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Lugano

Il Langnau non si danna l’anima per battere un brutto Lugano

La squadra di Mitell si ripresenta impacciata e priva della giusta determinazione contro dei Tigers al solito efficienti ma non imbattibili. Pochi bianconeri si salvano

(Postfinance/KEYSTONE/Marcel Bieri)

Il Langnau non si danna l’anima per battere un brutto Lugano

LANGNAU – LUGANO

3-0

(1-0, 2-0, 0-0)

Reti: 09’25 Bachofner (Flavio Schmutz, Rohrbach) 1-0, 36’23 Bachofner (Rohrbach, Erni) 2-0, 38’24 Flavio Schmutz (Julian Schmutz, Kinnunen) 3-0

Note: Emmental Versicherung Arena, 5’234 spettatori
Arbitri: Kaukokari, Dipietro; Steenstra, Duc
Penalità: Langnau 5×2, Lugano 8×2

Assenti: Nick Meile (sovrannumero), Rasmus KupariAlessio BertaggiaCalvin Thurkauf (infortunati)

LANGNAU – I timori che la pausa dedicata alle nazionali potesse in qualche modo fare “male” al Lugano, o che comunque fosse un fastidioso ostacolo sulla strada di una squadra lanciatissima c’erano tutti, e di fatto quello visto in pista nell’Emmental è stata la brutta copia del bel Lugano di Mitell di ottobre.

Non se ne fa un dramma ovviamente, i bianconeri hanno dovuto digerire il non ritorno di Linus Omark e l’assenza di capitan Thürkauf, infortunatosi proprio con la selezione di Patrick Fischer, dovendo ricostruire una linea con il rientrante Sgarbossa e il giovane Henry al fianco di Simion.

Questo però non deve essere letto come la causa di una prestazione deludente da parte dei bianconeri, alla sesta sconfitta consecutiva (!) contro la squadra di Thierry Paterlini e al primo stop in trasferta dopo sette vittorie fuori casa tutte in fila.

(Postfinance/KEYSTONE/Marcel Bieri)

Quello visto all’opera sul ghiaccio della Ilfishalle era solo un parente del Lugano tonico, sicuro di sé e ordinato ammirato e applaudito fino a una decina di giorni fa, stavolta caduto in una prestazione mediocre come spesso è capitato di fronte ai giallorossi, non irresistibili ma bravi nel sfruttare le loro caratteristiche e a colpire – anche con fortuna e aiutati da Schlegel in una occasione – nei momenti decisivi della partita, in particolare verso la fine del secondo periodo.

Per gli ospiti questa è stata una serata iniziata in maniera discreta, se così vogliamo dire, ma impantanatasi rapidamente nel gioco volutamente “colloso” dei Tigers, e senza un rapido cambio di ritmo per uscire dallo stagno delle sabbie mobili, risulta naturale e inevitabile farsi risucchiare dalle sabbie mobili.

In fondo è sembrato di rivedere quel Lugano di settimane fa, inconcludente e incapace di dare ritmo a una base che da sola non può vincere le partite e l’esempio dato dalla partita nell’Emmental sta proprio qui: anche il Lugano bello e vincente non può guardarsi allo specchio, quando viene a mancare anche solo il 5% di ritmo, intensità e concentrazione, quello bianconero è un castello di carta che può crollare da un momento all’altro, riscoprendosi fragile come tanti altri.

Certo, di fronte alla banda degli Schmutz non è funzionato proprio nulla, situazioni speciali comprese, e persino Schlegel ha “tradito” con quella topica sul raddoppio di Bachofner, e in queste condizioni sperare di farla franca è ovviamente quasi impossibile.

Non si facciano drammi comunque, questa è semplicemente la faccia di una squadra che per rendere come ha reso ha bisogno di andare ogni sera al 100%, in termini di concentrazione, intensità e ritmo sostenuto cambio dopo cambio, senza di quello i bianconeri tornano ad essere fragili, sarà compito dello staff rimettere assieme quella sicurezza vista in pista in precedenza.

(Postfinance/KEYSTONE/Marcel Bieri)

Ma questa non deve essere vista come una novità o una nuova pericolosa tendenza – almeno si spera – ma è la caduta in una pozzanghera di una squadra che senza fuoriclasse alla Stransky o Kubalik, deve per forza andare tutte le sere al suo massimo o quasi, perlomeno sul piano della concentrazione, soprattutto quando si incontrano compagini come quella bernese che dell’estetica se ne fanno poco o nulla ma badano quasi solamente a rendere la vita complicata agli avversari.

Forse il Lugano si è specchiato un po’ troppo in questa pausa e lo stacco dal campionato ha frenato quello stato d’animo da missione in cui Fazzini e compagni si erano calati alla perfezione, ma questa sconfitta, l’ennesima contro il Langnau, può fungere da sano avvertimento verso i prossimi impegni da prendere assolutamente sul serio e rendere attento chi si piazza su piedistalli troppo alti.

Perché la scusa delle assenze regge fino a un certo punto, il Lugano è capace di ben altro, con o senza Linus Omark.


IL PROTAGONISTA

Jerome Bachofner: L’ex Zugo e Bienne non recita la parte della superstar, ma in una partita stagnante e ricca di errori trova gli spunti decisivi che regalano la vittoria ai Tigers. Bravo e furbo sull’azione di aggiramento che porta all’autorete di Carrick, è altrettanto efficiente quando batte Schlegel con un tiro non certo irresistibile. Fortuna? Sicuramente, ma bisogna anche provarci e andare a cercarsela la buona sorte.


HIGHLIGHTS

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