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Interviste

Mitell: “Dobbiamo essere umili e non perdere il focus, bisogna continuare a crescere”

Il coach bianconero in vista del derby: “Quando si vince è facile sentirsi troppo in fiducia e pensare che le cose arrivino facilmente, ma vogliamo evitarlo. Kupari? Purtroppo non abbiamo una timeline per il rientro”

(Photobrusca & Luckyvideo)

LUGANO – Sta sicuramente vivendo un buon momento il Lugano, reduce da quattro vittorie consecutive e dall’ottima serata vissuta contro il Rapperswil, che ha rappresentato un primo traguardo nel processo di crescita del gruppo allenato da Tomas Mitell.

“Penso che nel complesso finora abbiamo giocato abbastanza bene, con l’eccezione di qualche brutta partita, ma quelle purtroppo ogni tanto capitano”, ha spiegato l’head coach bianconero. “Ultimamente abbiamo aggiunto al nostro repertorio un tocco offensivo in più, e questo ci sta aiutando a vincere più partite. Dovremo però continuare a migliorare, perché anche le avversarie sapranno progredire. Sono contento, abbiamo meritato di vincere, e considerando da dove arrivavamo sono felice del percorso. Ma dobbiamo restare umili e lavorare per crescere come squadra e anche individualmente”.

Sappiamo quanto sia importante per te la difesa. Ora che le cose stanno migliorando, su cosa metti l’accento?
“Come detto, la parola chiave è “umiltà”. Non dobbiamo perdere il focus, questa è la priorità. Nell’immediato va fatto tutto il possibile per arrivare pronti alle sfide contro Ambrì e Ginevra. Quando si vince è facile sentirsi troppo in fiducia e pensare che le cose arrivino facilmente, ma vogliamo evitarlo. Il mio messaggio principale alla squadra è questo: dobbiamo sempre farci trovare pronti”.

Affronterai l’Ambrì Piotta per la seconda volta. Dal primo derby avevi tratto qualche indicazione particolare?
“Mi aspetto un’atmosfera simile, con tanti tifosi e molto rumore. I nostri fans ci sono stati di grande sostegno sinora, ci hanno seguito ovunque e hanno mostrato supporto anche quando all’inizio faticavamo e perdevamo diverse partite. Sul ghiaccio invece dovremo trovare il giusto equilibrio emotivo, perché in partite del genere è fondamentale. Nella sfida in casa eravamo perlomeno al livello dell’Ambrì e avevamo avuto tutte le chance per vincere, dunque vogliamo presentarci in Leventina e fare il necessario per avere la possibilità di portarci a casa la partita”.

Avete iniziato a segnare di più, e ora anche i vostri stranieri stanno lasciando maggiormente il segno. Quanto incide questo?
“Sicuramente molto. In questa lega avere stranieri produttivi è importante, ma il nostro rimane uno sport di squadra. Nelle serate in cui segnavamo meno, gli stranieri comunque difendevano bene e facevano tante cose positive per il gruppo. Anche per loro si tratta di trovare equilibrio, senza rincorrere solo gol e punti. Con la loro etica del lavoro siamo sempre stati contenti, a mancare era solo l’esecuzione giusta”.

Quanto è stato importante il rientro di Sekac? Pensando anche all’influsso che ha avuto su Perlini, che ha finalmente trovato i primi gol…
“Abbiamo diversi stranieri nordamericani, e per loro serve tempo per adattarsi. Sekac invece conosce bene il club e la lega, dunque abbiamo ritrovato un veterano che ha capito subito come vogliamo giocare. Il suo rientro ci ha dato più profondità, e infatti la sua linea con anche Tanner è stata ottima”.

Per quanto riguarda Kupari ci sono aggiornamenti? Come cercate di renderlo comunque partecipe della vita di squadra?
“Purtroppo non sappiamo ancora per quanto sarà indisponibile, ma cerca di essere partecipe. È spesso in spogliatoio, anche se non può ancora allenarsi con il gruppo. Lo vediamo ogni giorno, ma deve avere pazienza. Quando lo rivedrete sul ghiaccio significherà che sarà al massimo a una settimana dal rientro. È normale che sia frustrato e deluso dalla situazione, a nessuno piace essere infortunato. Noi cerchiamo di sostenerlo, mentre lui fa tutto ciò che può”.

Ultimamente sono arrivati i gol, ma nelle quattro vittorie filate avete anche incassato solo tre reti. Quale dei due aspetti ti rende più felice?
“Per i tifosi e i media è sicuramente più divertente quando si vedono tanti gol, e se fossi certo del risultato potrei preferire un 5-4 a un 1-0. Ma nel lungo periodo difendere bene è fondamentale. È la qualità principale da avere se si vuole andare lontano nei playoff”.

Rispetto alle prime partite, quali aspetti difensivi credi siano migliorati?
“Penso che gli attaccanti abbiano fatto un bel passo avanti, soprattutto nella gestione del disco. Quando abbiamo il possesso prendiamo decisioni più intelligenti, e c’è maggiore consapevolezza che le responsabilità difensive riguardano tutti e cinque i giocatori, non solo i difensori. Anche i portieri hanno dato un contributo importante, mostrandosi solidi e costanti. Il tutto è un processo, richiede del tempo avere tutti i giocatori sulla stessa lunghezza d’onda, e far capire loro come vogliamo giocare. Di fronte abbiamo sempre bravi avversari, ma ad oggi siamo felici di dove ci troviamo”.

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