 netti a incontro.

Per paragone il Lugano finalista di Greg Ireland del 2017/18 era arrivato a marzo con 2.33 reti incassate a incontro. E il disastro della scorsa stagione? I bianconeri furono condannati al playout con l’Ajoie dalle 3.08 reti avversarie a serata. Un solo gol di differenza ne fa 50 su un’intera regular season.

3. Il lusso del poter attendere

In infermeria alla Cornèr Arena rimangono ad oggi tre giocatori: Rasmus Kupari, Brendan Perlini e Alessio Bertaggia. Se del finlandese ormai si è capito che starà fuori a lungo e Perlini è atteso per l’anno nuovo, Alessio Bertaggia invece sarebbe stato disponibile già da settimana scorsa.

Lo staff tecnico ha probabilmente e saggiamente deciso di attendere a dopo la pausa per non forzare inutilmente l’attaccante, anche alla luce di una squadra che viaggia a velocità invidiabili.

Al suo vero rientro sarà uno dei classici “problemi grassi” per Mitell nel capire come inserirlo in un line up collaudatissimo, ma oggi è il segnale che questa squadra può addirittura permettersi di attendere anche più del limite il rientro di una pedina importante come il numero 13. Non par nemmeno vero.

4. Destini opposti

Erano tante le preoccupazioni dei tifosi al momento in cui Linus Omark ha deciso di non tornare a Lugano, con la “beffa” di un suo successivo ritorno al Lulea. Nell’ambiente dei campioni svedesi in carica questa mossa ha generato grande entusiasmo per una squadra a metà classifica e alle prese con alcuni problemi.

Nel medesimo tempo Janick Steinmann proprio dal Lulea ha prelevato Einar Emanuelsson, ala energica ed eroe dei tifosi che aveva perso il proprio posto in squadra. Tutto a posto quindi? Mica tanto, il ritorno di Omark in squadra ha portato due reti in quattro partite, ma la squadra di Thomas “Bulan” Berglund è scivolata addirittura al dodicesimo posto con cinque sconfitte nelle ultime sei uscite, mentre Emanuelsson a Lugano si è inserito al meglio in squadra trovando ghiaccio importante e due reti pesanti contro Ambrì Piotta e Berna, contribuendo alla scalata dei bianconeri fino al quarto posto di National League.

A volte le cose non vanno come si potrebbe pensare.

5. Le feste di San Palo

Il giocatore con più tiri in totale all’attivo di tutta la National League al momento è Luca Fazzini, che con 108 tentativi condivide lo scalino più alto del podio con Malte Strömwall.

Il problema è che il numero 17 bianconero guida anche la classifica dei pali colpiti, con già ben otto ferri fatti cantare come campanelli, e questo abbassa la sue riuscita al tiro fino al 8.33%, quando con anche solo un paio di punti percentuali in più la differenza potrebbe già essere evidente. A gioire sono i portieri, “San palo” li salva spesso dalla potenza delle sassate del numero 17 bianconero.

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