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Lugano

I muscoli e l’efficenza del Friborgo fermano il Lugano

Un primo tempo promettente e poi le difficoltà contro un Friborgo molto fisico e concreto. La squadra di Rönnberg ha imbavagliato i bianconeri

(Photobrusca & Luckyvideo)

I muscoli e l’efficenza del Friborgo fermano il Lugano

LUGANO – FRIBORGO

0-4

(0-1, 0-1, 0-2)

Reti: 09’36 Schmid 0-1, 26’22 Sprunger (Rathgeb, Schmid) 0-2, 54’31 De la Rose (Bertschy, Borgström) 0-3, 58’28 Bertschy 0-4

Note: Cornèr Arena, 5’512 spettatori
Arbitri: Lemelin, Arpagaus; Cattaneo, Allenspach
Penalità: Lugano 5×2, Friborgo 3×2

Assenti: Rasmus KupariAlessio BertaggiaBrendan Perlini (infortunati)

LUGANO – Ci sono delle sconfitte che si possono trasformare in lezioni da apprendere in fretta e aggiungere al quaderno scolastico, in modo da averle come esempio nel processo di crescita di una squadra.

La “lezione” che il Friborgo ha tenuto alla Cornèr Arena – anche se nel caso non è che si tratti proprio di una Masterclass, per utilizzare un termine in voga – ha detto che a volte certe partite bisogna vincere anche in bruttezza, con un gioco fisico continuo, fastidioso, a costo anche di rendere l’incontro di una mediocrità a cui forse il pubblico luganese non era più abituato da settimane a questa parte.

I tifosi bianconeri si erano infatti abituati in fretta a una squadra, quella di Mitell, spumeggiante, offensiva e capace di regalare giocate a getto continuo, stavolta però il connazionale del coach di casa Roger Rönnberg ha deciso di rovinare la festa prendendo a calci tavoli e bicchieri.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Non sarà stata infatti una vittoria bella e da applausi quella dei dragoni, ma in un campionato così lungo e fitto di impegni nessuno sa proporre bel gioco per più di una decina di partite in fila al massimo (e sono già tante), nemmeno una squadra come quella di Sörensen e compagni che in quanto a talento individuale è seconda a poche altre in Svizzera.

E quindi capita che pure il Gottéron, contro una squadra organizzata come quella bianconera, debba mettersi a testa bassa per lavorare duro e sporco, dopo aver capito nel giro di un quarto d’ora che se avesse lasciato fare il Lugano come glielo ha permesso in quel primo tempo sarebbe potuta finire male, nonostante il vantaggio portato alla prima sirena.

Il gol di Schmid non ha preoccupato più di tanto l’ambiente, il rientrante Thürkauf e banda stavano comunque giocando alla solita maniera e le occasioni per impensierire Reto Berra non erano mancate, anche quelle in grado di strappare applausi ai presenti di questo giovedì sera.

I problemi sono arrivati più tardi, il Friborgo ha lasciato che il gioco di “fantasia” passasse per le mani della prima linea, quella di Sörensen, Wallmark e Schmid, il resto si è messo a fare legna con l’ascia, ha tenuto fuori il Lugano dallo slot e gli attaccanti dalla zona neutra, in modo da rompere le veloci transizioni della squadra di casa, affidatasi in quel caso alle invenzioni di Sanford e all’insistenza della linea di Sekac e Thürkauf, molto intraprende ma poco lucida in esecuzione e indisciplinata alla luce delle penalità guadagnate dal ceco.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Certo, sull’arbitraggio ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, dalle chiamate “soft” (su entrambi i fronti), al mancato ritardo di gioco su un ingaggio da parte del Friborgo, passando per quell’intervento di Seiler su Fazzini che andrà sicuramente rivisto.

Proprio quella chiamata mancata ha scatenato le ire del pubblico, costringendo gli arbitri a interrompere la partita per quasi venti minuti permettendo la pulizia del ghiaccio, un’interruzione che di sicuro non ha fatto bene nemmeno ai bianconeri tanto è stata prolungata.

Infatti la squadra di Mitell non ha più saputo alzare il ritmo, i tentativi finali sono serviti solo al Friborgo per abbellire il risultato a porta vuota dopo essersi portato sullo 0-3 e per ribadire che anche le squadre forti devono passare a volte per le vie più dure.

Il Lugano non era la squadra più forte del campionato, qualcuno aveva già ammonito, ma in un campionato come quello di National League bisogna capire quando ci si deve togliere dalle strade pulite e mettersi a guidare nel fango. Non è una tragedia aver perso questa partita per i bianconeri, la lotta e la voglia di risalire non sono mai mancate, come di sicuro non mancherà la voglia di imparare questa piccola lezione impartita dai dragoni.


IL PROTAGONISTA

Christophe Bertschy: Sempre al centro del gioco, pungente, fastidioso, a volte pure antipatico per il tempo che passa a mettere pressioni al quartetto arbitrale, ma quando è in serata è un giocatore difficilmente contenibile. Contro il Lugano ha messo sul ghiaccio tutto il suo armamentario disputando una partita praticamente da playoff per intensità e determinazione, risultando decisivo anche nel risultato con una rete e un assist.


HIGHLIGHTS

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