
Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.
Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!

1. Dischi volanti

La fatica nel trovare la rete è diventato argomento ormai logoro in seno all’Hockey Club Lugano, capace comunque di trovare un po’ di fortuna e cinismo a Losanna infilando cinque gol ai vodesi.
È stato però nella serata di giovedì che gli attaccanti bianconeri hanno dato il peggio, mancando occasioni a ripetizione di fronte alla capolista Davos. Emblematico in quel caso quanto sbagliato da Omark a porta completamente spalancata in powerplay dopo il grande lavoro di Zach Sanford a preparare l’assist per lo svedese, il quale ha sparato il disco a una quota tale che sembra sia stato classificato come oggetto non identificato.
2. Trazione integrale

È quantomeno indubbio che uno dei miglioramenti principali apportati dal nuovo staff tecnico alla squadra bianconera è quello che ha di fatto costruito un quarto blocco finalmente efficace con almeno quattro giocatori in grado di ruotare a turno nella stessa linea.
Giovanni Morini, Aleksi Peltonen, Marco Zanetti e Ramon Tanner sono stati in grado di regalare al Lugano una quarta linea efficace sia sul piano difensivo (tutti i giocatori con bilancio positivo, totale sommato di +10) e di cominciare anche a segnare qualche gol importante come a Losanna figlio del grande lavoro collettivo.
3. Uno di noi

Sarà freddo ed enigmatico, quasi mai si lascia trasportare dalle emozioni da classico nordico quale è, ma stavolta Tomas Mitell è riuscito a mostrare i suoi due volti più estremi nel giro di due partite.
Il gol subito dopo 17 secondi contro il Davos ha fatto per la prima volta “esplodere” il 44enne in panchina dalla rabbia, mentre alla Vaudoise Arena nel finale ha sfoggiato un sorriso tanto largo quanto inconsueto, mostrando finalmente delle emozioni più marcate. Doveva proprio scegliere di allenare il Lugano per mostrare per la prima volta questi suoi due volti opposti, ma soprattutto per arrabbiarsi così tanto come forse non gli era mai successo. Benvenuto tra noi Tomas.
4. L’esempio vien dall’alto

(Photobrusca & Luckyvideo)
La penalità di cinque minuti e di partita rimediata da Jiri Sekac alla Cornèr Arena contro il Davos ha di fatto tagliato fuori il Lugano in quella sfida, a causa del gol di Stransky a soli otto secondi dalla fine di quel lungo power play grigionese.
Nel prendere esempio, David Aebischer ha fatto la stessa mossa alla Vaudoise Arena, prendendosi anche lui cinque minuti di penalità (ma senza quella di partita) praticamente nello stesso momento della partita del ceco (37’56 contro 38’21). Ad Aebischer e al Lugano in quell’occasione è andata meglio, la partita è stata portata a casa, ma forse la prossima volta è meglio ispirarsi ad altre giocate.
5. Pari e patta

Dietro il Davos con cinque reti in shorthand, il Lugano con tre è la seconda squadra della lega ad aver segnato di più in situazione di inferiorità numerica grazie ai due gol di Canonica contro Kloten e Ajoie, e a quello di Aleksi Peltonen a Losanna.
Peccato che in due di queste occasioni, per la cronaca di fronte al Kloten e a Losanna, il gol segnato dal Lugano sia stato subito compensato nello stesso powerplay dalla squadra avversaria, con i gol di Simic e di Riat a fare immediatamente da contrappeso. È che non si vogliono dare troppi svantaggi agli avversari.


