
LUGANO – GINEVRA
6-2
(2-0, 1-1, 3-1)

Reti: 04’17 Tanner (Perlini) 1-0, 16’26 Omark (Thürkauf) 2-0, 20’27 Granlund (Manninen, Vesey) 2-1, 34’51 Simion (Fazzini, Omark) 3-1, 45’17 Le Coultre (Granlund, Karrer) 3-2, 58’14 Peltonen (Müller) 4-2, 59’03 Simion (Sanford, Thürkauf) 5-2, 59’18 Aebischer (Dahlström, Morini) 6-2
Note: Cornèr Arena, 5’300 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Staudenmann; Altmann, Meusy
Penalità: Lugano 3×2, Ginevra 3×2
Assenti: Nick Meile (sovrannumero), Lorenzo Canonica, Rasmus Kupari, Mike Sgarbossa, Alessio Bertaggia (infortunati)
LUGANO – Potrebbero bastare dei numeri per descrivere il Lugano che va alla pausa delle nazionali reduce da sei vittorie consecutive: in questi sei scontri vinti tutti a tre punti la squadra di Mitell ha segnato 28 reti e ne ha subite 7, portandosi all’ottavo posto a soli due punti dalle prime sei della classifica e mettendo un cuscinetto di sette punti sul Kloten undicesimo, che ha giocato pure una partita in più dei bianconeri.
Basta così? No, perché questo Lugano non merita di essere descritto solo con i numeri, ma anche per la maniera con cui è stato capace finora di conquistarli, facendo di nuovo spellare le mani dagli applausi al pubblico della Cornèr Arena al termine della sfida contro il Ginevra.

(Photobrusca & Luckyvideo)
È vero che il 6-2 finale potrebbe trarre in inganno qualcuno, due reti sono arrivate a porta vuota e il sesto gol ad opera di Aebischer è caduto a partita ormai conclusa, ma questo denota anche la capacità dei bianconeri di gestire le partite nel finale e di difendere il proprio vantaggio. Ricordate solo un anno fa quante partite erano sfuggite di mano ai bianconeri nei minuti finali, con le puntualissime rimonte degli avversari a causa dell’incapacità di gestire i momenti importanti? Dimenticate tutto questo, quello che ha mostrato di nuovo il Lugano di fronte al Servette è stato un contenuto da squadra matura, sicura di se stessa e che non si fa scalfire dagli avvenimenti avversi.
Fazzini e compagni lo hanno mostrato nel primo periodo con una gestione del tempo e dei ritmi di gioco da manuale, limitando al massimo la squadra di Ville Peltonen – un gran lavoro di tutti di fronte al blocco di Granlund, Puljujärvi e Manninen – per poi scandire le ripartenze in maniera regolare e manuale trovando due reti di pregevole fattura.
Quello che ha stupito dei bianconeri – ma che non dovrebbe più farlo, in realtà – è come tutti i giocatori si siano mossi in favore dei compagni, le uscite con il disco dallo slot difensivo sono sempre più pulite e sicure, il forecheck è fatto in maniera intelligente e ognuno sa dove mettersi per ricevere il disco dai compagni, tutto questo non succede per caso, ma avviene nelle squadre in cui un sistema funziona ed è assimilato da tutti.

(Photobrusca & Luckyvideo)
Gli esempi stanno in giocatori diversi, da Tanner che si muove a suo agio al centro di Perlini e Sekac, a un giovane Henry gettato nella mischia al fianco di Sanford e Fazzini senza che la linea ne abbia risentito minimamente. Sono due esempi di come la fiducia reciproca tra staff e giocatori possa cambiare la testa di chi va sul ghiaccio, di come l’influenza di un coach tranquillo e pacato come Tomas Mitell possa infondere forza e fiducia a chi viene dal settore giovanile o chi come l’ex Bienne era un giocatore senza squadra in estate e con un contratto in prova proprio a Lugano.
Questa fiducia nei mezzi fa sì che Thürkauf e compagni vengano scalfiti al minimo dagli eventi negativi, anche dopo il primo gol del Ginevra sono bastati pochi minuti a riportare il baricentro del gioco verso i padroni di casa che oltre al 3-1 di Simion hanno dato spettacolo con qualche azione pregevole in velocità, o ancora che successivamente al 3-2 ospite, quando la gestione del risultato è stata a dir poco radente la perfezione.
È quasi un peccato per i bianconeri dover andare in pausa in questo momento, lanciatissimi in un campionato nel quale probabilmente al momento la squadra di Mitell oltre ad essere la più performante del mese di ottobre è anche quella che ha mostrato l’hockey qualitativamente migliore, unendolo all’efficienza e alla solidità. Per la serie, si può divertire il tifoso anche mantenendo certi dettami fondamentali come la solidità difensiva, provato dal fatto che Dahlström e compagni hanno la miglior difesa di National League a pari merito con gli ZSC Lions, forse il dato più importante a quasi metà regular season.

(Photobrusca & Luckyvideo)
Certo, un peccato doversi fermare ora per il Lugano, ma la pausa servirà a recuperare qualche infortunato e a fare il punto della situazione su alcune questioni pendenti, come il recupero di Kupari ma soprattutto il contratto di Linus Omark, in scadenza proprio venerdì.
Ad ogni modo per lo staff tecnico andare in pausa con questo ruolino di marcia vuol dire soprattutto una cosa, aver trovato la chiave di volta per plasmare finalmente questa squadra secondo il progetto del due svedese in panchina. Se anche dopo la sosta i bianconeri dovessero mostrare le stesse qualità e le medesime basi – mantenere lo stesso ritmo di vittorie sarà difficile – i tifosi potranno stare comunque tranquilli, quello che hanno davanti agli occhi ad oggi è un vero e proprio gioiellino, per gioco e solidità, come non lo si vedeva da anni e anni.
IL PROTAGONISTA

Zach Sanford: Sul tabellino ci va “solo “ per l’assist a Simion sul 5-2 a porta vuota, ma la sostanza portata in pista dal topscorer bianconero dice ben altro. In una linea orfana di Canonica e con il giovane Henry a sostituirlo, Sanford ha portato avanti quello che sa fare ancora una volta da protagonista. Devastante quando decide di passare attraverso lo slot offensivo avversario, lo statunitense ha dato saggio ancora di visione di gioco fuori dal comune anche in fase difensiva, tenendo occupata l’intera linea ginevrina che aveva davanti ogni volta che arrivava sul disco.
HIGHLIGHTS



