
AMBRÌ – LANGNAU
2-4
(1-2, 1-2, 0-0)

Reti: 16’57 Meier (Erni, Julian Schmutz) 0-1, 18’28 Virtanen (Formenton, Manix Landry) 1-1, 19’59 Björninen (Bachofner, Kinnunen) 1-2, 24’47 Rohrbach (O’Reilly, Kinnunen) 1-3, 25’51 Zwerger (DiDomenico) 2-3, 29’53 Guggenheim (Rohrbach, Pesonen) 2-4.
Note: Gottardo Arena, 6’356 spettatori
Arbitri: Piechaczek, Gerber; Obwegeser, Nater
Penalità: Ambrì 1×2, Langnau 2×2
Assenti: Luc Bachmann (sovrannumero), Daniele Grassi, Michael Joly (infortunati)
AMBRÌ – Se dall’Ambrì ci si attendeva una conferma dopo la prova di spessore di Zurigo, la squadra di Landry e Matte ha fallito nel suo intento e lo ha fatto in maniera piuttosto preoccupante, dimostrando che i mali che affliggevano la squadra – e sarebbe stato naive pensare il contrario – non sono magicamente spariti dopo il rumoroso terremoto societario.
I biancoblù hanno infatti avuto la peggio da un Langnau che ha giocato una partita “solamente” onesta e concreta, mentre l’Ambrì si è reso protagonista di una prova pasticciata sotto ogni punto di vista, questo nonostante un certo brio offensivo si sia comunque visto.

Andare a fare il conteggio delle occasioni da rete avute sarebbe però come forzarsi eccessivamente nel vedere il bicchiere mezzo pieno, quando invece di problemi evidenti ce ne sono da riempire un’intera brocca. Senza però andare a fare chissà che analisi, dopo 15 partite questa squadra dà sempre più la chiara sensazione di essere semplicemente debole al suo interno, mostrando delle lacune strutturali che sono proprie di un gruppo che troppo spesso appare in difficoltà.
E questo non significa per forza subire il gioco degli avversari – anzi, di fatto i Tigers non hanno avuto chissà che fasi prolungate con il momentum a loro favore – ma piuttosto uscire battuti da quelle diverse situazioni che invece si dovrebbero gestire in maniera più controllata.
Praticamente tutte le reti subite sarebbero infatti potute essere evitate con una maggiore struttura e l’assenza di errori individuali troppo banali. Philip Wüthrich e Virtanen non hanno fatto bella figura sui primi due gol – il portiere poi cammin facendo si è ripreso con qualche bell’intervento – mentre le segnature di Rohrbach e Guggenheim sono state ancora il risultato di maglie difensive colpevolmente ampie. Da rivedere in particolare il quarto gol, con Bürgler troppo assente in copertura, e questa è la terza rete in altrettante partite arrivata in seguito alla leggerezza del veterano.

Sul fronte offensivo invece l’Ambrì ha cercato di darsi da fare, iniziando bene la partita – molto positivi i primi 10 minuti – ma faticando ancora a trovare il gol. L’1-1 di Virtanen è arrivato in maniera fortunata con una deviazione avversaria (che compensa un po’ i due pali colpiti in seguito), mentre DiDomenico e Zwerger hanno confezionato il 2-3 dopo un erroraccio di Noah Meier.
I leventinesi nell’attaccare lo hanno però fatto spesso a testa bassa, in maniera confusa oppure frenata da troppi errori individuali. Sicuramente insufficiente Petan, che dall’opportunità di tornare a giocare vista l’assenza di Joly non ha ricavato nulla, e anzi nel terzo periodo è stato pure declassato in quarta linea lasciando spazio a De Luca. Ad oggi sembra difficile immaginare come il giocatore possa essere recuperabile, e con l’avvicinarsi della pausa si può supporre che il club cercherà di trovare per lui una soluzione.

Purtroppo però il resto della legione straniera non ha fatto tanto meglio, anche confrontata a quella di un Langnau – che di stranieri ne allineava solo cinque – che dai suoi uomini di punta ha ottenuto molta più concretezza e personalità.
L’Ambrì visto in pista venerdì è invece stato piuttosto anonimo, in cui nessuno ha convinto per davvero e che ha pure finito la benzina piuttosto presto. Il gol alla mezz’ora di Guggenheim ha infatti tagliato le gambe nettamente a Zwerger e compagni, che nel terzo periodo hanno poi combinato poco o nulla.
Da un attacco sprecone – e con l’assenza di Joly insufficiente per qualità – ai troppi errori in difesa, si è tornati a un Ambrì dalla struttura fragile e compattezza altalenante. Lo scontro con un’avversaria diretta ha restituito una squadra dalle pochissime certezze, e con dei problemi a cui oggi si fatica a vedere una soluzione.
In chiusura un pensiero, che mette in prospettiva quando successo sul ghiaccio, va a Pauli Jaks. La triste notizia dell’improvvisa scomparsa del figlio Aleksander ha infatti toccato profondamente l’intero ambiente, una tragedia per una famiglia a cui vanno le nostre sincere condoglianze.
IL PROTAGONISTA
Dario Rohrbach: È stato proprio l’ex attaccante biancoblù ad essere uno dei migliori giocatori dei suoi, con il timbro su un bel gol che si è rivelato essere quello decisivo, e una prestazione complessivamente di buona continuità. In generale gli uomini di punta del Langnau sono stati migliori rispetto alle controparti leventinesi, e tra gli svizzeri ad Ambrì nessuno oggi ha il livello mostrato dal top scorer dei Tigers.
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