
RAPPERSWIL – LUGANO
3-2
(0-1, 0-1, 2-0; 1-0)

Reti: 16’20 Sanford (Alatalo) 0-1, 27’06 Canonica (Sgarbossa, Aebischer) 0-2, 43’57 Zangger (Larsson) 1-2, 55’42 Jelovac (Larsson, Moy) 2-2
Rigori: Strömwall, Maillet, Moy
Note: SGK Arena, 5’798 spettatori
Arbitri: Stolc, Wuorenheimo; Stalder, Jusi
Penalità: Rapperswil 5×2, Lugano 2×2
Assenti: Rasmus Kupari, Alessio Bertaggia, Brendan Perlini (infortunati), Dario Simion (squalificato)
RAPPERSWIL – Il fastidioso retrogusto di questa sconfitta dovrà essere sciacquato via semplicemente con il lavoro quotidiano, perché per quanto possa essere amara, non ha detto nulla di quanto non si sapesse già sulla squadra di Tomas Mitell.
Sicuramente il lavoro dello staff tecnico nella seduta di teoria si baserà su quella decina di minuti nel terzo periodo alla SGKB Arena in cui i bianconeri hanno sprecato diverse occasioni per allungare sul buon 0-2 che si erano costruiti nei primi due tempi, per poi sfilacciarsi un po’ troppo quando i Lakers hanno provato la rimonta, poi riuscita.
Di certo Sanford e compagni si sono trovati di fronte un Nyffeler spesso intrattabile – chiedere a Fazzini – però certe opportunità da rete andavano giocate con più furbizia e meno frettolosità, una caratteristica quest’ultima che non deve fare parte del vocabolario in mano alla squadra luganese.

(PostFinance/KEYSTONE/Christian Merz)
Non è un caso che in quei minuti a cavallo del cinquantesimo siano un po’ spariti dal ghiaccio quei giocatori che fino a lì avevano trascinato gli ospiti sulla loro classica esibizione da trasferta, prudente, efficace e molto fisica, ossia i vari Sanford, Canonica, Carrick e pure Sekac.
La squadra di casa nei primi due tempi ha sofferto moltissimo contro i citati, sia nei duelli individuali che nelle azioni a ghiaccio aperto, ma poi logicamente, quando c’era da tentare il tutto per tutto, a Lundskog non è rimasto altro che forzare le prime linee e questo ha un po’ colpevolmente sorpreso la compagine di Mitell, la quale non è più riuscita ad addormentare il ritmo ed è arretrata troppo nel proprio slot sulle incursioni dell’indiavolato Strömwall.
Prima di quegli episodi, gli stessi che hanno portato le squadre a giocarsi la posta a overtime e successivamente ai rigori, avevamo visto però il solito Lugano sicuro di sé, prudente, accorto e capace di ripartire con grande rapidità anche nelle vie centrali, in grado di vincere spesso gli scontri individuali e di saltare le marcature avversarie.

(PostFinance/KEYSTONE/Christian Merz)
Ne è nata per due tempi una sfida controllata dai bianconeri, anche per via delle molteplici penalità “guadagnate” dai Lakers nella prima metà di confronto – con l’intervento di Maillet su Tanner che farà discutere molto, sanzionato con soli due minuti di penalità per l’ex Ambrì Piotta – incapaci di reggere non tanto il ritmo imposto dal Lugano ma la capacità dei portatori del disco di difendere il puck, costringendo Larsson (tre penalità in poco più di un tempo di gioco) e compagni ai classici falli di emergenza.
Forse anche lì il Lugano avrebbe potuto approfittarne meglio, ma con il suo powerplay zoppicante è sempre facile tirare fuori il senno di poi, la verità è che a un certo punto Thürkauf e compagni hanno perso di mano il filo del discorso, anche se per poco tempo, ma è bastato per vedere il lavoro di quaranta minuti andare in fumo.
Poco male, è pure vero che si trattava di una sfida diretta per l’accesso alle prime sei della classifica, e i bianconeri ne escono comunque con un punto che farà volume, tenendo conto che perlomeno aumenta il divario sulle inseguitrici. Conoscendo i bianconeri questo mezzo inciampo non avrà nessuna conseguenza sul piano mentale per una squadra che ci ha abituati a scrollarsi di dosso le avversità come fosse un po’ di polvere sulle spalle e che da lunedì tornerà a concentrarsi sulle sue giornate.
IL PROTAGONISTA

Melvin Nyffeler: Il portiere dei sangallesi ha tenuto in piedi la sua squadra quando sembrava sul punto di crollare, instaurando una sfida appassionante con Luca Fazzini (fermato anche dai pali) e salvando i Lakers proprio al momento giusto prima della rincorsa decisiva al pareggio. Protagonista anche nei rigori, nessun bianconero ha saputo scalfire le sicurezze del 30enne, uscito imbattuto dall’appendice finale.
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