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Lugano

Un Lugano sicuro di sé fa la voce grossa contro gli ZSC Lions

I bianconeri confermano il periodo di crescita e si meritano gli applausi convinti di una Cornèr Arena divertita. La squadra di Mitell entra nelle prime dieci

(Photobrusca & Luckyvideo)

Un Lugano sicuro di sé fa la voce grossa contro gli ZSC Lions

LUGANO – ZSC LIONS

5-1

(3-1, 2-0, 0-0)

Reti: 01’47 Sigrist (Lehtonen) 0-1, 10’21 Aebischer (Omark, Brian Zanetti) 1-1, 12’35 Marco Zanetti (Morini, Dahlström) 2-1, 16’11 Canonica (Alatalo, Fazzini) 3-1, 22’01 Sekac (Perlini, Müller) 4-1, 28’58 Simion (Omark, Müller) 5-1

Note: Cornèr Arena, 4’958 spettatori
Arbitri: Kaukokari; Hungerbühler; Gurtner, Bichsel
Penalità: Lugano 0x2, ZSC Lions 3×2

Assenti: Nick Meile (sovrannumero), Rasmus KupariMike SgarbossaAlessio Bertaggia (infortunati)

LUGANO – Se questa è la proiezione del Lugano che verrà, allora i tifosi bianconeri possono ben sperare. Sempre con la classica cautela, non siamo nemmeno a novembre e in passato di bruciature ce ne sono state parecchie di cui i sostenitori della squadra oggi affidata a Tomas Mitell portano ancora le cicatrici.

Però guardandola nel senso inverso, ad oggi e tenendo conto di come era ridotta questa squadra cinque mesi fa, non si può non aver fiducia in quello che il coach svedese sta “cucinando” nei meandri della Cornèr Arena, sempre predicando la sua ormai proverbiale pazienza ma da qualche partita con una crescita costante e finalmente coerente con gli obiettivi prefissi.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Quello visto all’opera contro i campioni svizzeri di Marco Bayer (ancora per quanto su quella pesante panchina?) è stato il Lugano migliore della stagione per continuità, qualità e sostanza portate fino alla terza sirena. E il discorso su uno ZSC in crisi di risultati vale quanto è valso lo stesso parlando della vittoria di Losanna, a fare da peso sulla bilancia è la maniera con cui il Lugano è andato in pista aldilà dell’avversario, con quale attitudine e quale volontà di mettere le basi per una vittoria.

E i bianconeri in questo senso possono essere fieri di quanto fatto, dopo aver reagito al gol d’apertura degli ospiti dopo pochi cambi per poi crescere in maniera progressiva fino a prendere i comandi della partita con grande personalità, spingendo cambio dopo cambio senza mai perdere un filo di concentrazione.

Ed è questo il discorso che sta alla base di una squadra che vuole riguadagnare credibilità, la serata storta può sempre capitare, ma alla base di ogni prestazione devono esserci la volontà e la determinazione per fare quanto necessario in favore di una vittoria, il resto lo faranno i dettagli, il colpo di classe, la deviazione fortuita o la voglia di sopportare più dolore dell’avversario.

Su quest’ultimo fattore la squadra di casa ha vinto la sfida contro Andrighetto e compagni, perché per una volta sono riusciti ad essere meno “belli” in fase di finalizzazione ma più diretti ed incisivi, capaci di vincere i duelli individuali nello slot che sono stati alla base dei gol di Zanetti e Canonica, arrivati per primi su quei dischi scagliati nel traffico rispetto ai difensori avversari.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Ma è stato a lungo un match controllato meglio dal Lugano sul piano fisico, bravo nell’attuare la sua trappola in zona neutra e ripartire velocemente per saltare i difensori dei Lions e superare gli avversari diretti negli scontri uno contro uno, una caratteristica che non sempre era stata dalla parte dei bianconeri in questa stagione.

Per una volta in queste ultime stagioni è sembrato strano vedere il Lugano fare la voce grossa contro i Lions non solo sul piano del gioco – Malgin e compagni hanno smesso di trovare soluzioni efficaci già dopo l’1-1 – ma anche su quello della personalità e dell’uso del fisico in maniera intimidatoria, con le provocazioni dei vari Sanford, Thürkauf e Carrick che hanno marcato il territorio a chiari colori bianco, giallo e nero, facendo capire che aria tirava soprattutto dalle parti di Schlegel.

I bianconeri hanno unito tutte quelle qualità che finora avevano mostrato in sedi separate, facendosi belli ma inconcludenti in casa, più pratici e solidi in trasferta e non sempre continui sull’arco dell’incontro, trovando finalmente la serata in cui mostrare il proprio potenziale.

(Photobrusca & Luckyvideo)

Con questi tre punti Fazzini e compagni entrano nella top-10 della classifica e si vanno a piazzare là dove li si era pronosticati, ma più della classifica e ancor più della vittoria (che conta ovviamente, ma vale sul corto periodo) è di nuovo la prestazione collettiva che deve infondere fiducia a tutto l’ambiente, una performance convincente che va in scia a quelle viste contro Davos e Losanna, e che ad oggi conferma la ragione di chi ripone la sua fiducia nello staff tecnico bianconero.

La squadra bianconera è in salute, sul piano fisico (dopo aver riposto qualche dubbio inizialmente) ma soprattutto su quello mentale, alla luce di come ha reagito allo svantaggio e ha gestito il risultato con grande maturità, una partita che ha mostrato una squadra che ha fiducia nei propri mezzi.

Forse basterà aspettare per davvero, senza più crisi e psicodrammi da sbandierare alle prime difficoltà.


IL PROTAGONISTA

Linus Omark: Lo svedese sembra iniziare a carburare sul piano fisico e di questo ne giovano finalmente le sue giocate, diventate per una sera più fluide e costanti. L’ex fuoriclasse di Ginevra e Zugo ha giocato una partita di sostanza e continuità, facendosi apprezzare anche sul piano fisico per la sua capacità di proteggere e nascondere il disco agli avversari, ma soprattutto – tra diverse giocate di classe – con i due assist per Aebischer e Simion, il secondo gestito con la sua consueta delicatezza nel manovrare il disco.


HIGHLIGHTS

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